Marco Chiera
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21/09/2022 - Ultimo aggiornamento 19/04/2024

Sam Bennett, Chris Macfarlane, Brett Vaughan | Anno 2017

L’uso della terapia manuale osteopatica e della riabilitazione per la sindrome da impingement sub-acromiale: un caso clinico

Patologia:

Sindrome da impingement sub-acromiale

Tipo di studio:

Case report

Data di pubblicazione della ricerca:

01-09-2017

Image

Scopo dello studio

  • Obiettivo: riportare l’effetto dell’OMTh in un paziente con sindrome da impingement sub-acromiale
  • Outcome misurati: report dei sintomi, disabilità e capacità di eseguire specifiche attività tramite questionario Disabilities of the Arm, Shoulder & Hand (QuickDASH), Upper Extremity Functional Index (UEFI) e dolore tramite Visual Analog Scale (VAS)

Partecipanti

  • Numero: 1
  • Descrizione: ragazzo di 24 anni, con dolore alla spalla destra, inferiore all’articolazione acromio-clavicolare e un senso di instabilità dell’articolazione gleno-omerale, da 7 anni (lo specifico episodio per cui si è recato alla clinica era iniziato 6 settimane prima). Il dolore si accentuava sollevando il braccio sopra la testa, dando un’intensità di 6 su 10 tramite la VAS, ed era descritto come il peggiore avuto dall’inizio della comparsa 7 anni prima.
    Il ragazzo lavorava come insegnante di tennis e personal trainer, oltre che gareggiare come tennista una volta a settimana.

Il dolore alla spalla è iniziato dopo un incontro di football australiano dove è caduto pesantemente sopra l’acromion destro. Una risonanza due mesi dopo ha evidenziato tendinosi del sopraspinato e un minor spazio sub-acromiale.
Nei mesi e anni seguenti, tramite fisioterapisti e osteopati, ci sono stati periodi di esacerbazioni e remissioni, queste subito dopo i trattamenti che comportavano minor dolore e maggiore range of motion (ROM), risultati che tuttavia sparivano una volta che la spalla veniva rimessa sotto sforzo.

La valutazione muscoloscheletrica ha evidenziato, a destra: alterazioni nella posizione di omero e scapola; ipertonicità e dolorabilità della cuffia dei rotatori; ipertonicità dei pettorali minore e maggiore e del trapezio; dolore familiare riproducibile tramite movimenti attivi e passivi; test di Hawkins-Kennedy, di Neer, di Jobe e Lift off positivi. È emersa un’asimmetria nella forza e una restrizione del ROM nell’area T1-4.
A fronte dei test ortopedici positivi, la situazione è stata definita come tendinosi del sopraspinato e impingement sub-acromiale secondario.

Interventi e valutazioni

  • valutazione alla visita iniziale e durante lo studio della disabilità e della capacità di eseguire attività tramite QuickDASH e UEFI
  • 6 sessioni settimanali di OMTh
  • OMTh personalizzato con tecniche di massaggio trasversale profondo e rilascio miofasciale sui pettorali, ad energia muscolare sul trapezio, ad alta velocità bassa ampiezza sulle vertebre toraciche, di inibizione per la cuffia dei rotatori, di bilanciamento delle tensione legamentose sull’articolazione gleno-omerale
  • consiglio di evitare attività che aggravassero il dolore e definizione di un programma di riabilitazione (col supporto di fasce elastiche) al fine di rafforzare la muscolatura e ridefinire una postura corretta.

Risultati

Dopo aver provato a giocare a tennis nelle prime due settimane di trattamento aggravando la situazione, il ragazzo ha poi mostrato una buona compliance, soprattutto in merito al programma di riabilitazione, eseguito da 5 a 7 giorni a settimana.
Dopo 6 settimane, il dolore al sopraspinato è risultato inferiore e i test di Hawkins-Kennedy e di Neer sono risultati negativi, mentre il test di Jobe ha comportato un leggero fastidio. La forza muscolare è diventata simmetrica e anche il ROM per la rotazione interna è stato recuperato.

Il punteggio UEFI ha mostrato una diminuzione di 11 punti (da 77/80 a 66/80), mostrando così un cambiamento clinicamente significativo (la soglia minima di cambiamento sono 9 punti). Allo stesso modo, il QuickDASH ha riportato una diminuzione da 34,09 a 6,82, suggerendo anche in questo caso un miglioramento clinico sostanziale (in quanto maggiore del 40%). Usando la VAS, il massimo dolore riportato è stato 1 su 10.
Dopo 2 settimane il ragazzo è tornato a giocare a tennis e al follow-up di 5 mesi dopo ha riportato di essere praticamente libero dal dolore, di poter giocare a tennis una volta a settimana e di poter insegnare allo stesso livello che aveva prima della consultazione.

Discussione

L’OMTh in combinazione con un programma di riabilitazione ha favorito un sostanzialmente miglioramento clinico in questo caso di tendinosi e sindrome da impingement sub-acromiale.
In effetti, la letteratura mostra come l’integrazione fra terapie manuali ed esercizi strutturali come quelli applicati in questo caso possa indurre risultati importanti in situazioni di dolore e alterata funzionalità della spalla e delle strutture annesse.
Questo è stato tuttavia il primo studio a mostrare le potenzialità di unire l’esercizio fisico all’osteopatia in caso di sindrome da impingement sub-acromiale.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: descrizione accurata della valutazione e del trattamento; uso di strumenti di valutazione validati e risultati analizzati sulla base delle soglia di significatività clinica; uso di OMTh integrata con un programma di riabilitazione per una terapia efficace; risultati significativi da un punto di vista clinico; buona discussione dell’utilità di un approccio integrato fra terapie manuali ed esercizi.

Limiti: non è possibile capire quale intervento abbia inciso maggiormente, se l’OMTh o il programma di riabilitazione. Allo stesso modo, sebbene gli autori abbiano voluto valutare l’utilità del bilanciamento delle tensioni legamentose, è difficile capire se come tecnica sia stata utile o no all’interno di un intervento così complesso.
Dato che il ragazzo aveva già provato l’OMTh, sarebbe stato interessante raccogliere dati sui precedenti trattamenti. Infatti, mancando queste informazioni e dato che il dolore era iniziato 7 anni prima e il ragazzo ha vissuto alti e basi pur con visite di fisioterapia e OMT, è difficile valutare se il follow-up di 5 mesi sia utile per capire l’efficacia dell’OMTh attuata nel presente studio (potrebbe magari esserci stata una ricaduta poco dopo).

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