La storia dell’osteopatia nel Regno Unito

Sul finire del Diciannovesimo secolo l’osteopatia fece il suo debutto anche nel Regno Unito, grazie soprattutto al contributo decisivo di J.M. Littlejohn, fondatore della prima scuola di osteopatia del paese. Seguirono anni di fermento ed espansione, segnati dall'apertura di varie scuole e associazioni di categoria, i cui rapporti non furono scevri da antagonismi e disaccordi. Tuttavia, a partire dai primi anni Ottanta, gli osteopati britannici riuscirono a fare fronte comune, ottenendo in breve tempo risultati straordinari.

  1. Le prime conferenze di J.M. Littlejohn

Qualche notizia circa l’esistenza dell’osteopatia giunse in Gran Bretagna già negli ultimi anni dell’Ottocento. John Martin Littlejohn, all’epoca professore di fisiologia, psicologia e psichiatria, oltre che da quattro mesi studente di osteopatia all’ASO di Kirksville (Journal of Osteopathy 1898:235; Collins 2005; O’Brien 2016:32), aveva mantenuto alcune amicizie negli ambienti letterari e scientifici. In particolare, ciò gli consentì di avvicinarsi alla piccola e controversa Society of Science, Letters and Arts.

Nel mese di luglio del 1898 J.M.Littlejohn preparò una prima conferenza, che venne letta in sua assenza, probabilmente intitolata “Osteopathy in line of apostolic succession with medicine” [L’osteopatia in linea di successione apostolica con la medicina], nella quale puntualizzava come l’osteopatia non fosse da considerarsi come uno sviluppo indipendente dalla medicina bensì come un’evoluzione e una riforma del sistema sanitario. In linea con il pensiero di A.T. Still, affermava inoltre che non vi era alcuno spazio per i farmaci nel sistema osteopatico, e che i trattamenti basati sull’anatomia e sulla fisiologia potevano articolarsi in un singolo breve aggiustamento oppure in un intervento generale più prolungato. Il tema era il medesimo dei discorsi che J.M.Littlejohn aveva tenuto in occasione della consegna dei diplomi agli studenti dell’ASO sia nel giugno precedente che nel febbraio 1899 (Campbell 2020:211).

Intorno al gennaio 1899 la Society of Science, Letters and Arts gli conferì la medaglia d’oro per il suo contributo alla scienza, soprattutto per i suoi testi sulla fisiologia. Questo riconoscimento venne annunciato dalla rivista mensile dell’ASO nel maggio successivo (Journal of Osteopathy, 1899).

La Society of Science, Letters and Arts, spesso abbreviata in Society of Science oppure SSLA, consentiva ai propri soci di apporre la sigla F.S.Sc. (Fellow of the Society of Science) dopo il proprio nome. L’associazione, vissuta per poco più di un ventennio a partire dal 1882, non richiedeva particolari requisiti di ammissione, e venne talvolta confusa con altre prestigiose società con nomi simili già esistenti, come per esempio la Royal Society of Literature e la Royal Society, i cui soci si fregiavano rispettivamente del titolo F.R.S.L. e F.R.S. La scarsa attenzione di Littlejohn nel precisare alcune inesattezze al riguardo lo espose alle critiche nel 1935, quando gli osteopati britannici tentarono di ottenere il riconoscimento legale (Campbell 2020:211;213;625:640; Boston Institute of Osteopathy. Osteopathy explained. Boston, ca. 1900). 

Nell’estate del 1899 J.M.Littlejohn ritornò in Europa, e di nuovo avrebbe dovuto tenere una conferenza a Londra, sempre presso la Society of Science, Letters and Arts, tuttavia a causa della morte improvvisa del dr. Sturman, segretario della associazione e suo caro amico, consegnò il testo del discorso che venne letto qualche tempo in memoriam di Sturman (Campbell 2020:239).

Diversi altri osteopati formati in America operarono nel Regno Unito fin dal primo decennio del Novecento. Per esempio, nel 1902 Francis (Franz) J. Horn, amico di J.M. Littlejohn, aprì uno studio a Londra mentre L. Willard Walker esercitò la professione a Glasgow. Jay Dunham, su richiesta di un proprio paziente che voleva curasse la sorella, abbandonò il Kansas e nel 1903 si stabilì in Irlanda, dove l’anno dopo si trasferì anche Harvey Foote. Il 1907 vide l’apertura di due nuovi studi da parte di Wilfrid Streeter ed Elmer Pheils, rispettivamente a Glasgow e Birmingham. Anche l’irrequieto William Smith, il primo docente di anatomia all’ASO, si trasferì in Scozia dopo il 1910, dove purtroppo scomparve prematuramente nel 1912 per una polmonite (Collins 2005; Grigg 1967). Il JAOA (October 1907:67) ebbe parole di lode per i summenzionati osteopati ed alcuni altri che, pur non potendosi fregiare del titolo di dottore, avevano successo nel trattamento dei pazienti. 

In un articolo del 1909 (The Osteopathic Physician, 1909:2-3) Stanley H. Hunter, neurologo ed oculista osteopatico, vice presidente e professore di oftalmologia presso il Pacific College of Osteopathy, descrisse le possibilità di sviluppo dell’osteopatia nel Regno Unito. A suo avviso, pur se fino ad allora non sembravano essere emersi problemi con la legge, gli osteopati avrebbero dovuto astenersi dall’uso del titolo di dottore ed evitare di prescrivere di farmaci. Ottenere il riconoscimento legale sarebbe stato molto difficile finché non fosse stato fondato un istituto di formazione britannico. 

Frattanto, si assisteva al ripetersi delle vicende già vissute dagli osteopati americani: in assenza di una legge di regolamentazione, proliferavano gli operatori che si definivano osteopati pur essendo privi di qualifiche. In ogni modo, diversi osteopati americani che si erano trasferiti a Londra e a Manchester avevano fatto carriera, forse anche grazie alla radicata tradizione degli aggiustaossa in alcune parti delle Isole Britanniche. Inizialmente l’osteopatia non fu malvista, anzi ottenne il sostegno di alcuni personaggi di ceto elevato e riscosse anche un certo interesse da parte di alcuni membri della classe medica. Nel 1910 il dottor Alexander Bryce scrisse un articolo in cui, pur ammonendo che la manipolazione poteva aggravare i casi acuti, incoraggiava a trovare ciò che di buono vi era in quel metodo per integrarlo nella medicina (Bryce 1910; Collins 2005:13). 

