Marco Chiera
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03/06/2024 - Ultimo aggiornamento 03/06/2024

Fulvio Dal Farra, Andrea Bergna, Christian Lunghi, Irene Bruini, Matteo Galli, Luca Vismara, Marco Tramontano | Anno 2024

Effetti biologici riportati a seguito del Trattamento Manipolativo Osteopatico: una revisione comprensiva di mappatura

Ambito:

Effetti biologici dell'OMT

Tipo di studio:

Revisione di mappatura

Data di pubblicazione della ricerca:

27-04-2024

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: riportare gli effetti biologici dell’OMT presenti in letteratura, mappando l’evoluzione della ricerca per dare nuovi spunti terapeutici.
  • Outcome misurati: valutazione di qualsiasi effetto biologico indotto dall’OMT.

Metodi

  • Articoli analizzati: 146
  • Stringa di ricerca:
    • ricerca di ogni effetto biologico derivante dall’OMT in ogni popolazione e in ogni situazione;
    • combinazione di termini liberi o come MeSH relativi all’OMT e a tecniche sui tessuti molli, ad alta velocità bassa ampiezza, craniosacrali, di rilascio miofasciale e viscerali;
    • combinazione di termini liberi o come MeSH relativi ad effetti biologici osservabili e misurabili in termini di cambiamenti dei processi fisiologici, fra cui dinamiche muscoloscheletriche, funzioni neurofisiologiche, flusso circolatorio o linfatico, etc.
  • Criteri di inclusione:
    • studi originali che hanno riportato effetti biologici derivanti dall’OMT, anche su persone sane;
    • sono state incluse anche le revisioni sistematiche e le meta-analisi in quanto possono generare conclusioni nuove rispetto agli studi analizzati;
    • studi su OMT standardizzato, semi-standardizzato e personalizzato (black-box).
  • Criteri di esclusione:
    • revisioni narrative, lettere, atti di conferenze, editoriali e commenti;
    • studi su singole tecniche;
    • studi in cui gli operatori erano al di fuori dell’ambito osteopatico;
    • studi che hanno valutato come outcome attività motorie o stato funzionale, in quanto questi effetti dipendono dall’ambiente esterno.

Caratteristiche degli studi

  • 105 trial clinici, di cui 65 RCT.
  • 15 studi osservazionali.
  • 14 case report.
  • 12 revisioni sistematiche e meta-analisi.
  • 48 studi pubblicati su riviste osteopatiche e 98 studi pubblicati su riviste non osteopatiche.

Partecipanti

  • Numero nello studio più piccolo: 1 persona.
  • Numero nello studio più grande: 140 persone.
  • Numero totale: 4.295 persone, con età media 34,1 anni.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione di effetti biologici misurati tramite strumenti o cambiamenti nei sintomi.
  • In media 3,27 sessioni da 26,2 minuti.
  • OMT:
    • trattamento standardizzato, semi-standardizzato o personalizzato;
    • tecniche di rilascio miofasciale, craniosacrali, mobilizzazione articolare, bilanciamento delle tensioni legamentose, ad energia muscolare, ad alta velocità bassa ampiezza, linfatiche, strain-counterstrain, viscerali, indirette e biodinamiche;
    • diretto a diverse regioni del corpo.
  • Controllo:
    • trattamento sham (fittizio), cure standard, esercizi, farmaci, altri interventi, combinazioni di questi interventi o nessun intervento.

