silvia tuscano | 26/10/2022

Edythe Florence Ashmore, pioniera nella battaglia per il riconoscimento

Fonte : The Osteopathic Physician, Feb.1916,vol.XXIX,n.2:1.

15 luglio 1872, Fenton, Genesee, Michigan, USA  – 10 luglio 1953, San Diego, California, USA, DO.

Edythe Florence Ashmore acquisì il titolo di DO nel 1901 e fu molto attiva nell’esercizio della professione e nella vita politica e sociale delle associazioni osteopatiche. Fautrice della pubblicazione di resoconti di casi clinici, fu anche stimata insegnante e autrice.

Diplomata nel 1901 presso lo S.S. Still College of Osteopathy di Des Moines, dopo il 1911 approfondì gli studi al Los Angeles College of Osteopathy e nel 1914 venne nominata direttrice del Dipartimento di tecniche osteopatiche all’American School of Osteopathy di Kirksville.

Senz’altro una figura di spicco nell’osteopatia del primo Novecento, lavorò indefessamente per difendere e far crescere la nuova disciplina. Di seguito si riportano alcuni fra gli innumerevoli episodi che testimoniano l’impegno profuso, rimandando i lettori interessati alla lettura dei “Journal” di osteopatia di inizio secolo che fanno spesso il suo nome.

Ebbe a cuore il futuro dell’osteopatia, che a suo parere avrebbe dovuto diventare una scuola di medicina indipendente, fondata su un approccio nuovo e preferibile a quello della somministrazione di farmaci. Gli osteopati ben preparati si sarebbero basati su una diagnosi accurata e una buona formazione, e ben presto avrebbero dovuto specializzarsi sia nella chirurgia che nelle altre discipline mediche, come per esempio l’otorinolaringoiatria, la ginecologia, la pediatria, l’ortopedia ecc. Questo avrebbe incrementato l’efficacia dell’osteopatia, che avrebbe finito per soppiantare la medicina ortodossa per via naturale, in forza dei risultati ottenuti.1

Nel 1914 divenne membro del corpo docente dell’American School of Osteopathy di Kirksville e venne nominata direttrice del Dipartimento delle tecniche osteopatiche.2 Scrisse una dispensa sulla meccanica osteopatica3 che uscì l’anno successivo e rimase un libro di testo apprezzato dalla comunità degli osteopati per numerosi anni.

Fu un’accesa sostenitrice della condivisione delle informazioni cliniche e professionali fra gli osteopati, affermava infatti che la ricerca e la sperimentazione sono utili soltanto quando vengono scrupolosamente repertoriate, ben formulate e fatte circolare.

Dal 1904 al 1909 il suo ruolo nel Comitato per le pubblicazioni dell’AOA fu dedicato a raccogliere i resoconti dei casi clinici, che vennero pubblicati in dodici volumetti di supplemento al JAOA intitolati Case Reports Series4. Gli osteopati potevano richiedere un apposito modulo e compilarlo con il resoconto di un caso clinico.5 Ciò dava loro diritto di ricevere l’opuscolo gratuitamente, mentre chi non dava un contributo poteva ordinarlo a pagamento. Quando nel 1906 la dr.ssa Ashmore venne eletta primo vice-presidente dell’AOA per l’anno futuro ringraziò dicendo: “Desidero assicurare l’Associazione che farò tutto il possibile per proseguire i lavori al meglio nell’anno che verrà, come ho sempre fatto in passato. In cambio non chiedo altro che il resoconto di un caso clinico”.6

Nel 1915 uscì il suo testo Osteopathic Mechanics, apprezzato per la chiarezza di esposizione. Il numero di marzo 1916 di The Osteopathic Physician dedicò l’editoriale firmato da H.S. Bunting a un’entusiastica e dettagliata recensione del volume,7 peraltro già annunciato con grande enfasi in prima pagina sul numero di febbraio, corredato anche dalla foto dell’autrice.8

Alcune frasi estrapolate da questo volume sono riportate nei Fondamenti della medicina osteopatica,9 nell’introduzione storica del capitolo dedicato ai metodi funzionali, a testimonianza che già dai primordi fosse nota l’esistenza di due diverse modalità di trattamento, una che si avvale delle tecniche dirette e l’altra di quelle indirette, queste ultime basate sul metodo dell’esagerazione per rilassare i tessuti.
A pagina 72 del suo testo, la dr.ssa Ashmore riporta due note a piè di pagina sull’argomento: nella prima comunica la sua preferenza per l’uso del termine di “tecnica diretta” anziché “tecnica con thrust”, vista la connotazione aggressiva acquisita dalla parola a causa degli imitatori dell’osteopatia. Nella seconda, precisa che nelle sue lezioni preferisce insegnare agli studenti le tecniche dirette, molto più facili da apprendere.