L’ordine dei medici britannico (General Medical Council, GMC) era tuttavia estremamente contrario alla pratica di cure sanitarie da parte di persone non qualificate, e nel primo decennio del nuovo secolo si impegnò per sradicare la popolare abitudine di ricorrere a operatori privi della laurea in medicina. Per esempio nel 1908 lanciò una campagna contro Herbert Barker, un celebre aggiustaossa molto richiesto anche dalle classi elevate e dall’aristocrazia. Spalleggiato dal GMC, un cliente trascinò Barker in tribunale e riuscì a farlo condannare. 

Quando un rapporto del 1910 evidenziò che nonostante le politiche della classe medica la categoria degli aggiustaossa era più florida che mai, la reazione del GMC non si fece attendere: oltre a proibire ai propri membri di collaborare con persone non qualificate, fece radiare dall’albo per condotta infamante il dr. Axam, il medico anestesista che lavorava con Barker. Questa mossa tuttavia si rilevò controproducente, infatti gran parte dell’opinione pubblica e persino il quotidiano The Times, di solito sostenitore della medicina ortodossa, la ritennero una misura esagerata (O’Brien 2016:59). Dal canto suo Herbert Barker si vantava di aver aiutato migliaia di pazienti, molti dei quali si erano rivolti a lui dopo che i medici non avevano saputo curarli. Poiché desiderava insegnare nelle università di medicina e tramandare i suoi metodi, Barker aveva bisogno di risultare qualificato, ma le polemiche intorno al suo caso impedirono che gli potesse essere attribuita una laurea honoris causa. Alla fine la questione venne risolta conferendogli il titolo di baronetto nel maggio del 1922 (Bishop 2002). Nel 1936 diede una dimostrazione dei suoi metodi dinanzi a un centinaio di membri della British Orthopaedic Association, della quale esiste la videoregistrazione (Youtube a, Youtube b). 

La battaglia della classe medica per garantire che le prestazioni sanitarie venissero fornite esclusivamente da professionisti infuriò nello stesso periodo anche negli USA, dove nel 1910 uscì il Rapporto Flexner che fotografò le condizioni delle università di medicina americane, dandone nel complesso un giudizio molto negativo (Flexner 1910). La notizia ebbe ampia risonanza anche nel Regno Unito. Abraham Flexner, autore del rapporto, aveva escluso dall’indagine le scuole chiropratiche e meccano-terapeutiche, e aveva diviso le rimanenti scuole in scientifiche e settarie. In questa seconda categoria aveva incluso le otto scuole di osteopatia americane, oltre a quelle eclettiche, omeopatiche e di fisioterapia, tutte giudicate molto negativamente. Secondo Flexner, il numero complessivo di milletrecento studenti di osteopatia generava un gettito di oltre duecentomila dollari all’anno, che i proprietari delle scuole impiegavano per ampliare gli edifici o per arricchirsi anziché per assumere insegnanti a tempo pieno e acquistare materiale didattico.

Diversamente da quanto era accaduto negli USA, dove l’AOA era riuscita a difendere la categoria degli osteopati facendo causa comune nonostante le divergenze, nel Regno Unito si assistette a un proliferare di diversi istituti di formazione e di svariate associazioni, che talvolta rappresentavano gli osteopati insieme ai naturopati e ai chiropratici. Queste istituzioni non riuscirono a trovare una strategia condivisa a difesa della professione, anzi in alcuni casi devolvettero le scarse risorse a lunghe controversie riguardo a chi potesse arrogarsi il titolo di osteopata, in un’atmosfera di ostilità da parte del mondo medico. 

Molto schematicamente, fra le associazioni e le scuole che furono protagoniste nello sviluppo dell’osteopatia in Gran Bretagna nel primo trentennio del Novecento si possono ricordare le seguenti:

  • 1910 – la British Osteopathic Society, l’associazione fondata dai primi osteopati americani sul suolo inglese, che prese poi il nome di BOA, British Osteopathic Association (affiliata all’AOA americana), attualmente Institute of Osteopathy
  • 1917la British School of Osteopathy o BSO, la prima scuola sul territorio del Regno Unito, fondata nel 1917 da J.M. Littlejohn, che dal 2017 ha preso il nome di University College of Osteopathy, UCO;  
  • 1921-1926la Manchester School of Bloodless Surgery (dal 1923 Looker College of Osteopathy and Chiropratic) fondata da William Looker, morto prematuramente per una polmonite nel luglio 1926.
  • 1924 – la Osteopathic Defense League, fondata da Wilfrid Streeter, raccoglieva simpatizzanti dell’osteopatia
  • 1925 – la IAO, Incorporated Association of Osteopaths, fondata da alcuni laureati della Looker School, che non venivano ammessi alla BOA, i membri potevano fregiarsi del titolo di “medico osteopata” o “chirurgo osteopata”
  • 1925 – la Nature Cure Association of Great Britain and Ireland, che radunava gli operatori che praticavano le terapie naturali
  • 1925il British College of Chiropracticfondato da A. Warde Allen.
  • 1928 – la Western Osteopathic School fondata da Tom Mitchell Fox

Rivediamole nel dettaglio:

  • BOA, o British Osteopathic Association (1910)

Furono 12 osteopati americani a fondare nel 1910 l’associazione degli osteopati britannici, denominata inizialmente British Osteopathic Society e poi BOA, British Osteopathic Association, che operava in linea con gli standard previsti dall’AOA, l’American Osteopathic Association. Infatti, come era già accaduto negli USA, anche nel Regno Unito erano attivi molti osteopati senza adeguata formazione, o che si autodefinivano tali dopo aver frequentato corsi brevi o aver letto guide fai-da-te. L’editore Psychic Research C, per esempio, aveva pubblicato a Londra il “Home Study Course in Osteopathy, massage and manual therapeutics“, molto simile alla versione americana edita dal Columbia College of Osteopathy (Collins 2005; O’Brien 2013).