Risultati

  • Outcome:
    • gli studi hanno riguardato le seguenti condizioni: 45 studi su persone sane, 31 studi il dolore muscoloscheletrico, 15 studi le malattie cardiovascolari, 10 studi i disturbi ginecologici, 10 studi i disturbi neurologici. Gli altri studi hanno riguardato funzioni respiratorie, circolatorie e neurologiche;
    • come effetti biologici analizzati: 59 studi hanno riguardato outcome neurofisiologici, 30 studi outcome muscoloscheletrici, 20 studi outcome cardiovascolari e linfatici, 16 studi outcome respiratori, 8 studi outcome immunologici, 6 studi outcome gastrointestinali, mentre 7 studi hanno riguardato altri outcome biologici;
    • 122 studi hanno evidenziato una modifica nei parametri biologici analizzati: in particolare, tutti i studi su outcome metabolici o immunitari hanno riportato dei cambiamenti, seguiti poi dagli studi su outcome cardiovascolari e linfatici, su outcome neurofisiologici, su outcome gastrointestinali, muscoloscheletrici o altri. Solo metà degli studi su outcome respiratori ha rilevato dei cambiamenti;
    • come metodi di valutazione: 26 studi hanno usato l’elettrofisiologia, 15 studi la spirometria 10 studi gli ultrasuoni, 9 studi i test di laboratorio, 9 studi la pressione sanguigna, 7 studi la risonanza magnetica e 7 studi la risoluzione dei sintomi. Bisogna notare che 31 studi hanno usato una combinazione di queste metodiche;
    • la ricerca è aumentata dagli anni 2000, in particolare nel periodo fra il 2019 e il 2021;
    • sono stati eseguiti 56 studi negli USA, 33 studi in Italia, 12 in Brasile, 10 in Spagna, 9 in Polonia, 4 nel Regno Unito, e 22 in altri stati;
    • 86 studi hanno applicato un trattamento standardizzato 41 studi un trattamento personalizzato e 19 studi un trattamento non standardizzato;
    • in 66 studi le aree trattate sono state vicine all’area anatomica legata alla condizione clinica di interesse;
    • 87 studi hanno incluso un gruppo di controllo: 56 studi hanno usato un trattamento sham, 14 studi nessun intervento, 11 studi le cure standard, 5 studi degli esercizi, 2 studi dei farmaci e 4 studi altre forme di intervento. 21 studi, come controllo, hanno usato combinazione degli interventi citati;
    • 100 studi hanno usato una combinazione di diverse tecniche osteopatiche, 93 studi hanno usato tecniche di rilascio miofasciale, 62 studi studi tecniche craniosacrali, 45 studi tecniche di mobilizzazione articolare, 32 studi tecniche di bilanciamento delle tensioni legamentose, 27 studi tecniche ad energia muscolare, 25 studi tecniche ad alta velocità bassa ampiezza, 19 studi tecniche linfatiche, 12 studi tecniche di strain-counterstrain, 12 studi tecniche viscerali, 9 studi tecniche indirette e 1 studio tecniche biodinamiche;
    • 46 studi hanno considerato le disfunzioni somatiche, mentre 89 studi no (negli altri studi non era chiaro);
    • infine, 67 studi sono stati eseguiti in centri di ricerca universitari o in istituti di formazione osteopatica, 29 studi in centri ambulatoriali, 26 studi in centri ospedalieri, 1 studio in uno studio privato e 1 studio in laboratorio. Gli altri studi non hanno specificato dove sono stati eseguiti.

Discussione

Evidenziare gli effetti biologici documentati dell’OMT è fondamentale per comprendere come applicare clinicamente l’OMT e per indirizzare sia la ricerca sia le politiche sanitarie.

La ricerca sull’OMT è cresciuta negli anni, soprattutto negli USA e in Italia, seguiti da Brasile, Spagna, Polonia e Regno Unito. Questi dati risultano coerenti con studi precedenti e potrebbero dipendere dalle diverse regolamentazioni nazionali relative alla professione osteopatica. Dall’altra parte, l’aumento della ricerca sembra essere dovuto alle innovazioni tecnologiche, le quali hanno permesso ai ricercatori di addentrarsi maggiormente nello studio degli effetti biologici dell’OMT sia nella diversità culturale a livello mondiale. Inoltre, la rilevazione che circa 98 studi su 146 (quindi il 67%) sono stati pubblicati su riviste non osteopatiche denota l’interesse che il mondo scientifico ha verso l’OMT. Pertanto, serve una diffusione maggiore della ricerca osteopatica, soprattutto nell’ambito delle malattie croniche e caratterizzate da disabilità.

