Marco Chiera
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02/04/2024 - Ultimo aggiornamento 02/04/2024

Chandler G. Randall, Heather A. Paul, Heather Lumley, Angelica Ortega, Jace Rowley, Bailey Brown, Sukanya Mohan, Kristina Smith, Thomas Messer, Emily Swan, Rohit S. Mehra | Anno 2024

Trattamento Manipolativo Osteopatico durante il recupero post-operatorio: una revisione di scopo

Patologia:

Ricovero postoperatorio

Tipo di studio:

Revisione di scopo

Data di pubblicazione della ricerca:

15-02-2024

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: valutare l’uso e l’efficacia dell’OMT nel gestire i pazienti nel periodo post-operatorio, al fine di valutare come potrebbe essere inserito negli standard di cura.
  • Outcome misurati:
    • Primari: valutazione di outcome relativi al periodo post-operatorio.

Metodi

  • Articoli analizzati: 30
  • Stringa di ricerca: la ricerca ha seguito la domanda “Quali sono i benefici dell’OMT nei pazienti post-operatori?”. Combinazione dei seguenti termini, liberi o come MeSH:
    • postoperati*, ‘post surg*’, postsurg*;
    • postoperative period;
    • ‘manipulative medicine’, ‘soft tissue therapy’, ‘musculoskeletal manipulation’, ‘trigger point therapy’, omm, omt, osteopath*;
    • trigger point therapy;
    • soft tissue therapy;
    • osteopathic medicine.
  • Criteri di inclusione:
    • popolazione di ogni età;
    • setting post-operativo nell’ambito di ospedali, cliniche private o centri di riabilitazione;
    • uso dell’OMT;
    • studi pubblicati secondo peer-review, in inglese, di ogni tempo;
    • studi a basso o moderato rischio di bias secondo l’Appraisal Tool del Joanna Briggs Institute (JBI).
  • Criteri di esclusione:
    • uso di agopuntura, fisioterapia, chiropratica, altre terapie non osteopatiche;
    • uso di terapie osteopatiche non eseguite da un osteopata o eseguite da uno studente non supervisionato;
    • non aver ricevuto trattamento nel periodo post-operatorio;
    • editoriali, revisioni sistematiche, meta-analisi, altre revisioni di scopo;
    • articoli tradotti in inglese;
    • studi ad alto rischio di bias secondo il JBI.

Caratteristiche degli studi

  • 30 studi.
  • 9 studi in chirurgia generale.
  • 6 studi in chirurgia cardiotoracica.
  • 6 studi in chirurgia ortopedica.
  • 4 studi in chirurgia spinale.
  • 3 studi in neurochirurgia.
  • 1 studio in chirurgia otorinlaringoiatrica.
  • 1 studio in chirurgia oro-maxillofacciale.
  • 1 studio in chirurgia ginecologica.
  • Studi valutati a rischio basso-moderato secondo il JBI.

Partecipanti

  • Numero nello studio più piccolo: 1 persona nel gruppo di trattamento.
  • Numero nello studio più grande: 172 persone nel gruppo di trattamento e 139 persone nel gruppo di controllo.
  • Numero totale: 911 persone, di cui 521 persone nel gruppo di trattamento e 390 persone nel gruppo di controllo.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione di outcome relativi al periodo post-operatorio.
  • OMT: tecniche di bilanciamento delle tensioni legamentose, counterstrain, rilascio posizionale facilitato, alta velocità bassa ampiezza, ad energia muscolare, rilascio miofasciale, sui tessuti molli.
  • Controllo:
    • trattamento sham (fittizio), esercizio fisico, farmaci (morfina).