La BOA – che nel 1923-24 raggiunse 36 membri di cui 11 donne (O’Brien 2013:17) e che nel 1925 ne contava 50 di cui 6 erano medici (Collins 2005) – non riuscì mai a prendere il controllo della professione come aveva fatto la sua controparte oltreoceano, tuttavia grazie ai rapporti con le classi più elevate ebbe notevole influsso sull’osteopatia britannica. Annoverava fra i membri onorari il celebre aggiustaossa Herbert Barker, al quale nel 1925 il Kirksville College of Osteopathic Medicine and Surgery (in cui era confluita l’ASO) conferì una laurea ad honorem in osteopatia.

  • British School of Osteopathy (1917)

J.M. Littlejohn abbandonò definitivamente gli Stati Uniti e si trasferì in Inghilterra nel 1913, e già nel 1914 discusse l’idea di aprire una scuola con Francis Horn e L. Willard Walker. Nel marzo 1915 fecero un primo tentativo di fondazione, ma a causa della guerra non fu possibile costituire l’istituto, che operò come clinica frequentata da 30-50 pazienti alla settimana. Si ricordano diversi trattamenti di successo somministrati a ufficiali delle truppe armate. 

La British School of Osteopathy venne incorporata ufficialmente nel 1917 ad opera di Littlejohn e Horn, ciascuno intestatario di una delle due azioni da una sterlina previste dalle norme del tempo di guerra. Alla fine del conflitto fu emessa un’ulteriore azione, venduta alla BOA. Nell’anno 1918 risulta che nei locali della scuola venissero trattati cerca 50 pazienti alla settimana, e i pochi studenti erano soprattutto persone che avevano beneficiato dell’osteopatia. 

Nel 1921 Littlejohn mise a punto un programma quadriennale che non contemplava né la farmacologia né la chirurgia: il biennio iniziale era dedicato alle scienze di base e gli ultimi due anni allo studio dell’osteopatia – gli studenti in possesso di una laurea in medicina venivano ammessi al terzo anno. La scuola non cominciò i corsi fino al 1922, quando alcuni membri della BOA si prestarono all’attività di docenza a tempo parziale. 

I primi due diplomi vennero conferiti nel 1925, rispettivamente a Elsie Wynter Waring e al capitano Gerald Lowry, che aveva perso la vista durante la guerra (Collins 2005; O’Brien 2013). Entrambi furono ammessi nella BOA della quale nel 1925-26 Littlejohn fu presidente. 

All’incirca fino al 1925 la BOA lavorò con unità di intenti insieme alla BSO (la scuola fondata da Littlejohn) accogliendo fra i suoi membri i diplomati della BSO. In seguito furono divise da divergenze insanabili riguardo alla conduzione dell’istituto, che la BOA desiderava fosse allineato con le direttive dell’AOA americana, regolamentato da una legge per la pratica dell’osteopatia e affidato a un ente di gestione indipendente (Collins 2005; GCRO ca. 1962). Alla fine del 1926 Littlejohn si dimise dalla BOA che non accreditò più la BSO, i cui diplomati vennero quindi da allora in avanti accolti nell’Association of British Osteopaths appositamente fondata nel 1926. Quest’associazione ebbe vita breve e nel 1929 si fuse con la IAO

  • Manchester School of Bloodless Surgery (dal 1923 Looker College of Osteopathy and Chiropractic) (1921-1926)

Fondata nel 1921 da William Looker, britannico di nascita che si era trasferito a studiare e ad esercitare negli Stati Uniti. Nel 1909 si iscrisse all’American College of Mechano-therapy di Philadelphia, poi frequentò altri istituti di naturopatia, chiropratica, medicina e osteopatia (presso l’International College of Osteopathy di Elgin, organizzato da Charles Murray ma non riconosciuto dall’AOA), infine tornò in Inghilterra nel 1919. 

Looker sosteneva di seguire gli insegnamenti di A.T.Still e di D.D. Palmer, ed era contrario alla somministrazione di farmaci. Secondo alcuni, bastavano sei mesi di studio per ottenere il diploma di chiropratica, mentre ufficialmente i corsi duravano tre anni. Inizialmente la scuola ebbe sede a Manchester, ma nel 1925 si trasferì a Londra. La prematura scomparsa di William Looker segnò la chiusura dell’istituto.

Dopo la morte di Looker, una dozzina di studenti della sua scuola chiesero di acquisire il diploma presso la BSO e vennero accettati da Littlejohn, il quale li soprannominò “apostoli”, accreditò loro tre anni per gli studi già effettuati e impose un ulteriore anno di studi e l’esame finale.

  • Osteopathic Defense League (1924)

L’Osteopathic Defense League venne fondata nel 1924 con Wilfrid Streeter come segretario onorario, allo scopo di raccogliere simpatizzanti dell’osteopatia fra persone influenti che avrebbero potuto spianare la strada per una regolamentazione della professione (O’Brien 2013:7). Oltre ad adoperarsi per una legge che ponesse l’osteopatia su un piano di equità legale con la medicina, la lega si proponeva di diffondere al grande pubblico la conoscenza dell’osteopatia come un sistema di chirurgia incruenta e terapia senza farmaci.

  • Incorporated Association of Osteopaths (IAO) (1925)

L’Incorporated Association of Osteopaths fu fondata nel 1925 come associazione di categoria da alcuni diplomati del Looker College, che non venivano ammessi nella BOA. Quest’associazione organizzava riunioni periodiche, gruppi di studio e conferenze. I suoi membri potevano fregiarsi del titolo di “medico osteopata” o “chirurgo osteopata”. 

Dal 1929, la IAO divenne ufficialmente l’associazione di categoria in cui confluivano i diplomati della BSO, soppiantando la precedente Association of British Osteopaths.

