Patologie trattate dall'osteopatia

Sindrome da tachicardia posturale ortostatica

a cura di Massimo Valente

L’approccio osteopatico nella gestione della Sindrome da Tachicardia Posturale Ortostatica (POTS)

La Sindrome da Tachicardia Posturale Ortostatica (POTS) è una condizione caratterizzata da un aumento significativo della frequenza cardiaca al passaggio dalla posizione sdraiata a quella in piedi. I sintomi possono includere vertigini, affaticamento, palpitazioni e talvolta sincope. Nonostante la natura complessa della POTS, l’osteopatia offre un approccio unico e integrato per affrontare questa sindrome, concentrandosi sul ripristino dell’equilibrio fisiologico e funzionale dell’organismo.

Tecniche osteopatiche specifiche per la POTS

  • Riequilibrio del Sistema Nervoso Autonomo: la POTS ha una forte componente legata al sistema autonomo. Le tecniche osteopatiche mirano a normalizzare il funzionamento del sistema nervoso autonomo, con particolare attenzione al nervo vago, per migliorare la regolazione cardiaca e vascolare. La manipolazione delicata del collo, del torace e del cranio può facilitare un miglior equilibrio tra i sistemi simpatico e parasimpatico.
  • Mobilizzazione viscerale: l’approccio osteopatico considera l’interrelazione tra la struttura e la funzione. La mobilizzazione dei visceri, in particolare quelli addominali e toracici, può aiutare a riequilibrare la circolazione nell’organismo. Il principio da tenere a mente è che il sangue si sposta dalla periferia al centro a seconda delle necessità e del sistema orto o para attivo. Si può verificare un “sequestro” di sangue in addome che impedisce una buona circolazione periferica e generare la POTS. Delle tecniche viscerali, accompagnata dalla ricerca del motivo dello squilibrio, possono ridurre le tensioni che influenzano indirettamente la funzione cardiaca e la regolazione della pressione sanguigna.
  • Tecniche di rilascio miofasciale: le restrizioni fasciali possono influenzare la postura e la circolazione. L’applicazione di tecniche di rilascio miofasciale mirate può aiutare a migliorare il flusso sanguigno e linfatico, oltre a ridurre la tensione muscolare che può contribuire alla sintomatologia della POTS.
  • Esercizi di riabilitazione posturale: una postura ottimale è fondamentale per la gestione della POTS. Gli osteopati possono prescrivere esercizi specifici per rinforzare la muscolatura posturale, migliorando così la tolleranza ortostatica e riducendo la comparsa di sintomi al cambiamento posturale.
  • Tecniche di regolazione della pressione arteriosa: alcune tecniche osteopatiche possono influenzare direttamente la regolazione della pressione arteriosa, attraverso la manipolazione di aree specifiche che hanno un ruolo nella sua regolazione, come il seno carotideo e il barorecettore aortico.

Consigli dell’osteopata

Gli squilibri circolatori possono essere accompagnati da un problema legato alla carenza di liquidi nell’organismo e quindi avere a monte un problema di disidratazione per il quale si rende necessario individuare le cause (ricercabili ad esempio in intossicazioni alimentari o ambientali, come il fumo) e aumentare il livello di idratazione che si fa con la frutta e la verdura cruda.

Integrare l’osteopatia nel piano di trattamento complessivo

Mentre l’osteopatia offre tecniche efficaci per il trattamento della POTS, è importante che questo approccio sia integrato in un piano di trattamento globale che può includere modifiche dello stile di vita, gestione della dieta, e, se necessario, farmacoterapia. La collaborazione con altri professionisti della salute è essenziale per un approccio multidisciplinare.

Conclusione

L’osteopatia, con il suo approccio olistico e non invasivo, rappresenta un’opzione terapeutica preziosa per i pazienti con POTS. Attraverso un’accurata valutazione e l’impiego di tecniche specifiche, l’osteopata lavora per ripristinare l’armonia funzionale dell’organismo, indirizzando sia le manifestazioni sintomatiche che le cause sottostanti della sindrome. La personalizzazione del trattamento osteopatico, in base alle esigenze uniche di ciascun paziente, è fondamentale per ottenere i migliori risultati possibili.

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