Nel 1903, due anni dopo il conseguimento del titolo di DO, le venne conferito un incarico triennale come membro del Consiglio di Amministrazione dell’AOA,10 l’associazione rappresentativa degli osteopati statunitensi, all’interno della quale già operava in seno al Comitato per le pubblicazioni.

Nel 1904, durante un intervento all’associazione degli osteopati dello stato del Michigan sottolineò la grande importanza di iscriversi all’AOA. Questo non doveva essere fatto solo per ricevere tutela o perché il proprio nome venisse dato ai pazienti che cercavano un osteopata, ma soprattutto perché soltanto con la partecipazione entusiastica di tanti osteopati che l’abbracciavano appieno sarebbe stato possibile far fiorire la professione e farla progredire. Inoltre con l’iscrizione ci si manteneva aggiornati sugli sviluppi e si potevano leggere gli articoli e i casi clinici pubblicati sul JAOA.11

La dr.ssa Ashmore si occupò inoltre dei risvolti politici e giuridici legati al riconoscimento dell’osteopatia e alle leggi che ne regolamentavano la formazione nei vari Stati americani, per esempio prese la parola e venne ascoltata nel corso di un’udienza che si tenne nello Stato del Michigan, a proposito di una proposta di legge mirata a imporre agli osteopati di sostenere un esame di stato comprendente anche la farmacologia.12 Nel 1906 venne nominata membro della Commissione di Stato del Michigan per l’esame e la registrazione degli osteopati.13

Si preoccupò di difendere la comunità professionale degli osteopati, per esempio ricostruendo la nascita e lo sviluppo della chiropratica ed evidenziandone le differenze rispetto all’osteopatia. Come molti altri, sosteneva che D.D. Palmer, fondatore della chiropratica, avesse appreso molte nozioni da A.T. Still o da suoi discepoli più o meno fedeli. Si iscrisse alla Palmer School of Chiropractic di Davenport ed ebbe parole molto dure sia nei confronti del percorso formativo che dei docenti, chiamandoli imitatori.14

All’Assemblea tri-stato delle associazioni osteopatiche dell’Illinois, dell’Iowa e del Missouri, tenuta nel 1907, partecipò come relatrice presentando un discorso intitolato “The Main Points in Clinical History and Diagnosis [I principali elementi dell’anamnesi e della diagnosi]”. 

Durante i lavori venne affrontato l’argomento della terminologia, un problema annoso e sentito (si pensi per esempio al tema della stessa definizione dell’osteopatia, o alle riflessioni di Charles Hazzard sul linguaggio della nuova disciplina15). Ancora oggi, un apposito comitato in seno all’associazione dei college americani (AACOM) pubblica e aggiorna periodicamente un glossario della terminologia osteopatica.16


Quando il dr. Franklin Fiske della MOA (Missouri Osteopathic Association) propose di adottare una nomenclatura più chiara, suggerendo di denominare ogni lesione intervertebrale facendo riferimento alla sublussazione sulle faccette articolari superiori [“All lesions between vertebrae will be named from the subluxation at the superior articular facets”], la dr.ssa Ashmore si pronunciò a favore, ritenendo l’iniziativa utile dal punto di vista formativo, dal momento che la tecnica più facile da applicare utilizza la vertebra inferiore come punto fisso.17

  • Ashmore E.F. (a cura di), Case Reports Series 1-12, JAOA Supplement, 1904-1909
  • Ashmore E.F. Osteopathic Mechanics: A Text-Book. Journal Printing Co., Kirksville, Missouri 1915.

A titolo esemplificativo:

  • Ashmore E.F. “Eclampsia”. JAOA March 1902, v.1, n.4:143-145. 
  • Ashmore E.F. “What Constitutes a Case Report?”: JAOA, April 1904, v.3, n.8:255-257.
  • Ashmore, E.F. “The Menace of Chiropractic – Inside the History of this Fake”. The Osteopathic Physician, November 1907 v.12, n.5:1-2.
  • Ashmore, E.F. “An Imitation and Its Lesson”. JAOA, January 1908, v.7, n.5:209-211.
  • Ashmore, E.F. “Twentieth Century Osteopathy”. JAOA, March 1917, v.16, n.7:1011-13.