  • Nature Cure Association of Great Britain and Ireland

Istituita intorno al 1920 e ufficialmente incorporata nel 1925, la Nature Cure Association raccoglieva gli operatori delle terapie naturali, che si erano diffuse nel Regno Unito intorno all’inizio del Novecento. Uno degli iniziatori fu lo statunitense Bernarr Macfadden, celebre culturista e fautore dell’esercizio fisico e del digiuno per una vita sana, il quale aprì un ufficio a Londra per pubblicare la sua rivista Physical Culture (stampata in USA dal 1899). All’incirca nel 1909 si recò personalmente in Gran Bretagna, dove fondò una clinica a Brighton e un istituto residenziale a Chesham, successivamente rilevato da Stanley Lief, fondatore del British Naturopathic College, poi rinominato in British College of Osteopathic Medicine. La Nature Cure Association avversava la legge per regolamentare l’osteopatia, temendo che ai suoi membri sarebbe stato vietato l’impiego delle terapie manipolative.

  • e h. British College of Chiropractic (1925) e Western Osteopathic School (1928) 

Nel 1925 A. Warde Allen fondò il British College of Chiropractic a Londra. L’istituto si trasferì a Plymouth due anni dopo, sotto la presidenza di Tom Mitchell-Fox, che aveva studiato nella scuola di Looker. Questa scuola proponeva una combinazione di osteopatia, chiropratica e naturopatia. Questo istituto rimase molto piccolo e nella prima cerimonia di conferimento dei diplomi tenuta nel 1928 furono soltanto due i candidati che lo conseguirono, William Minifie e Lannan Floyd McKeon (Wilson 2012). Nel 1928 Mitchell-Fox decise di fondare una scuola diversa nello stesso edificio, che denominò Western Osteopathic School. Entrambi gli istituti chiusero nel 1929, e alcuni studenti vennero ammessi alla BSO di Littlejohn, e di conseguenza all’IAO dopo il conseguimento del diploma.

I vari enti sopra descritti si impegnarono a diffondere l’osteopatia senza seguire un percorso comune. Negli anni Venti uscirono anche diversi volumi, per esempio nel 1927 L.C. Floyd McKeon, che aveva studiato al British College of Chiropractic pubblicò “Osteopathy and Chiropractic explained“, e Harvey Foote diede alle stampe “The Science of Osteopathy“.  L’anno successivo il capitano Gerald Lowry, il secondo diplomato della BSO, scrisse “A Place Among Men” e nel 1929 uscì “The New Healing” a firma di Wildrid A. Streeter. Dal 1929 Littlejohn pubblicò il Journal of Osteopathy (con lo stesso titolo di quello dell’ASO Kirksville) che continuò a uscire fino agli anni della guerra (Collins 2005). 

I diplomati che avevano seguito i corsi relativamente regolari offerti dalle scuole sopra citate e che si erano poi iscritti a una delle associazioni di categoria erano una minoranza rispetto ai numerosi sedicenti osteopati privi di qualifiche che rispondevano alla richiesta del pubblico somministrando terapie di dubbia validità.

Le strade della BOA e della BSO erano ormai separate. La prima restava in linea con le direttive americane e non arrivò mai a contare più di 80 membri, che esercitavano soprattutto a Londra e avevano importanti legami con le classi elevate. Viceversa l’associazione IAO, che accoglieva anche i diplomati della BSO, ospitava osteopati, naturopati e chiropratici che lavoravano nelle regioni settentrionali e occidentali.

Nel 1927 la BOA aprì una clinica a Londra, inaugurata da George Bernard Shaw, per mettere l’osteopatia a disposizione della comunità. I pazienti pagavano quanto potevano in base alle loro condizioni economiche, ed era possibile effettuare donazioni.

La BOA si impegnò costantemente al fine di ottenere un riconoscimento legale per l’osteopatia. Nel 1926 il Ministro britannico per la salute aveva precisato l’impossibilità di regolamentare una professione per la quale non esistevano istituti di formazione sul suolo nazionale. Ulteriori tentativi effettuati nel 1931 e nel 1933 non ebbero riscontro. Nel 1934 riuscì ad ottenere dalla Camera dei Lord la nomina di un comitato speciale che avrebbe esaminato la questione.

 

Uno dei più attivi sostenitori a favore del riconoscimento dell’osteopatia nel Regno Unito fu Wilfrid Streeter, che apparteneva alla BOA (l’associazione di medici osteopati legata all’AOA statunitense) e aveva fondato un’associazione di simpatizzanti dell’osteopatia, la Osteopathic Defence League (ODL). La reiterata presentazione di un disegno di legge per definire la professione dell’osteopata era sfociata nella nomina di un comitato speciale (Select Committee) che si riunì nel marzo del 1935. Il principale obiettivo del disegno di legge era tutelare il pubblico, che non aveva strumenti per distinguere gli operatori qualificati da quelli privi di formazione.

Alla discussione parteciparono due fazioni, nelle persone dei rappresentanti schierati a favore o contro il disegno di legge. Fra gli oppositori vi erano l’ordine dei medici (British Medical Association), il Collegio reale dei medici (Royal College of Physicians), i Collegi reali dei chirurghi di Londra, Edimburgo e Glasgow (Royal Colleges of Surgeons of London, Edinburgh and Glasgow) e varie università. I rappresentanti dei medici giunsero all’appuntamento compatti, organizzati e ben preparati, avendo preso contatto con l’associazione dei medici americani (AMA) che aveva alle spalle decenni di battaglie analoghe negli USA.

I sostenitori del disegno di legge erano la ODL, rappresentata da Wilfred Streeter, la BOA che aveva come rappresentante Kelman MacDonald, l’IAO (l’associazione che raccoglieva gli osteopati non laureati in medicina) rappresentata da Harvey Foote, e la British School of Osteopathy (BSO) rappresentata da J.M. Littlejohn. Questi quattro gruppi costituivano una compagine frammentata, alla quale la BSO si era unita all’ultimo momento.

Si giunse al dibattimento, nel corso del quale gli osteopati dovevano rispondere alle domande dei legali assunti dai medici: per primo venne chiamato Wilfrid Streeter, il quale fece presente che negli USA gli osteopati avevano già superato il numero di ottomila, mentre nel Regno Unito vi erano centosettantanove professionisti qualificati ma anche circa duemila sedicenti osteopati. Descrisse inoltre il corso quadriennale offerto dalla BSO, che aveva già conferito novantotto diplomi e in quel momento aveva quarantacinque studenti, e specificò come nella clinica annessa alla scuola fossero stati curati milleottocento pazienti nel corso del 1934 (GCRO: 13-14; O’Brien 2013: 35-39; Osteopaths Bill, March 1935: 488-491).

