Marco Chiera
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30/04/2024 - Ultimo aggiornamento 30/04/2024

Manu Goyal, Amit Aggarwal, Kanu Goyal, Preeti Garg | Anno 2017

Efficacia della terapia osteopatica nel trattamento della Fibrosi Sottomucosa Orale

Ambito:

Fibrosi sottomucosa orale

Tipo di studio:

Case Report

Data di pubblicazione della ricerca:

01-03-2017

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: riportare l’utilità dell’OMT nel trattare un caso di trisma (contrattura dolorosa dei muscoli masticatori) dovuto ad una condizione di fibrosi sottomucosa orale.
  • Outcome misurati: valutazione dei sintomi e dell’apertura della bocca.

Partecipanti

  • Numero: 1
  • Descrizione: uomo, 30 anni. Da 4 anni, difficoltà nell’apertura della bocca e impossibilità a mangiare cibi piccanti. Per 10 anni, ha consumato noce di areca (5-6 pacchetti al giorno) e tabacco (10 sigarette al giorno), abitudini smesse l’anno prima. Trattato con farmaci (applicazione topica e assunzione orale) per 6 mesi, con buon sollievo dal bruciore ma senza effetti particolari sull’apertura della bocca. Il paziente non ha ricevuto consigli sulla dieta, ma la sua condizione lo ha portato a ridurre l’introito di cibo solido: poteva infatti consumare solo cibi semisolidi.
    Un odontoiatria specialista di questi casi ha rilevato un’apertura della bocca con una distanza inter-incisale di circa 10 mm, un’imbiancatura della mucosa buccale bilaterale e del palato molle, e una protrusione della lingua leggermente limitata. L’odontoiatra ha anche notato, alla palpazione, spesse bande fibrose bilateralmente nella mucosa buccale vicino all’area del trigono mandibolare. La panoramica ha rilevato una perdita ossea generalizzata nell’arcata inferiore e un impatto dei denti del giudizio (ad esclusione di quello superiore destro). Di conseguenza, è stata effettuata una diagnosi di fibrosi sottomucosa orale grave (grado 3).
    L’esame osteopatico ha rilevato una mobilità limitata a livello di sacro, base dell’occipite, stretto toracico e regione anteriore del collo, oltre che dolore a livello di giunzione gastroesofagea, sfintere di Oddi, regione sopraclaveare e muscoli temporale e massetere.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione dei sintomi e dell’apertura della bocca a 2 settimane, 4 settimane e 3 mesi.
  • 2 sessioni a settimana da 30-35 minuti.
  • OMT:
    • rilascio dei principali diaframmi, rilascio sacrale, rilascio atlo-occipitale, rocking del tubo durale, rilascio della giunzione gastroesofagea e dello sfintere di Oddi, rilascio dei legamenti pleurovertebrali, tecniche intra-orali su vomere e suture mascellari, rilascio della fascia sopraioidea, rilascio del pterigoideo, rilascio della fascia temporale, counterstrain al muscolo massetere.
    • in seguito (dalla 2^ settimana), aggiunta di tecniche di distrazione e compressione dell’articolazione temporo-mandibolare.
  • Esercizi domiciliari (dalla 4^ settimana) con l’aiuto di spatole di legno.

Risultati

Dopo 3 mesi di trattamento, la distanza inter-incisale è passata da 10 mm a 22 mm.

Discussione

La fibrosi sottomucosa orale è una condizione particolarmente debilitante che può evolvere in senso maligno e per cui si tendono ad usare molteplici modalità di trattamento (iniezioni o uso sistemico di glucorticoidi, collagenasi, interferone, citochine antifibrotiche, integratori, etc.) al fine di contenerne l’evoluzione, a fronte del fatto che non esiste un trattamento standard e si può arrivare anche all’intervento chirurgico, il quale però può indurre nuove fibrosi e peggiorare la disabilità.

Dato che l’osteopatia prevede un approccio di stimolazione e regolazione dei principali sistemi dell’organismo (sistema nervoso, sistema circolatorio, colonna vertebrale, visceri e diaframmi toracico e pelvico), l’OMT potrebbe risultare una terapia utile in caso di fibrosi sottomucosa orale.

In questo caso, le tecniche usate hanno mirato a trattare le disfunzioni temporali, sacrali, craniche, sfenoidali e ioidee per normalizzare il meccanismo respiratorio primario, la tensione durale, gli stress torsionali e, quindi, la mobilità della mandibola. Così facendo, il paziente stesso ha riferito un significativo miglioramento soggettivo e obiettivo.

Questo studio rappresenta quindi il primo passo per integrare l’OMT nelle cure standard dei pazienti con fibrosi sottomucosa orale. Futuri studi dovranno reclutare un largo numero di pazienti, eseguire misurazioni oggettive più articolate e definire un periodo di follow-up più lungo, superando così i limiti di questo studio. Se l’OMT dovesse rivelarsi una terapia utile, potrebbe anche ridurre il rischio che questa malattia evolva in lesioni precancerose o peggio.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: primo studio su OMT e fibrosi sottomucosa orale; semplici indicazioni su come proseguire la ricerca in questo ambito; buona presentazione delle tecniche utilizzate.

Limiti: come tutti i case report, è difficilmente generalizzabile. Manca una descrizione degli esercizi dati al paziente. Dato che gli autori hanno riportato di aver eseguito valutazioni a 2 e 4 settimane, sarebbe stato utile conoscerne l’esito per meglio avere un’idea delle progressione del paziente. Nella discussione sarebbe stato meglio approfondire gli effetti dell’OMT alla luce delle nuove evidenze scientifiche piuttosto che rifarsi al meccanismo respiratorio primario o a concetti “prettamente osteopatici”, soprattutto nell’ottica di integrare l’OMT con altre terapie sanitarie..

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