  • Nel 1916 The Osteopathic Physician annunciò che l’American Anthropological Association aveva eletto fra i suoi membri la dr.ssa Edythe Ashmore, in considerazione degli studi effettuati sulla patologia dei tessuti ossei. L’onorificenza le giunse totalmente inaspettata. Il suo nome era stato suggerito da un professore della Yale University, il quale conosceva la dr.ssa Ashmore come medico osteopatico.18
  • In occasione della morte di A.T. Still, la dr.ssa Ashmore inviò un telegramma alla figlia Blanche Still, conservato al Museum of Osteopathic Medicine: “Non ci sono parole per esprimere quanto ti sono vicina, né il mio dolore”.19

  1. Ashmore, E.F. “Twentieth Century Osteopathy”. JAOA, March 1917, v.16, n.7:1011-13.
  2. Walter G.W. The First School of Osteopathic Medicine: A Chronicle. Printed by Thomas Jefferson University Press at Northeast Missouri State University, 1992 (published for A.T. Still University-©Kirksville College of Osteopathic Medicine – Centennial Celebration 1892-1992):81.
  3.  Ashmore E.F. Osteopathic Mechanics: A Text-Book. Journal Printing Co., Kirksville, Missouri 1915.
  4. Per alcuni commenti sulla pubblicazione dei casi clinici vedi: “Comments on Case Reports”, JAOA, March 1904, v.3, n.7:233. Per la foto dei frontespizi e degli indici vedi: https://momicoh.pastperfectonline.com/library/E9B6123D-2DB8-40A8-A4EF-350754723163.
  5. “The Book of Case Reports”, JAOA, September 1903, vol.3, n.1:21. Per le istruzioni che venivano fornite agli osteopati desiderosi di inviare la descrizione di un caso clinico vedi: Hulett, C.M.T. “Card Index Records for Osteopathic Physicians”: JAOA, April 1904, v.3,n.8:251-54; Ashmore E.F. “What Constitutes a Case Report?”: JAOA, April 1904, v.3, n.8:255-257. Per alcuni commenti entusiastici sulla Prima Serie dei “Case Reports” si rimanda al JAOA, March 1904, v. 3, n.7.
  6. “Official Report of the Proceedings of the Tenth Annual Meeting of the American Osteopathic Association”, JAOA, October 1906, vol.6, n.2:47.
  7. The Osteopathic Physician, March 1916, vol. XXIX, n.3:8  https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=uc1.e0000195800&view=1up&seq=47&skin=2021&q1=ashmore 
  8. The Osteopathic Physician, April 1916, vol. XXIX, n.2:1. 
  9. Chila A.G. (editor). Foundations of Osteopathic Medicine. 3rd ed. Lippincott Williams & Wilkins, Baltimora Philadelphia, USA 2011.
  10. Officers of the AOA”, JAOA, August 1903, vol.2 n.12: 369.
  11.  JAOA November 1904, v.4, n.3:148-151. 
  12. “Latest Legislative News – Michigan”, JAOA, April 1903, vol.2, n.8:233.
  13. JAOA, December 1906, v 6 n 4:163. https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=uc1.b3098544&view=1up&seq=175&skin=2021&q1=ashmore
  14.  Ashmore, E.F. “The Menace of Chiropractic – Inside the History of this Fake”. The Osteopathic Physician, November 1907 v.12, n.5:1-2; Ashmore, E.F. “An Imitation and Its Lesson”. JAOA, January 1908, v.7, n.5:209-211.
  15. Hazzard C. “The Language of Osteopathy”. JAOA March 1902, v.1, n.4:145-148.
  16. AACOM (American Association of Colleges of Osteopathic medicine) Glossary of Osteopathic Terminology, third edition, 2017.
  17. “Missouri Osteopathic Association and Tri-State Meeting” JAOA, June 1907, vol.6, n.10:397. https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=uc1.b3098544&view=1up&seq=411&skin=2021&q1=ashmore
  18. The Osteopathic Physician, April 1916, vol. XXIX, n.4:7. 
  19. https://momicoh.pastperfectonline.com/archive/2C4941BE-7A6E-41CA-B232-278521092450 

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