Successivamente venne ascoltato Kelman MacDonald, che aveva studiato a Kirksville e descrisse come negli USA l’osteopatia si fosse evoluta in una disciplina medica. MacDonald rappresentava la BOA, l’associazione che nel 1926 si era staccata dalla BSO dopo gli screzi con Littlejohn. L’avvocato dei medici sfruttò le informazioni in suo possesso riguardo a questa diatriba per ottenere da MacDonald dichiarazioni sfavorevoli riguardo alla BSO, da lui reputata molto inferiore alle scuole americane.

Nel complesso, le dichiarazioni rese da Streeter e MacDonald, uomini di mondo dal temperamento estroverso, parevano aver fatto buona impressione ai membri del comitato speciale, e averli convinti della solidità della teoria osteopatica e della sua utilità nella terapia di diverse patologie.

Il 22 marzo venne interrogato J.M. Littlejohn, tipico professore timido, introverso e privo di capacità oratorie. Probabilmente si aspettava di dover difendere o spiegare gli aspetti scientifici dell’osteopatia e invece subì un attacco personale che mise in dubbio i suoi titoli accademici e criticò pesantemente la sua gestione della scuola, addirittura insinuando che avesse venduto alcuni diplomi per arricchirsi. Nulla era più lontano dal vero: Littlejohn aveva dedicato la vita allo sviluppo dell’osteopatia, tuttavia aveva una personalità complessa, autoritaria ma anche gentile e riservata, ed era indifferente a ciò che gli altri pensavano di lui. Per tali motivi fece un’impressione talmente infelice che Harvey Foote, rappresentante della IAO, decise di non presentarsi in difesa dell’osteopatia e quindi non venne interrogato dinanzi al comitato.

 Alcuni mesi dopo venne rilasciato il rapporto del comitato speciale, secondo cui l’unico istituto preposto alla formazione degli osteopati presente sul suolo britannico aveva un’importanza trascurabile, era del tutto inadatto allo scopo e soprattutto si trovava in mani assolutamente disoneste (GCRO: 15-21; O’Brien 2013: 39-40).

Ciò non corrispondeva alla verità, dal momento che il giudizio sulla British School of Osteopathy (BSO), retta altruisticamente da un unico uomo ed esistente da soli diciassette anni, era stato emesso paragonandola alle scuole di medicina ortodossa, che avevano una lunga tradizione alle spalle e godevano anche di sovvenzioni statali. Dal canto suo, Littlejohn non vide la necessità di intraprendere azioni difensive ufficiali: convinto di essere sulla strada giusta, proseguì nella sua missione. Non accettò mai l’accusa di avere “mani disoneste” ed espose le sue ragioni in alcuni articoli del Journal of Osteopathy britannico, la rivista della BSO.

Il Ministero della salute del Regno Unito, esaminato il rapporto del comitato speciale, decretò che non esistevano in quel momento le condizioni per adottare il disegno di legge sull’osteopatia, suggerendo a coloro che la praticavano di iscriversi all’ordine dei medici oppure di creare un registro volontario, oltre a istituire al più presto sul suolo britannico degli istituti per l’adeguata formazione di chi volesse essere ammesso in tale registro nel futuro (GCRO: 21-24).

In quel momento esistevano tre corpi professionali in cui confluivano gli osteopati: la BOA, che accoglieva gli osteopati laureati nei sei college americani allora riconosciuti negli USA, la IAO, che avrebbe poi preso il nome di Osteopathic Association of Great Britain, che univa i diplomati della BSO, e la National Society of Osteopaths Ltd, i cui membri detenevano titoli rilasciati da altri istituti, alcuni dei quali scomparsi, o si erano formati tramite l’apprendistato. Dopo lunghe discussioni, il 22 luglio 1936 queste associazioni crearono il General Council and Register of Osteopaths, del quale fu presidente fino al 1944 il visconte Elibank, la persona aveva presentato il disegno di legge a favore dell’osteopatia presso la Camera dei Lord.

Una delle prima azioni del General Council fu quella di imporre alla BSO alcune modifiche tese a migliorare gli standard formativi e di modificare lo Statuto, in modo che i titoli azionari della scuola venissero affidati a tre amministratori fiduciari. Dopo aver ottemperato agli adempimenti richiesti, la scuola venne riconosciuta e i diplomati della BSO poterono confluire nel Registro.

In Gran Bretagna vi furono diverse scuole e associazioni che determinarono l’evoluzione dell’osteopatia: spesso con idee divergenti e conflittuali. Le intricate vicende che ne conseguirono videro tra i protagonisti non solo gli osteopati britannici ma anche alcuni professionisti americani e francesi.

Molto schematicamente, le principali linee di pensiero si articolarono in vari filoni, capeggiati dagli enti sotto elencati:

  •   la BOA, legata alla sua controparte americana (AOA), insieme al London College of Osteopathy (l’istituto formativo fondato nel 1946) desideravano che l’osteopatia si sviluppasse secondo le linee guida di oltreoceano;
  •   il General Council and Register of Osteopaths (GCRO), istituito come registro volontario al quale potevano iscriversi gli osteopati qualificati dopo il tentativo non riuscito di ottenere il riconoscimento da parte delle autorità governative, cercava di imporre i propri criteri come standard;
  •   la BSO, la scuola di Littlejohn, era impegnata nella formazione di osteopati al di fuori del mondo medico. I criteri di questo istituto non rispondevano a quelli della BOA, pertanto i suoi diplomati confluivano nell‘IAO, che nel 1936 modificò il proprio nome in OAGB (Osteopathic Association of Great Britain);
  •   la National Society of Osteopaths, un’associazione fondata nel 1930, aveva lo scopo di raccogliere e tutelare gli osteopati che non avevano una formazione americana riconosciuta e nemmeno il diploma della BSO;
  •   il British College of Naturopathy (BCN), la scuola fondata da Stanley Lief, che aveva studiato terapie naturali e culturismo con Bernarr Macfadden e medicina chiropratica in un istituto di Chicago, formava naturopati che avevano anche nozioni di osteopatia. Vi furono conflitti con il General Council and Register of Osteopaths in merito a chi avesse il diritto di fregiarsi del titolo di Registered Osteopath. Nel 1961 l’istituto cambiò nome in British College of Naturopathy and Osteopathy (BCNO), battezzando la relativa associazione di appartenenza British Naturopathic and Osteopathic Association (BNOA);
  •   la Maidstone Osteopathic Clinic fondata nel 1949 da John Wernham, un allievo di Littlejohn, che sosteneva una procedura di trattamento denominata General Osteopathic Technique, o GOT;
  •   la European School of Osteopathy (precedentemente École Française d’Ostéopathie o EFO, l’istituto fondato a Parigi da Paul Gény nel 1951, traslocato a Londra presso BCNO nel 1965 e poi a Maidstone nel 1971) che offriva corsi di osteopatia sotto la guida di Thomas (Tom) G. Dummer e di diversi altri osteopati britannici. Per raccogliere i diplomati dell’ESO e del BCNO nel 1971 venne fondata la Society of Osteopaths;
  •   l’Edimburgh College of Naturopathy, Osteoathy and Chiropractic, con la relativa associazione, la United Association of Osteopaths, Chiropractors and Naturopaths: i due enti sostenevano che il metodo manipolativo non potesse essere ritenuto un sistema di guarigione completo, ma che l’osteopatia e la chiropratica dovessero essere considerate complementari alla naturopatia.