Risultati

  • Outcome primari:
    • Chirurgia generale:
      • 3 case report, 2 serie di casi, 2 studi randomizzati controllati, 1 studio di coorte, 1 studio qualitativo;
      • sono state usate soprattutto tecniche di rilascio miofasciale, ad energia muscolare e craniali;
      • 3 studi sull’ileo post-operatorio, 3 studi su resezioni gastrointestinali e 4 studi su procedure laparoscopiche;
      • 2 studi hanno riportato una riduzione della durata del ricovero ospedaliero, 4 studi un significativo sollievo dal dolore, 1 studio una riduzione nell’uso di oppioidi, 3 studi miglioramenti nel movimento intestinale. Lo studio qualitativo ha mostrato che pazienti ricoverati post-interventi di appendicite, diverticolite, ernie, problemi ortopedici o ginecologici hanno avuto bisogno di meno antidolorifici, hanno avuto meno dolore, ansia e stress e hanno avuto miglior recupero e comfort.
    • Chirurgia cardiotoracica:
      • 2 studi randomizzati controllati, 2 studi quasi-sperimentali, 1 case report, 1 serie di casi.
      • 3 studi sul bypass coronarico, 1 studio su toracotomia posterolaterale, 1 studio su resezione toraco-addominale dell’esofago, 1 studio su escissione di un leiomiosarcoma polmonare primario;
      • sono state usate soprattutto tecniche di rilascio miofasciale, di sollevamento delle costole, ad energia muscolare e sul diaframma;
      • lo studio sulla toracotomia non ha rilevato differenze statisticamente significative nella durata del ricovero, mentre lo studio sul leiomiosarcoma ha riportato che l’OMT è stato usato per migliorare il flusso linfatico. Uno studio sul bypass ha riportato livelli di dolore minore nel gruppo OMT a 12 e 52 settimane, e nessuna differenza statisticamente significativa per quanto riguardava funzione polmonare, rigidità toracica, qualità della vita o capacità aerobica massima. Gli altri 2 studi sul bypass hanno evidenziato cambiamenti positivi nell’emodinamica cardiaca, una riduzione della durata del ricovero, un recupero più veloce della funzionalità intestinale e della funzione post-operatoria. Anche lo studio sulla resezione toraco-addominale ha mostrato meno dolore e rigidità toracica; in questo studio, inoltre, i pazienti hanno espresso di essere propensi a raccomandare l’OMT agli amici.
    • Chirurgia ortopedica:
      • 4 case report, 1 studio randomizzato controllato;
      • 1 studio sulla riparazione aperta del tendine del sovraspinato, 3 studi su artroplastica del ginocchio, riparazione del LCA, meniscectomia artroscopica e artroplastica totale del ginocchio destro, 1 studio su artroplastica del ginocchio, artroplastica dell’anca e fissazione interna a riduzione aperta;
      • sono state usate soprattutto tecniche ad energia muscolare e di rilascio miofasciale;
      • lo studio randomizzato sulla chirurgia agli arti inferiori ha riportato una maggior durata del ricovero e una peggior riabilitazione nei pazienti con osteoartrite al ginocchio in caso di OMT; inoltre, l’OMT è risultato simile al trattamento sham nel ridurre l’uso quotidiano di analgesici. Uno studio sull’ileo post-operatorio indotto da narcotici ha evidenziato il recupero del movimento intestinale il giorno stesso dell’intervento. I quattro case report hanno evidenziato riduzione del dolore, del gonfiore, del tempo di recupero, aumento del range of motion (ROM) e miglioramento nelle complicanze post-operatorie di singhiozzo e stitichezza.
    • Chirurgia spinale:
      • 3 studi randomizzati controllati, 1 case report;
      • 3 studi su microdiscectomie lombari, 1 studio su una laminectomia;
      • sono state usate soprattutto tecniche di rilascio neuromuscolare, sui tessuti molli, ad energia muscolare e di rilascio miofasciale;
      • sono emersi diversi effetti fra cui riduzione del dolore percepito, del dolore residuo a schiena e gamba e dell’uso di analgesici.
    • Neurochirurgia:
      • 3 case report;
      • 1 studio su decompressione cervicale per un ependimoma cervicale, 1 studio su decompressione di tipo I di Arnold Chiari, 1 studio su craniotomia per la rimozione di meningioma;
      • sono state usate soprattutto tecniche craniali, di rilascio miofasciale e di counterstrain;
      • sono emersi effetti quali riduzione del dolore, delle disfunzioni neurologiche post-operatorie e aumento della funzionalità.
    • Chirurgia otorinolaringoiatrica:
      • 1 case report;
      • 1 studio sull’escissione di un granuloma ostruttivo a seguito di trauma contusivo;
      • sono state usate tecniche sui tessuti molli e articolari;
      • l’OMT ha aiutato il recupero e il ritorno alla piena funzionalità vocale.
    • Chirurgia orale/maxillofacciale:
      • 1 case report;
      • 1 studio su dolore persistente alla mascella destra e al dente dieci anni dopo l’escissione di un molare;
      • sono state usate tecniche ad alta velocità bassa ampiezza, sui tessuti molli e craniali;
      • è emersa la completa risoluzione del dolore.
    • Chirurgia ginecologica:
      • 1 case report;
      • 1 studio su isterectomia addominale totale elettiva;
      • sono state usate tecniche di rilascio miofasciale e sui tessuti molli;
      • l’OMT ha potenziato l’analgesia con morfina pre e post-operatoria nel periodo post-operatorio.

