Marco Chiera
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07/11/2024 - Ultimo aggiornamento 26/11/2024
Anja Barič, Breda Jesenšek Papež, Majda Bastič, Robi Kelc, Peter Brumat, Antonio Stecco | Anno 2024
L’Impatto della Manipolazione Fasciale® sulla Rigidità alla Spalla Posteriore in Giocatori di Pallamano Asintomatici: Uno Studio Randomizzato Controllato
Ambito:
Rigidità alla spalla
Tipo di studio:
Trial randomizzato controllato
Data di pubblicazione della ricerca:
07-09-2024
Scopo dello studio
- Obiettivo: valutare l’impatto della Manipolazione Fasciale sulla rigidità della spalla posteriore in atleti di pallamano.
- Outcome misurati:
- Outcome primari: valutazione del range of motion (ROM) in intrarotazione e adduzione orizzontale.
- Outcome secondari: valutazione della sensazione di rigidità alla spalla dominante.
Partecipanti
- Numero: 56 persone (27 donne e 29 uomini, età media 19,48 anni).
- Criteri di inclusione: giocatori di pallamano.
- Criteri di esclusione: infortunio o chirurgia recente agli arti superiori tale da impedire di giocare nei tre mesi precedenti; storia di chirurgia alla spalla; essere portieri.
- Gruppi di studio: 2 gruppi ottenuti tramite randomizzazione
- Gruppo 1: Manipolazione Fasciale, 29 persone (15 donne e 14 uomini).
- Gruppo 2: nessun trattamento, 27 persone (14 donne e 13 uomini).
Interventi e valutazioni
- Valutazione del ROM in intrarotazione e adduzione orizzontale tramite goniometro e della sensazione soggettiva di rigidità nella spalla dominante all’inizio dello studio, dopo l’intervento (o 1 minuto di attesa nel caso del controllo) e dopo 1 mese.
- Prima della valutazione, i partecipanti hanno eseguito un warm-up leggero.
- 1 sessione
- Intervento: Manipolazione Fasciale
- Controllo: nessun trattamento.
- Manipolazione Fasciale eseguita da un fisioterapista esperto e certificato.
Risultati
- Outcome primari:
- rispetto alla prima misurazione effettuata all’inizio dello studio, il gruppo di intervento ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo nell’intrarotazione e nell’adduzione orizzontale subito dopo l’intervento, mentre il gruppo di controllo non ha mostrato alcun cambiamento dopo il minuto di attesa. Il cambiamento nel gruppo di intervento è risultato statisticamente maggiore rispetto a quanto rilevato nel gruppo di controllo.
- rispetto alla prima misurazione effettuata all’inizio dello studio, il gruppo di intervento ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo nell’intrarotazione e nell’adduzione orizzontale un mese dopo dall’intervento (i risultati ottenuti subito dopo l’intervento sono rimasti stabili), mentre il gruppo di controllo non ha mostrato alcun cambiamento. Il cambiamento nel gruppo di intervento è risultato statisticamente maggiore rispetto a quanto rilevato nel gruppo di controllo.
- Outcome secondari:
- subito dopo l’intervento i partecipanti hanno riportato un livello di rigidità minore in maniera statisticamente significativa, risultato che si è mantenuto dopo 1 mese. Il gruppo di controllo non ha mostrato cambiamenti dopo 1 minuto di attesa, ma la rigidità è diminuita in maniera statisticamente significativa dopo 1 mese. Sia subito dopo sia dopo 1 mese, la diminuzione della rigidità nel gruppo di intervento è risultata maggiore che nel gruppo di controllo in maniera statisticamente significativa.
Discussione
Movimenti ripetitivi possono indurre rigidità a livello dell’articolazione gleno-omerale riducendo così il ROM. Questo studio ha mostrato come la Manipolazione Fasciale possa contrastare e risolvere questa rigidità agendo sulla fascia profonda. Nello specifico, lo studio ha riportato miglioramenti nel ROM a livello di intrarotazione e adduzione orizzontale.