 

Dopo il giudizio negativo espresso nel 1935 dal Comitato speciale nominato dalla Camera dei Lord per esaminare il disegno di legge sull’osteopatia nel Regno Unito, alcuni appartenenti alla BOA (l’associazione dei medici osteopati britannici, omologa dell’americana AOA) istituirono nel 1936 un registro professionale – il General Council and Register of Osteopaths [Registro e consiglio generale degli osteopati], spinti soprattutto dalla necessità di distinguersi dai ciarlatani.

Tutti i membri della BOA vennero accolti d’ufficio nel GCRO, anche se molti non aderirono perché il nuovo registro sembrava loro un duplicato meno prestigioso della loro associazione di appartenenza. Gli osteopati non appartenenti alla BOA – quali ad esempio i diplomati della BSO, i soci dell’OAGB, i membri della National Society of Osteopaths ed altri osteopati – potevano fare richiesta di ammissione individualmente. Nel 1939 il GCRO contava centotrentanove membri (quarantacinque dei quali con laurea statunitense, mentre tra i laureati britannici la schiacciante maggioranza apparteneva all’OAGB), e diciassette associati.

Per quanto concerne la scuola di Littlejohn (BSO), l’istituto sopravvisse ai difficili anni successivi al rapporto negativo redatto dal Comitato speciale della Camera dei Lord e poi agli anni della guerra grazie alla figura vulcanica di T. Edward Hall, considerato dai contemporanei il miglior tecnico osteopata del mondo, e a Shilton Webster-Jones, detto Webber, più riflessivo. Alla morte di Littlejohn nel 1947, Webster-Jones assunse la direzione della scuola e riorganizzò i corsi con un’impostazione maggiormente biofisica. Le personalità di Hall e quella di Webster-Jones erano profondamente diverse, e il conflitto tra loro culminò nel 1964 con le ennesime e definitive dimissioni di Hall dagli incarichi di docenza.

Uno dei più celebri allievi della BSO, John Wernham diede un grande contributo all’osteopatia, dedicando tutta la vita ad approfondire e diffondere la disciplina. Alla BSO strinse amicizia con T. Edward Hall e, dopo la morte di Littlejohn, si trasferì nel Kent dove nel 1949 fondò la Maidstone Osteopathic Clinic. Nel 1954, su suggerimento di Hall, John Wernham divenne uno dei membri fondatori dell’Institute of Applied Technique, ora Institute of Classical Osteopathy. Una delle motivazioni per la nascita di questo istituto fu quella di conservare le radici filosofiche e pratiche dell’osteopatia. Inoltre, John Wernham collaborò alla docenza nella scuola francese di Paul Gény (EFO), che fu poi costretta a trasferirsi in Inghilterra per problemi legali, e contribuì alla European School of Osteopathy di Tom Dummer, poi trasformata in un istituto a tempo pieno grazie all’elevato afflusso di allievi.

Frattanto il General Council and Register of Osteopaths (GRCO), la cui sede venne per un certo periodo installata nei fondi dell’edificio della BSO, finì per essere composto soprattutto dai diplomati della BSO e dai membri dell’OAGB. Per realizzare il suo obiettivo di tutelare il pubblico, il GRCO cercò di evitare che i membri di altre associazioni si fregiassero del titolo di Registered Osteopath. A tal fine, all’inizio degli anni Cinquanta intentò una causa contro un naturopata, W.H. Dodd, il quale perseverava nell’usare il titolo di Registered Naturopath and Osteopath pur se gli era stata negata l’ammissione al GRCO. La causa si protrasse per circa un decennio e alla fine fruttò al GRCO una vittoria inutile: la controparte rinunciò a presentarsi perché l’osteopata incriminato era frattanto deceduto, e nel 1961 il BCN cambiò nome in British College of Naturopathy and Osteopathy (BCNO), modificando contemporaneamente anche la ragione sociale della relativa associazione, che divenne la British Naturopathic and Osteopathic Association (BNOA), potendo così garantire ai diplomati di chiamarsi Registered Naturopath and Osteopath. Benché́ alcuni di essi usassero apertamente anche il titolo di Registered Osteopath che era stato l’oggetto del dissanguante confronto in tribunale, nessuno dei due contendenti poté permettersi ulteriori azioni.

Negli anni Sessanta la BSO fronteggiò alcune difficoltà legate al basso numero di studenti (il totale di iscritti fu 40 nel 1965, 29 nel 1966, 34 nel 1967-68). Modificò il piano di studi da triennale a quadriennale nel 1970, rinnovò la gestione eleggendo Colin Dove come presidente nel 1968 e si adoperò per ampliare e riorganizzare gli spazi, divenuti insufficienti. La clinica continuò a funzionare, fornendo trattamenti a circa 500 pazienti alla settimana nel 1961 e circa 550 nel 1968.

