Redazione
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03/02/2025 - Ultimo aggiornamento 04/02/2025

Gerhard Cvirn, Anna Hawliczek, Axel Schlagenhauf, Bianca Brix, Karin Schmid Zalaudek, Sebastian Schwaminger, Margret Paar, Willibald Wonisch, Thomas Wagner, Ziva Arko, Nandu Goswami | Anno 2025

Effetto di Manipolazione Fasciale, esercizio vibratorio, immaginazione motoria o stimolazione elettrica neuromuscolare sul sistema di coagulazione: Uno studio pilota

Ambito:

Coagulazione

Tipo di studio:

Studio pilota

Data di pubblicazione della ricerca:

01-01-2025

Image

Scopo dello studio

  • Obiettivo: esaminare se la Manipolazione Fasciale, l’esercizio vibratorio, l’immaginazione motoria o la stimolazione elettrica neuromuscolare possano attivare il sistema di coagulazione e, quindi, esporre i pazienti a rischio trombotico.
  • Outcome misurati:
    • Outcome primari: valutazione della coagulazione tramite trombelastometria (TEM) e trombografia automatizzata calibrata (CAT).
    • Outcome secondari: valutazione del volume plasmatico.

Partecipanti

  • Numero: 10 persone (4 donne e 6 uomini, età media 23,3 anni).
  • Criteri di inclusione: donne e uomini sani, fra i 18 e i 35 anni; non fumatori; nessuna storia personale o familiare di ipercoagulabilità o sanguinamento; nessuna assunzione di farmaci che influenzano la coagulazione; nessuna precedente esperienza con piattaforme vibranti.
  • Criteri di esclusione: fumo, alcolismo, gravidanza, condizioni psicologiche alterate, malattie cardiache, storia di trombosi o sincope, assunzione di farmaci come beta-bloccanti.
  • Gruppi di studio: un gruppo unico
    • Gruppo 1: Manipolazione Fasciale, poi esercizio vibratorio, poi immaginazione motoria e infine stimolazione elettrica neuromuscolare (4 donne e 6 uomini).

Interventi e valutazioni

  • Valutazione della coagulazione tramite TEM e CAT e del volume plasmatico tramite analisi dell’ematocrito.
    • Prelievo di campioni di sangue prima e subito dopo ogni trattamento.
    • Sono stati misurati parametri come il tempo di coagulazione (CT), il tempo di formazione del coagulo (CFT), la massima fermezza del coagulo (MCF), la generazione di trombina (picco, tempo al picco, angolo alpha) e i livelli di fattore tissutale (TF).
  • Una sessione di ogni trattamento distante almeno 3 giorni dalla precedente.
  • Trattamento:
    • Manipolazione Fasciale secondo il metodo Stecco;
    • esercizio vibratorio: 15 minuti su piattaforma vibrante Galileo a 13 Hz e 2 mm di ampiezza;
    • immaginazione motoria: immaginare di alzarsi dalla posizione sdraiata;
    • stimolazione elettrica neuromuscolare: elettrodi applicati alle cosce per 15 minuti con specifiche impostazioni di corrente e frequenza.
  • Ai partecipanti è stato chiesto di evitare la caffeina nelle 24 ore prima delle visite, così come attività fisica estrema nelle 72 ore prima dello studio.

Risultati

  • Outcome primari:
    • l’esercizio vibratorio ha mostrato un’attivazione statisticamente significativa della coagulazione, con tempi di coagulazione più brevi, MCF, angoli alpha aumentati e valori di generazione di trombina più alti (stato ipercoagulatorio). Le altre tecniche non hanno mostrato effetti statisticamente significativi sulla coagulazione. L’immaginazione motoria ha mostrato una riduzione del Lag Time.
  • Outcome secondari:
    • mentre la Manipolazione Fasciale non ha avuto alcun effetto sul volume plasmatico, le altre tecniche hanno mostrato un aumento statisticamente significato del volume plasmatico riducendo l’ematocrito.

Discussione

La letteratura riporta un’attivazione fibrinolitica a seguito di esercizio di moderata intensità, mentre l’esercizio intenso è associato sia a coagulazione sia a fibrinolosi.

Da questo studio pilota, il primo che ha valutato gli effetti di questi quattro trattamenti sulla coagulazione, è emerso che l’esercizio vibratorio sembra essere un potenziale stimolo procoagulante, nonostante l’espansione del volume plasmatico: di conseguenza, l’esercizio vibratorio dovrebbe essere usato con cautela in pazienti con rischio trombotico. Questo risultato è in contrasto con studi precedenti che avevano fatto emergere un’azione fibrinolitica dell’esercizio vibratorio. La motivazione può risiedere nel fatto che, in questo studio, i partecipanti erano in posizione eretta (e non in uno stato simulato di microgravità come negli studi passati). Inoltre, questo studio ha usato una metodica di analisi più sensibile rispetto agli studi passati.

La Manipolazione Fasciale, l’immaginazione motoria e la stimolazione elettrica neuromuscolare non sembrano invece attivare il sistema di coagulazione e sono potenzialmente sicuri per pazienti a rischio trombotico.

L’aumento di volume plasmatico riscontrato a seguito delle terapie studiate (con esclusione della Manipolazione Fasciale) contrasta con risultati presenti in letteratura, dove a seguito di esercizio il volume del plasma tende a diminuire. Questo risultato non ha precedenti in letteratura e, pertanto, è difficilmente spiegabile. Forse, è mediato da un coinvolgimento del sistema renina-angiotensina (RAS), in quanto l’esercizio fisico può attivare la trascrizione di ACE2, il quale stimola la produzione di aldosterone e, pertanto, il riassorbimento di fluidi.

La riduzione del volume plasmatico indotta dall’immaginazione motoria e dalla stimolazione elettrica neuromuscolare può essere utile per favorire il trasporto e il rilascio dell’ossigeno nei muscoli, a fronte di una minore resistenza al flusso sanguigno. Inoltre, potrebbe ridurre il rischio di disidratazione, aiutando così i pazienti allettati o anziani.

I limiti di questo studio sono il basso numero di partecipanti, la mancanza di un gruppo di controllo, l’analisi di una quantità limitata di sangue per volta e di un numero limitato di parametri di coagulazione e l’assenza di un gruppo di controllo. Inoltre, i cambiamenti nei parametri di coagulazione osservati con l’esercizio vibratorio, sebbene significativi, erano relativamente piccoli e rientravano negli intervalli di riferimento.

Servono ulteriori studi con un campione più ampio e un gruppo di controllo, per confermare questi risultati e valutarne le effettive implicazioni cliniche, soprattutto in pazienti a rischio trombotico. In particolare, il merito all’esercizio vibratorio, futuri studi dovranno valutarne gli effetti variando durata, frequenza ed ampiezza di applicazione.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: primo studio pilota che indaga l’effetto di queste quattro tecniche tecniche riabilitative sulla coagulazione; utilizzo di tecniche di analisi avanzate come TEM e CAT, che consentono una valutazione più sensibile dello stato di coagulazione; identificazione di un potenziale rischio procoagulante con l’esercizio vibratorio; utili le tabelle e la figura con i risultati.

Limiti: mancanza di un gruppo di controllo e piccola numerosità campionaria (quante persone reclutare). Inoltre, il design dello studio corre il rischio dell’effetto carry-over in quanto ogni partecipante ha ricevuto tutti i trattamenti (in pratica, gli effetti dei trattamenti successivi possono essere influenzati dai trattamenti precedenti). Infine, alcune analisi statistiche avrebbero potuto essere condotte considerando il numero di trattamenti per ogni soggetto.

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