Marco Chiera
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27/08/2024 - Ultimo aggiornamento 27/08/2024

Daniel Khokhar, Bethany Powers, Musaab Yamani, Michael A Edwards | Anno 2023

I Benefici del Trattamento Manipolativo Osteopatico su un paziente con Sindrome di Ehlers-Danlos

Patologia:

Sindrome di Ehlers-Danlos

Tipo di studio:

Case Report

Data di pubblicazione della ricerca:

08-05-2023

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: riportare gli effetti dell’OMT in un paziente con sindrome di Ehlers-Danlos.
  • Outcome misurati: valutazione del dolore tramite una scala da 1 a 10, dei sintomi e di qualsiasi outcome soggettivo riportato dal paziente.

Partecipanti

  • Numero: 1
  • Descrizione: uomo, 36 anni. Sindrome di Ehlers-Danlos di tipo classico (con mutazione del gene COL5A1) diagnosticata nell’adolescenza, con dolore cronico generalizzato di 5 su 10. Il dolore interessava collo, schiena, anche, cosce, piedi e comportava difficoltà respiratorie e costipazione. Ha voluto lui stesso provare l’OMT come terapia.
    Durante la prima visita clinica, un esame fisico e palpatorio ha rivelato numerose disfunzioni somatiche diffuse in tutto il corpo: da un’iper-tonicità suboccipitale bilaterale fino ad un punto di counterstrain nel legamento talofibulare anteriore destro e diversi punti di Chapman per i colon ascendente e discendente.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione del dolore tramite una scala da 1 a 10, dei sintomi e di qualsiasi outcome soggettivo riportato dal paziente.
  • 3 sessioni settimanali.
  • OMT:
    • personalizzato sulle disfunzioni somatiche rilevate;
    • tecniche: di rilascio suboccipitale; di Still per le disfunzioni atlanto-occipitali e atlanto-assiali; sui tessuti molli e di rilascio miofasciale per l’ipertonicità spinale, sulla fascia lata, dei quadranti addominali e gli arti inferiori; ad energia muscolare per le disfunzioni segmentali delle costole, toraciche e lombari e gli arti inferiori; ad alta velocità bassa ampiezza per la disfunzione inspiratoria costale; di rilascio con movimento rotatorio per i punti di Chapman del colon; di counterstrain per il legamento talofibulare anteriore.
  • Al paziente sono stati consigli esercizi di allungamento muscolare e di rafforzamento del core e della schiena da eseguire a casa. Inoltre, gli è stato consigliato di usare il ghiaccio in caso di dolore muscolare e di rimanere ben idratato.
  • OMT eseguito da uno studente sotto supervisione.

Risultati

Dopo la prima visita, le disfunzioni somatiche sono risultate ridotte e il paziente ha riferito un miglioramento del dolore (da 5 a 2 su 10) e dello stato di salute generale: miglior respiro, miglior funzionalità gastrointestinale e minor restrizione nel movimento.

Nove giorni dopo, alla seconda visita, il paziente ha riportato un miglioramento dei sintomi, che però hanno cominciato a riapparire dopo 48 ore dal trattamento. Il dolore è arrivato a 6 su 10 e sono inoltre emersi alcuni segnali di tachicardia (106 battiti al minuto) e ipertensione (140/80 mmHg): il paziente ha attribuito questa situazione all’ansia di dover attendere un nuovo trattamento. Il nuovo esame fisico ha mostrato nuove disfunzioni somatiche distribuite su tutto il corpo. Dopo il trattamento, il dolore è stato ridotto a 1 su 10 e il paziente ha riferito nuovamente dei miglioramenti nel movimento e nella respirazione.

Una settimana dopo, alla terza visita, il paziente ha riferito che i sintomi sono rimasti alleviati per 5 giorni. Ha presentato nuovamente dolore a 6 su 10, tachicardia (111 battiti al minuto) e ipertensione (142/88 mmHg), attribuendo la causa ancora all’ansia. Il nuovo esame fisico ha rilevato disfunzioni suboccipitali, toraciche, lombari e a livello di trapezio, deltoide, tensore delle fascia lata. Dopo il trattamento, il paziente ha espresso di sentire un miglioramento sintomatico complessivo: il dolore è sceso nuovamente a 1 su 10 e la respirazione è risultata molto più libera.

Nonostante il consiglio di tornare ad un nuovo follow-up due settimane dopo, il paziente non si è presentato.

Discussione

Al paziente sono stati spiegati tutti i possibili pro e contro derivanti dall’OMT in quanto non è presente un’importante letteratura su OMT e sindrome di Ehlers-Danlos, in modo da accertarsi che fosse convinto di provare questa terapia.

Inizialmente, il paziente ha lamentato rigidità, dispnea e costipazione, sintomi che la letteratura mostra particolarmente presenti in persone con sindrome di Ehlers-Danlos.

La compromissione dell’integrità del collagene presente in questa sindrome necessita di un approccio terapeutico interdisciplinare: se da un lato si agisce tramite fisioterapia, terapia occupazionale e gestione del dolore, dall’altro lato i disturbi gastrointestinali, cardiovascolari e respiratori vengono gestiti farmacologicamente.

A fronte dei risultati di questo caso e di altri studi presenti in letteratura, l’OMT potrebbe essere una terapia utile da aggiungere per il sollievo sintomatico. Nel nostro caso, è stato interessante come dopo ogni seduta aumentasse la durata del sollievo dei sintomi riportati dal paziente.

Servono quindi ricerche cliniche che aiutino a definire indicazioni e controindicazioni dell’uso dell’OMT in caso di sindrome di Ehlers-Danlos. Serve usare misure oggettive e valutare se sia più utile un trattamento personalizzato sulle disfunzioni dei pazienti o un trattamento standardizzato per evitare eventuali effetti avversi.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: buon report delle disfunzioni emerse e delle tecniche usate per trattarle; interessante l’aver riportato le considerazioni del paziente sui suoi sintomi di tachicardia.

Limiti: come tutti i case report, è difficilmente generalizzabile. Manca una definizione degli esercizi consigliati al paziente. Piuttosto che relegarle alle ultime righe delle conclusioni, sarebbe stato interessante espandere nella discussione le riflessioni sulle possibili indicazioni e controindicazioni dell’OMT in caso di sindrome di Ehlers-Danlos: in questo modo, questo case report sarebbe risultato davvero un ottimo punto di partenza per studi futuri.

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