Indipendentemente dalla loro effettiva rilevanza, la ricerca ha mostrato l’analisi di diversi effetti biologici tramite diversi strumenti di valutazione, a dimostrazione del fatto che la medicina osteopatica è nata come approccio diretto alla globalità della persona. Nell’OMT, infatti, si cerca di riequilibrare il funzionamento dei diversi sistemi organici, affinché possano interagire al meglio e sostenere la salute. Ciononostante, la stragrande maggioranza degli effetti biologici analizzati ricade nell’ambito neurologico, molto probabilmente per l’attenzione data negli anni al sistema nervoso autonomico come importante sistema di regolazione dell’omeostasi e della salute. Benché ovviamente da approfondire con ulteriori ricerche, si potrebbe quindi ipotizzare che il sistema nervoso rappresenta il principale bersaglio su cui cui l’OMT agisce e, viceversa, che l’esame palpatorio osteopatico può risultare particolarmente utile per indagare la funzione del sistema nervoso.

A livello di metodologia della ricerca, in osteopatia come nelle altre terapie manuali si riscontra spesso un’elevata eterogeneità legata alle tecniche usate, al numero e alla durata delle sessioni, agli operatori che eseguono l’OMT, etc., senza contare che spesso la descrizione dei materiali e metodi dello studio è di bassa qualità. Dall’altra parte, bisogna anche dire che quando si usano dei protocolli standardizzati, questi sono lontani dalla pratica clinica quotidiana. Tutti questi elementi impediscono di generalizzare i risultati ottenuti nei diversi studi.

Inoltre, in alcuni casi gli effetti biologici indotti dall’OMT riguardano alcuni parametri fisiologici il cui cambiamento non necessariamente correla con miglioramenti clinici. Pertanto, a fronte anche di risultati discordanti che emergono in determinate aree (es. funzione respiratoria) e della carenza di studi in altre aree (es. immunità), servono ulteriori studi per dimostrare con forza l’utilità dell’OMT in situazioni soprattutto croniche.

A fronte dello stato della letteratura, la ricerca sull’OMT potrebbe seguire diverse strade: in primis, valutare l’impatto clinico delle modifiche indotte sul sistema nervoso autonomico; allo stesso modo, indagare i correlati clinici delle modificazioni cerebrali che alcuni studi hanno rilevato a seguito dell’OMT, in particolare in situazioni di dolore nociplastico e cronico. In seguito, sarebbe interessante valutare se gli effetti biologici rilevati in ambito osteopatico sono “propri” dell’osteopatia oppure condivisibili con altri approcci manipolativi: a tal fine, servirebbe definire quelle tecniche prettamente osteopatiche (es. le tecniche indirette o di “esagerazione”) e valutarne l’efficacia. Infine, bisognerebbe definire nuove strategie e standard di valutazione manuale, in quanto ad oggi i sistemi usati hanno bassi livelli di affidabilità e validità, e senza una diagnosi efficace difficilmente si può attuare un’efficace terapia.

Questa revisione ha diversi limiti: in primis, alcuni studi potrebbero non essere stati inclusi; gli studi inclusi potrebbero aver adottato ulteriori interventi non citati nei loro protocolli; non sono stati analizzati effetti specifici divisi per tecnica applicata; a causa della sua natura esplorativa, questa revisione non può dare indicazioni di evidenza o efficacia sull’OMT.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: viene eseguita una panoramica comprensiva dello stato attuale della ricerca in osteopatia che mostra punti di forza e di debolezza, oltre che spunti per migliorare la ricerca; buona presentazione dei risultati (anche tramite grafici e tabelle) e loro discussione; viene sottolineato come spesso gli studi riportano effetti biologici che però non necessariamente hanno ripercussioni cliniche.

Limiti: come citato dagli autori, vi è la possibilità che diversi studi siano stati tralasciati; non si è parlato di effetti avversi, aspetto centrale per l’utilità di una terapia, e sicuramente aspetto critico per la ricerca osteopatica in quanto spesso gli studi non li riportano.
Magari gli autori avrebbero potuto eseguire una suddivisione anche per tipologie di pazienti (età pediatrica, adulti, anziani, uomini, donne, etc.)
Piccola nota: più che presentare il numero degli studi in termini di percentuali sul totale, sarebbe stato meglio presentarli in termini di numeri assoluti (più semplici da gestire e più chiari), anche perché vi è qualche refuso qua e là.

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