Marco Chiera
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04/03/2024 - Ultimo aggiornamento 04/03/2024

Małgorzata Wójcik, Bruno Bordoni, Idzi Siatkowski, Ewa Żekanowska | Anno 2023

L’Effetto della Terapia Craniosacrale sui livelli sanguigni degli ormoni dello stress in pompieri cadetti maschi: uno Studio Randomizzato Controllato

Patologia:

Stress

Tipo di studio:

Trial randomizzato controllato

Data di pubblicazione della ricerca:

08-11-2023

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: valutare gli effetti della terapia craniosacrale sui livelli degli ormoni dello stress in pompieri cadetti maschi sani.
  • Outcome misurati:
    • Outcome primari: valutazione del cortisolo e dell’ormone rilasciante la corticotropina (CRH) sierici.

Partecipanti

  • Numero: 57 uomini (età media 21,63 anni).
  • Criteri di inclusione: uomini e cadetti in un’accademia per pompieri.
    • I partecipanti sono stati volontari.
  • Criteri di esclusione: fumatori, abuso di alcool, uso di caffeina >300mg al giorno, farmaci, uso di droghe, l’aver riportato malattie mediche, disordini endocrini, cardiovascolari o psichiatrici, terapia fisioterapica od osteopatica in atto o ricevuta in passato.
  • Gruppi di studio: 2 gruppi ottenuti tramite randomizzazione.
    • Gruppo 1: terapia craniosacrale, 30 uomini.
    • Gruppo 2: trattamento sham (fittizio), 27 uomini.
    • I partecipanti sono rimasti in caserma nelle stesse condizioni per tutta la durata dello studio.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione del cortisolo e del CRH tramite esami sanguigni all’inizio e alla fine dello studio (dopo 5 settimane).
    • Il sangue è stato preso dalle vena cefalica del braccio fra le 7 e 9 del mattino.
  • 5 sessioni settimanali di 20 minuti fra le 9:30 e le 13.
  • Terapia craniosacrale: compressione e trazione del sacro, articolazione atlo-occipitale, mobilizzazione dell’osso frontale, delle ossa parietali, dello sfenoide e delle ossa temporali, compressione del quarto ventricolo.
  • Trattamento sham: la testa dei soggetti veniva sostenuta tramite la presa di Sutherland senza applicare alcuna tecnica.
  • Il trattamento è stato eseguito da uno stesso terapista.

Risultati

  • Outcome primari: partendo da valori comparabili all’inizio dello studio, alla fine dello studio il gruppo che ricevuto la terapia craniosacrale ha mostrato maggior CRH e minor cortisolo rispetto al gruppo di controllo, risultati che hanno mostrato una significatività statistica.
    La terapia craniosacrale ha portato ad un aumento statisticamente significativo del CRH alla fine dello studio rispetto all’inizio dello studio.
    La terapia craniosacrale ha portato ad una diminuzione del cortisolo alla fine dello studio rispetto all’inizio dello studio che ha quasi raggiunto la significatività statistica.

Discussione

La terapia craniosacrale ha aumentato il CRH e diminuito il cortisolo rispetto al trattamento sham, risultati che confermano l’azione rilassante, anti-stress e regolatrice del sistema nervoso autonomico dell’OMT emersa in altri studi.

Un minor cortisolo e un maggior CRH favoriscono infatti la presenza di un asse dello stress in grado di rispondere correttamente alle sfide ambientali, garantendo al contempo una buona risposta immunitaria ed infiammatoria. Dato che alterazioni di questi due ormoni non si trovano solo in malattie fisiche, quali patologie cardiovascolari, ma anche in modificazioni dell’umore, depressione e altre condizioni psicologiche, l’effetto rilevato in questo studio può giovare molteplici categorie di persone.

Per quanto riguarda i pompieri, così come altre persone che svolgono lavori particolarmente stressanti o pericolosi, la terapia craniosacrale potrebbe ridurre l’incidenza di malattie cardiovascolari e lo sviluppo di disturbi da stress post-traumatico e depressione. Questi effetti positivi avrebbero poi conseguenze a cascata a livello sociale, partendo dalla riduzione della spesa sanitaria per gestire queste disabilità (che ad oggi raggiunge cifre esorbitanti nell’ordine delle centinaia di miliardi di euro).

Sicuramente, la terapia craniosacrale va affiancata ad altre strategie di gestione dello stress, quali attività fisica, coaching e psicoterapia. Tuttavia, può risultare un utile strumento non invasivo per la riduzione dello stress.

Questo studio ha dei limiti, fra cui il campione ridotto come numero e come tipologia (maschi sani), il che ne limita la generalizzabilità. Se si volessero replicare i risultati su un campione di sesso femminile, servirebbe analizzare i risultati considerando vari fattori come la fase del ciclo mestruale, l’uso di contraccettivi e il periodo di gravidanza/allattamento al seno.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: buona discussione sull’utilità della terapia craniosacrale nel poter regolare i livelli di stress e prevenire patologie psicofisiche, mettendo anche l’accento sulla prevenzione come forma di risparmio per il sistema sanitario; consigli sui fattori da considerare nel caso si voglia replicare lo studio su un campione femminile.

Limiti: sono stati analizzati solo uomini sani; non sono stati valutati effetti avversi. L’analisi statistica risulta un po’ confusionaria, in quanto i test non sono stati usati in maniera appropriata, bensì in senso ridondante facendo emergere un risultato (il confronto fra cortisolo pre- e post- nella terapia craniosacrale) come significativo quando non lo è stato (sarebbero bastate, sia per il cortisolo sia per il CRH, una mixed GLM o un’ANOVA robusta e poi un’analisi post-hoc corretta tramite Bonferroni).

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