Simili risultati sono emersi in altri studi su altre tecniche, fra cui la mobilizzazione dei tessuti molli con l’aiuto di strumenti, il kinesitaping, le tecniche ad energia muscolare, la mobilizzazione articolare e il dry needling dei trigger point. A tal proposito, futuri studi dovranno comparare queste diverse terapie in modo da fornire un quadro migliore dei relativi benefici clinici e dei relativi limiti.
Se da un lato la rigidità e il minor ROM alla spalla possono essere dovuti ad alterazioni nelle strutture muscolari, capsulari e fasciali, dall’altra parte possono essere coinvolti riflessi nervosi legati alla stimolazione continua della capsula dell’articolazione gleno-omerale. Inoltre, l’eccessivo stress meccanico o l’insorgere di infiammazioni locali possono incrementare la viscosità dell’acido ialuronico inducendo una difficoltà nello scivolamento reciproco dei piani fasciali fra loro. La Manipolazione Fasciale, tramite effetti termici, meccanici e specifiche stimolazioni nervose, può agire su tutti questi meccanismi. In particolare, può ridurre la viscosità dell’acido ialuronico, e quindi della fascia, ripristinando il normale movimento degli strati fasciali. Questo effetto di rilassamento del tessuto connettivo, può poi estendersi alle vicine strutture miofasciali ripristinando un equilibrio fisiologico.
Nonostante i risultati ottenuti per quanto riguarda il ROM, bisogna considerare con cautela quando emerso dopo 1 mese in quanto simili risultati ottenuti con una sola sessione di trattamento sono relativamente eccezionali e necessitano di ulteriori approfondimenti.
Infine, questo studio ha riportato anche una diminuzione nel senso soggettivo di rigidità, risultato che si è mantenuto anche dopo 1 mese dall’intervento.
Per quanto riguarda i limiti dello studio, l’aver incluso giocatori di età anche molto diverse può aver indotto un’eterogeneità nel campione. Inoltre, non sono state registrate informazioni riguardanti la tipologia di allenamento seguito dai partecipanti durante lo studio, cosa che potrebbe aver alterato i risultati dello studio. Allo stesso modo, anche il warm-up all’inizio dello studio non è stato standardizzato, il che potrebbe aver introdotto dei bias nella misurazione del ROM. È anche mancata una valutazione sulla causa primaria della ridotta mobilità della spalla.
I risultati qui ottenuti sono da approfondire, in quanto la rigidità alla spalla in ambito sportivo può facilmente favorire infortuni.
La recensione di Osteopedia
A cura di Marco Chiera
Punti di forza: utile la rappresentazione dei risultati in grafici e tabelle; buona la discussione sul razionale della Manipolazione Fasciale; discreta analisi dei limiti dello studio.
Limiti: nonostante il calcolo della numerosità campionaria (quante persone reclutare) basato su studi precedenti, non è stato riportato il suo valore impedendo di valutare se il campione rimasto sia sufficiente. Inoltre, non è stato definito l’outcome primario su cui è stato basato il calcolo.
Manca una valutazione alla baseline di eventuali differenze fra i due gruppi, il che limita le interpretazioni effettuate sui risultati. Infatti, il gruppo di intervento sembra partito con una situazione potenzialmente peggiore rispetto al gruppo di controllo, cosa che potrebbe aver fatto risultare l’intervento più efficace di quanto non sia in effetti stato. Dopo 1 mese, infatti, i gruppi non sono così diversi, il che potrebbe indicare che l’intervento è stato efficace soprattutto nel breve termine, mentre nel lungo termine i gruppi, tutto sommato, arrivano comunque alla stessa condizione di salute.
Manca un intervento di controllo paragonabile alla Manipolazione Fasciale che escluda effetti placebo. Inoltre, più che 1 minuto di attesa, sarebbe stato più utile un tempo di attesa pari alla durata di una sessione di intervento.
Piccola nota: a livello statistico, senza impazzire fra test parametrici e non, è stato dimostrato che con gruppi più grandi di 16 persone, si può tranquillamente usare un t-test parametrico in quanto risulta robusto alle violazioni della normalità.
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