I corsi a tempo pieno del BCNO vennero avviati nel 1964, con un orario organizzato dal lunedì̀ al giovedì̀. Quando la École Française d’Ostéopathie (EFO) di Paul Gény fu impossibilitata a proseguire i corsi in Francia, i suoi seminari vennero organizzati dal venerdì̀ alla domenica presso la sede del BCNO, sotto la guida di Tom Dummer, che si era diplomato naturopata presso il BCN nel 1953. La convivenza delle due scuole proseguì dal 1965 al 1971, ma i due istituti mantennero piani di studi separati. I corsi dell’EFO divennero molto richiesti, tanto che nel 1968 per accedere alla scuola occorreva iscriversi a una lista d’attesa di due anni; per necessità di spazio alcuni seminari vennero organizzati presso l’istituto di John Wernham a Maidstone.

Sia per il grande successo del corso ‘francese’ sia per alcune difficoltà di convivenza con il BCNO, nel 1971 l’EFO si trasferì̀ a Maidstone, in un edificio di proprietà̀ di John Wernham, assumendo il nome di École Européenne d’Ostéopathie o EEO. Per raccogliere i diplomati del BCNO e dell’EEO venne fondata la Society of Osteopaths (SO), un ente apolitico impegnato nel diffondere i principi e la pratica osteopatica, incoraggiare le relazioni non competitive e il rispetto verso gli istituti rivali.

Il distacco dell’EFO (ora EEO) dal BCNO, la struttura che l’aveva ospitata a Londra, non fu priva di conseguenze. Per una serie di circostanze un quarto del corpo docente e un terzo degli studenti del BCNO confluirono nel 1974 a Maidstone, dove Dummer avviò una nuova scuola, la European School of Osteopathy o ESO, che offriva un corso quadriennale a tempo pieno. Dummer fu il propugnatore della tecnica di aggiustamento specifico, o Specific Adjustment Technique (SAT) che si contrapponeva al trattamento generale, o General Osteopathic Treatment (GOT), elaborato da John Wernham e che diede vita a vivaci discussioni tra i due autorevoli osteopati.

Negli anni Settanta l’osteopatia inglese rimase molto frammentata. Inizialmente il GRCO pur avendo il merito di migliorare la professionalità degli osteopati, non operò come un ente che faceva fronte comune, bensì mantenne vive le distinzioni. Il numero dei membri crebbe da 279 nel 1971 a 354 nel 1979.

In questi stessi anni l’osteopatia craniale approdò nel Regno Unito per due vie distinte. Il presidente della BSO, Colin Dove, si recò negli USA per visitare la Sutherland Cranial Teaching Foundation (SCTF) e fece in modo che i membri del GRCO britannico fossero ritenuti idonei per frequentare i corsi, ai quali grazie all’allora presidente della SCTF, Rollin Becker, vennero ammessi anche i soci della Society of Osteopaths (SO). Dal canto suo, il BCNO prese accordi con John Upledger, anch’egli membro della SCTF, affinché tenesse dei corsi di terapia craniale nella scuola.

Con il tempo la diffusione delle terapie alternative e complementari nel Regno Unito continuò a crescere, in particolare durante gli anni Settanta e Ottanta, e si assistette a un proliferare di associazioni volontarie che raccoglievano i professionisti. Nel campo dell’osteopatia, per esempio, vennero fondate la Osteopathic and Naturopathic Guild nel 1967, la Guild of Osteopaths London nel 1971, la British and European Osteopathic Association nel 1976, la Faculty of Osteopathy nel 1978, e la Association of Osteopathic Practitioners nel 1984. Tuttavia, il GCRO continuò a rappresentare il numero di osteopati più elevato, che nel 1988 raggiunse 1.140 professionisti attivi contro un totale di 864 operatori nelle altre associazioni (Stojan 2006).

La autorità governative non avevano intenzione di limitare il diritto del singolo individuo, che intendevano lasciare libero di decidere come curarsi, tuttavia desideravano introdurre una forma di protezione a tutela della cittadinanza, come ad esempio un registro e un codice deontologico. Inizialmente si pensò di formare un’organizzazione “ombrello” che radunasse tutte le terapie non convenzionali, ma l’ipotesi si rivelò impraticabile e alla fine ciascun gruppo agì in modo individuale.

Gli osteopati avevano già cercato più volte di ottenere una regolamentazione, e nel 1985 il ministro della salute aveva enunciato i cinque criteri necessari affinché una professione potesse essere riconosciuta: doveva essere “matura”; avere un’unica organizzazione che la regolamentasse; avere un corpo sistematico di conoscenze; avere corsi di formazione riconosciuti; essere in grado di dimostrare la propria efficacia. A questi criteri se ne aggiunse un sesto nel 1987, ovvero che qualsiasi iniziativa venisse intrapresa per la regolamentazione doveva avere come obiettivo primario quello di garantire la sicurezza del pubblico.

Nel 1992 venne presentato un disegno di legge per istituire il General Osteopathic Council (GOsC), l’ente che sarebbe stato preposto alla regolamentazione dell’osteopatia e all’istituzione di un unico registro professionale. L’approvazione giunse il primo luglio 1993, e fu seguita da un periodo di transizione durante il quale le diverse associazioni composero le divergenze. La regolamentazione ebbe notevoli costi per i singoli osteopati, i quali dovettero versare 1350 sterline ciascuno per entrare nel registro. Dall’entrata in vigore dell’Osteopaths Act nel 2000, chiunque si fregi del titolo di osteopata senza appartenere al registro è passibile di sanzioni per aver commesso un reato (Walker e Budd 2002).

L’osteopatia è quindi una branca della medicina alternativa formalmente riconosciuta nel Regno Unito, il che rende possibile agli operatori sanitari di inviare i propri pazienti dagli osteopati. Inizialmente le scuole britanniche conferivano a chi completava la formazione il diploma di osteopatia (DO) ma questo era fonte di confusione. Tale sigla, infatti, era uguale a quella che contraddistingueva i medici osteopati statunitensi, appartenenti alla categoria dei medici regolari e abilitati alla pratica illimitata della professione medica. Dopo il 2005, i medici osteopati americani acquisirono il riconoscimento nel Regno Unito, ottenendo il diritto di esercitare come medici regolari  purché superassero un esame linguistico e facessero un anno di pratica supervisionata nel servizio sanitario britannico (NHS). Le scuole di osteopatia britanniche offrirono quindi titoli diversi da quello di DO, conferiti alla conclusione di percorsi di livello universitario, di tipo quadriennale in formazione osteopatica (BSc [Hons] Osteopathy, BOst [Hons]) e di tipo magistrale in osteopatia (MOst), diversi da quelli della formazione medica.