Discussione

La maggior parte degli studi analizzati ha riportato effetti positivi dell’OMT nei pazienti post-operatori. L’unica eccezione importante è uno studio randomizzato controllato su pazienti con osteoartrite al ginocchio. Di conseguenza, l’OMT si mostra come un trattamento flessibile ed adattabile a diversi tipi di chirurgia.

Tutti gli studi di chirurgia generale hanno mostrato effetti positivi: riduzione della durata del ricovero ospedaliero, del dolore, dell’uso di analgesici, oltre che sollievo dalla disfunzione somatica e miglioramento dei movimenti intestinali.

Gli studi di cardiochirurgia hanno mostrato riduzione del dolore, dell’ansia, dello stress, del ricovero ospedaliero, dell’uso di analgesici, oltre che cambiamenti emodinamici benefici, miglior recupero e comfort.

Gli studi di chirurgia ortopedica e spinale hanno mostrato minor dolore e gonfiore, oltre che miglior ROM e gestione delle complicanze post-operatorie. Uno di questi studi ha riportato un’efficacia maggiore dell’OMT rispetto all’uso di esercizi domestici, tenuto conto che uno studio ha evidenziato benefici a 2 anni dall’intervento chirurgico.

Gli studi di neurochirurgia hanno mostrato correzione dell’emianopsia, aumento della funzione cervicale e diminuzione di dolore e disfunzioni strutturali e neurologiche.

Gli studi sugli altri tipi di chirurgia hanno mostrato una risoluzione dei vari problemi riportati dei pazienti e un minor uso di oppioidi.

Questa revisione ha dei limiti: 14 dei 30 studi sono stati case report, e quindi hanno riguardato 1 solo paziente. Inoltre, anche altri studi sono stati effettuati su un campione piccolo, limitandone la possibilità di generalizzazione dei risultati. Per quanto riguarda gli studi randomizzati controllati, non sempre sono stati usati dei controlli sham per evitare che i soggetti reclutati riconoscessero di star ricevendo l’OMT. Alcuni studi hanno permesso anche a studenti di osteopatia di eseguire dei trattamenti, mentre altri studi retrospettici possono aver sofferto del bias di selezione. Diversi studi non hanno ben descritto il trattamento utilizzato, rendendo così difficile la loro replicabilità. Infine, in questa revisione sono stati inclusi anche studi a moderato rischio di bias, nonostante secondo il JBI solo gli studi a basso rischio di bias avrebbero dovuto essere ammessi.

Nonostante questi limiti, l’OMT dovrebbe essere una terapia da mettere a disposizione dei pazienti nel loro periodo post-operatorio dati i benefici emersi. Futuri studi dovranno definire e descrivere adeguatamente il trattamento usato, i gruppi di controllo, come vengono reclutati i soggetti e assicurarsi che questi non abbiano ricevuto in passato l’OMT Inoltre, serve definire una segnalazione uniforme riguardante gli eventi avversi, in modo da meglio paragonare l’OMT alle cure standard.

Dimostrare l’efficacia dell’OMT potrebbe anche spingere le compagnie assicurative a considerarne la copertura.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: buona descrizione degli studi e delle loro caratteristiche; inclusione di diversi tipi di studio (da case report a studi randomizzati controllati); buon report dei passaggi seguiti nella selezione degli studi; buona analisi dei limiti degli studi; consigli su come poter migliorare.

Limiti: non è presente alcuna sezione relativa agli effetti avversi, nonostante l’analisi degli studi abbia contemplato questo aspetto.

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