Marco Chiera
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03/01/2024 - Ultimo aggiornamento 19/04/2024

Jennifer A. Belsky, Kimberly Wolf, Bhuvana A. Setty | Anno 2020

Un caso di stipsi indotta dalla Vincristina risolta a seguito di medicina osteopatica in un paziente con fibrosarcoma infantile

Patologia:

Stipsi

Tipo di studio:

Case Report

Data di pubblicazione della ricerca:

01-10-2020

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: mostrare l’utilità dell’OMT in un paziente pediatrico con fibrosarcoma infantile sofferente di stipsi di grado 2 indotta dalla chemioterapia.
  • Outcome misurati: valutazione della defecazione e delle disfunzioni somatiche.

Partecipanti

  • Numero: 1
  • Descrizione: bambina, nata a 40 settimane e 2 giorni. Madre di 31 anni, monitorata a partire dal primo trimestre. La gravidanza e il parto sono andati bene, così come sono risultati nella norma i segni vitali, l’indice di Apgar, la respirazione e l’alimentazione orale. Alla nascita, era però presente una massa facciale sulla destra del viso compatibile con la diagnosi di fibrosarcoma infantile. È quindi iniziata a 6 settimane di età la chemioterapia (vincristina, dactinomicina e ciclofosfamide) a cicli di 4 settimane.
    Durante tutto il primo ciclo, la bambina ha ricevuto lattulosio per 24 ore dopo la vincristina per regolare l’attività intestinale. Sette giorni dopo il secondo ciclo, la bambina è stata ricoverata per febbre e distensione addominale, sintomi dovuti a pneumatosi diffusa del colon. Curata con antibiotici e nutrizione parenterale totale, è stata dimessa 9 giorni dopo.
    Ha cominciato a prendere il lattulosio per 48 ore dopo la vincristina, ma al sesto ciclo di chemioterapia la defecazione è diventata difficile senza l’uso del lattulosio: le feci erano molto dure e serviva l’uso del lattulosio anche più volte durante la settimana dopo la chemioterapia.
    Non sono state usate altre terapie (farmacologiche e non) per la stipsi.
    A 7 mesi, la bambina ha ricevuto una valutazione strutturale osteopatica da parte di due medici osteopati specializzati in pediatria, la quale ha evidenziato disfunzioni somatiche a livello del condilo destro, del diaframma, della muscolatura paraspinale destra adiacente alla giunzione toracolombare, della parete addominale nel quadrante inferiore sinistro, del ganglio mesenterico inferiore e dell’articolazione sacroiliaca. Inoltre, alla palpazione erano evidenti feci residue nel colon.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione della defecazione e delle disfunzioni somatiche.
  • 4 sessioni settimanali di OMT da 10 minuti.
  • OMT:
    • rilascio miofasciale per le regioni addominali (mesentere e colon) e toraciche;
    • bilanciamento delle tensioni legamentose per la disfunzione iliaca;
    • decompressione condilare per la disfunzione occipitale.
  • Le tecniche di rilascio mesenterico e per la stimolazione della peristalsi del colon sono state insegnate ai genitori per essere eseguite giornalmente per 5 minuti, mattina e sera.
  • La chemioterapia e la dieta sono rimaste inalterate.

Risultati

Dopo 1 settimana di OMT, le dosi di lattulosio usate durante la settimana sono scese da 10 a 6, e la bambina ha prodotto feci morbide senza sforzi. Dopo la seconda settimana, le dosi di lattulosio sono scese a 4, mentre dopo la terza settimana la bambina è riuscita ad evacuare senza più l’uso del lattulosio.

Durante queste settimane, l’esame osteopatico ha rilevato un miglioramento continuo nelle disfunzioni presenti, e soprattutto dopo la quarta settimana non erano più percepibili feci residue nel colon. Sono rimaste alcune restrizioni fasciali a livello addominale.

I genitori hanno continuato a casa ad eseguire le manovre apprese e non ci sono stati effetti avversi.

Discussione

La stipsi indotta da chemioterapia può derivare da alterazioni nelle terminazioni nervose a livello del sistema intestinale, tenuto conto che la stipsi può essere complicata da svariati fattori (es. abitudini, uso di medicinali). Di conseguenza, è bene considerare tutte le cause neurologiche, circolatorie e biomeccaniche che possono influenzare le disfunzioni intestinali.

Per questi motivi, ad esempio, è stato trattato il cranio: l’innervazione estrinseca del colon deriva infatti dal nervo vago, il quale fuoriesce da forame giugulare a livello dell’articolazione atlo-occipitale. Dall’altro lato, l’innervazione parasimpatetica del colon distale e del retto arriva dai neuroni pregangliari di S2-4, mentre l’innervazione simpatetica del colon origina a livello della giunzione toracolombare.

Le restrizioni fasciali del mesentere e dei diaframmi toracico e pelvico, inoltre, possono giocare un ruolo centrale nel diminuire la motilità gastrointestinale, oltre che nell’alterare il flusso di ossigeno, nutrienti e sangue arterioso. Pertanto, diventa fondamentale risolvere queste restrizioni e favorire il drenaggio linfatico e venoso.

L’uso di terapie non farmacologiche per la stipsi è essenziale in popolazioni dalle condizioni fragili e a rischio di infezioni o complicazioni, come appunto i pazienti pediatrici oncologici. Tuttavia, alcuni classici espedienti come l’attività fisica, il consumo di fibre, l’aumento dell’introito d’acqua e l’eliminazione dei farmaci che possono indurre la stipsi non sempre sono attuabili. Di conseguenza, una terapia come l’OMT può diventare un ulteriore importante strumento a disposizione, soprattutto a fronte della sua semplicità, della sua non invasività e della sua buona tolleranza.

Ovviamente, questo studio è limitato dal fatto di essere un case report e dalla mancanza di un razionale che possa legare la patofisiologia della stipsi indotta da chemioterapia all’efficacia dell’OMT. Inoltre, questo studio difficilmente è generalizzabile a pazienti che assumono farmaci diversi dalla vincristina, nota per i suoi effetti collaterali sull’evacuazione.

Servono quindi futuri studi prospettici per esaminare meglio la sicurezza e la fattibilità di usare l’OMT in pazienti oncologici pediatrici.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: buona descrizione delle disfunzioni somatiche trovate con annessa descrizione delle tecniche usate per trattarle; buono il tentativo nella discussione di proporre un razionale per le tecniche di OMT scelte; buona analisi dei limiti dello studio.

Limiti: come tutti i case report, è difficilmente generalizzabile; sarebbe stato meglio indicare una breve descrizione di come è stata valutata la consistenza delle feci (per chi la conosce, si capisce che è stata usata la Bristol Stool Chart, ma non è scontato capirlo).

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