Le scuole di formazione osteopatica nel Regno Unito, in generale, forniscono nei primi due anni di studio i principi filosofici e pratici dell’osteopatia e i fondamenti delle scienze di base (anatomia, fisiologia, patologia, nutrizione e meccanica vertebrale) e in alcuni casi la farmacologia, mentre gli ultimi due anni di studio sono dedicati alla pratica clinica. In genere gli istituti offrono anche rudimenti di psicologia, ostetrica, pediatria e reumatologia e richiedono la presentazione di un progetto di ricerca per ottenere il diploma.

Di norma, gli osteopati del Regno Unito si concentrano principalmente sulle procedure correttive di tipo muscoloscheletrico, visto che sono esclusi dalla pratica della medicina ufficiale. A questa situazione fa eccezione il London College of Osteopathic Medicine (fondato nel 1946) e riconosciuto dal GOsC: a questo istituto possono accedere solo i laureati in medicina tradizionale, che acquisiscono una formazione post-laurea in osteopatia della durata di 13 mesi e vengono poi accolti nell’associazione dei medici osteopati (Association of Medical Osteopaths).

L’osteopatia nel Regno Unito presenta quindi un orientamento “alternativo” alla medicina ortodossa, confermato per esempio dal fatto che nel piano di studi dell’European School of Osteopathy e dell’University College of Osteopathy (precedentemente British School of Osteopathy) sono inclusi anche corsi di naturopatia, fitoterapia e yoga. 

Quasi sempre gli osteopati britannici operano in studi privati, da soli o in gruppo. In diversi casi esercitano in centri che offrono terapie interdisciplinari, e raramente qualche studio medico li accoglie per erogare anche servizi alternativi come l’osteopatia e l’agopuntura.

L’osteopatia nel Regno Unito è stata in costante espansione: nel 1983 si contava un numero di osteopati compreso tra 1.000 e 1.200, cresciuto nel 2007 fino a 3.823. Questa cifra comprendeva sia gli osteopati che i medici osteopati registrati, ripartiti per genere in 2.039 uomini e 1.784 donne

Secondo i dati del GOsC, al primo gennaio 2020 vi erano 5.456 osteopati attivi nel Regno Unito, distribuiti in larghissima maggioranza in Inghilterra. Il registro si occupa inoltre di stabilire e mantenere i criteri per la pratica e la deontologia professionale, la qualità della formazione e la gestione dei ricorsi dei pazienti. Gli istituti di formazione riconosciuti sono elencati sul sito del GOsC, che pubblica ogni anno un rapporto consultabile online sulle proprie attività (Bloomfield 2009; Collins 2005; GCRO; O’Brien 2013).

  •   Bishop M. Should doctors be the judges of medical orthodoxy? The Barker case of 1920. J R Soc Med. 2002 Jan;95(1):41-5.
  •   Bloomfield M. The Tree of Life: A History of the European School of Osteopathy. IndePenPress, Brighton, UK 2009.
  •   Boston Institute of Osteopathy – (Achorn CE, Ellis SA, Achorn AA). Osteopathy explained. Boston, ca. 1900.
  •   Bryce, A. (1910). Remarks on mechano-therapy in disease: With special reference to osteopathy. British Medical Journal, 2(2592), 581.
  •   Collins M. Osteopathy in Britain: The First hundred Years. BookSurge, 2005.
  •   Collins M. The British School of Osteopathy – the First 100 Years. Xlibrispublishing, UK 2016.
  •   Flexner, A. (1910). Medical education in the United States and Canada. Science, 32(810), 41-50.
  •   GCRO (General Council and Register of Osteopaths Limited) The Osteopathic Blue Book – The Origin and Development of Osteopathy in Great Britain. Londra, ca. 1962.
  •   Grigg, E. R. (1967). Peripatetic Pioneer: William Smith, MD, DO (1862-1912). Journal of the History of Medicine and Allied Sciences, 169-179.Journal of Osteopathy “The True Fountain Head of Osteopathy” Journal of Osteopathy, v.5, n.5, October 1898.
  •   Hunter S. The Osteopathic Physician, v.15, n.5, May 1909.
  •   JAOA v.7, n.2, October 1907
  •   Journal of Osteopathy, v.5, n.12, May 1899
  •   Hunter SM. “Osteopthy in Great Britain”. The Osteopathic Physician, v.15, n.5, May 1909:2-3.
  •   Littlejohn JM. Osteopathy: A New View of the Science of Therapeutics. In: Duffle WM., Riley HL., Riley BF., Allen BW (a cura di) The Pioneer Osteopath, senza data.
  •   O’Brien J. Bonesetters: A History of British Osteopathy. Anshan 2013.
  •   O’Brien J. John Martin Littlejohn: An Enigma of osteopathy. Anshan 2016.
  •   OSTEOPATHS BILL: SELECT COMMITTEE: FIRST SITTING. Br Med J. 1935 Mar 9;1(3870):488-91.
  •   Stojan, J. (2006). Signalling and the quest for regulation in British complementary medicine. In conference: Frontiers of Regulation. Assessing Scholarly Debate and Policy Changes. Organised by the European Consortium for Political Research, Standing Group on Regulatory Governance, and the Centre for the Study of Regulated Industries, School of Management, University of Bath. Bath (September 2006).
  •   Walker, L. A., & Budd, S. (2002). UK: the current state of regulation of complementary and alternative medicine. Complementary therapies in medicine, 10(1), 8-13.
  •   Wilson FJH. The Origins and Professional Development of Chiropractic in Britain. University of Southampton, thesis, 2012.
  • Youtube a: https://www.youtube.com/watch?v=aVYQmJMqxbs&ab_channel=WellcomeLibrary
  • Youtube b: https://www.youtube.com/watch?v=4Ok410KqD9Q&ab_channel=WellcomeLibrary

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