Marco Chiera
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06/09/2023 - Ultimo aggiornamento 19/04/2024

John M. Lavelle, Mark E. McKeigue | Anno 2009

Disfunzione muscoloscheletrica e piede cadente: diagnosi e gestione usando la medicina manipolativa osteopatica

Patologia:

Piede cadente

Tipo di studio:

Case Report

Data di pubblicazione della ricerca:

01-12-2009

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: mostrare l’utilità dell’OMT in caso di piede cadente
  • Outcome misurati: valutazione dei sintomi

Partecipanti

  • Numero: 1
  • Descrizione: uomo, 47 anni. Si è presentato in ambulatorio trascinando vistosamente il piede sinistro e dichiarando di non poterlo sollevare. Non ha subito alcun trauma, ma ha riportato di aver guidato per 5 ora di fila la notte precedente tenendo la gamba piegata per la maggior parte del tempo (l’auto aveva il cambio automatico). Uscendo dall’auto ha in effetti notato un certo intorpidimento e formicolio e, il mattino seguente, non è riuscito a sollevare il piede sinistro. Il paziente ha detto di non aver avuto simili episodi in passato. Non ha preso alcun analgesico, mentre lo stretching muscolare non ha portato alcun sollievo.
    Il paziente non aveva nessuna storia di diabete o problemi muscolari, neurologici o vascolari, bensì mostrava ipertensione e ipercolesterolemia gestite tramite lisinopril e atorvastatina. Non era fumatore e non soffriva di ipersensibilità.
    L’esame medico ha mostrato un uomo fisicamente in salute, con segni vitali stabili e con cuore, polmoni e addome privi di alterazioni. Il battito cardiaco percepito negli arti superiori e inferiori è risultato normale. Tuttavia, è stata rilevata una forza motoria di 1 su 5 per quanto riguarda la dorsiflessione e l’eversione della caviglia. Inoltre, non vi erano sensazioni al tocco leggero o al test di discriminazione tra due punti a livello dei dermatoteri L5 e S1. I riflessi tendinei profondi sono risultati presenti con un’intensità di 1 su 4 per i tendini di Achille e patellare nella gamba sinistra e di 2 su 4 per la gamba destra.
    La valutazione osteopatica ha mostrato: disfunzione alla testa posteriore sinistra del perone con dolorabilità alla palpazione del nervo peroneo comune; bicipite femorale rigido con tender point a livello dei muscoli posteriori-laterali della coscia bilateralmente; muscoli psoas grande e piccolo ipertonici bilateralmente.
    La diagnosi è stata di piede cadente secondario a compressione del nervo peroneo comune a causa di disfunzione della testa posteriore del perone.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione dei sintomi prima, dopo il trattamento e il giorno seguente.
  • 1 sessione di OMT della durata di 15 minuti.
  • OMT: tecniche ad energia muscolare sullo psoas, sui muscoli posteriori della coscia e tecniche articolari profonde (per 1 minuto) per la testa del perone.

Risultati

Durante le tecniche articolari, il paziente ha sentito fastidio ma anche che il piede stava diventando “caldo e informicolato”. Dopo il trattamento, il paziente ha mostrato un miglioramento sensoriale lungo il dorso del piede e una forza motoria di 4 su 5 per il piede in dorsiflessione, potendo così camminare tranquillamente.
Il giorno seguente il paziente ha chiamato in ambulatorio per riportare che aveva completamente recuperato il range of motion (ROM), la forza e le sensazioni nel piede sinistro.
Gli sono stati consigliati esercizi con gli elastici per rafforzare i muscoli della caviglia sinistra.

Discussione

L’OMT ha mostrato di poter risolvere una situazione di piede cadente grazie a tecniche dirette ai muscoli psoas, ai muscoli posteriori della coscia e all’articolazione del perone.

Molto probabilmente, questo risultato è stato dovuto al fatto che la causa dei sintomi del paziente fosse proprio una compressione del nervo peroneo comune da parte della testa del perone, “messa in trazione” posteriormente da un bicipite femorale in contrazione.

È interessante come l’aver risolto il problema con una breve sessione di OMT abbia evitato il ricorso a strumenti diagnostici di vario tipo (es. test di laboratorio, radiografia, studi di conduzione nervosa) o a trattamenti potenzialmente costosi e invasivi di altro tipo (es. ortesi alla caviglia, blocco delle radici nervose, trasposizione tendinea).

Questo case report sottolinea l’importanza per gli osteopati di conoscere perfettamente l’anatomia.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: probabilmente il primo caso riguardante l’utilità dell’OMT in caso di piede cadente; dimostrazione dell’utilità dell’OMT in una situazione acuta di piede cadente per compressione del nervo peroneo comune, risultato da approfondire in quanto, se confermato, come detto dagli autori, si può avere una terapia in grado di evitare ulteriori accertamenti diagnostici e trattamenti potenzialmente costosi, invasivi e richiedenti tempo.

Limiti: come ogni case report, è difficilmente generalizzabile; mancanza di follow-up per verificare l’effettivo recupero completo del paziente.

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