Marco Chiera
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21/09/2022 - Ultimo aggiornamento 19/04/2024

Samantha Mazzeo, Craig Silverberg, Tiffany Oommen, Diane Moya, Nicole Angelo, Hallie Zwibel, Jayme Mancini, Adena Leder, Sheldon C. Yao | Anno 2020

Effetti del trattamento manipolativo osteopatico sulla qualità del sonno negli atleti dopo una commozione cerebrale: uno studio pilota

Patologia:

Commozione cerebrale

Tipo di studio:

Studio pilota

Data di pubblicazione della ricerca:

11-08-2020

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: valutare l’efficacia dell’OMT nel migliorare la qualità del sonno a seguito di commozione cerebrale
  • Outcome misurati:
    • Primario: qualità del sonno misurata tramite la domanda “Difficoltà ad addormentarsi” della quinta edizione del Symptom Concussion Assessment Tool (SCAT-5)

Partecipanti

  • Numero: 30 persone (12 donne e 18 uomini, 19,7 anni)
  • Criteri di inclusione: studenti atleti, con commozione cerebrale a seguito di attività sportiva nelle due settimane passate, nessuna storia di malattie neurodegenerative
  • Criteri di esclusione: presenza di controindicazioni all’OMT, incapacità di completare le valutazioni, presenza di sintomi indicanti una possibile condizione di pericolo mortale, diagnosi presente o passata di malattie degenerative, gravidanza
  • Gruppi di studio: 2 gruppi ottenuti tramite randomizzazione
    • Gruppo 1: OMT, 14 persone (6 donne e 8 uomini)
    • Gruppo 2: intervento educazionale, 16 persone (6 donne e 10 uomini)

Interventi e valutazioni

  • Valutazione all’inizio dello studio, dopo 48-72 ore e dopo 1 settimana dei sintomi della commozione cerebrale tramite lo SCAT-5
    • il focus è stato in particolare sulla domanda “Difficoltà ad addormentarsi”
  • 3 sessioni di OMT o di intervento educazionale
  • OMT: valutazione strutturale, in particolare alla ricerca di disfunzioni somatiche nelle regioni craniali, cervicali, toraciche, lombari e sacrali, a cui è seguita la definizione di un piano di trattamento personalizzato, a cui è quindi seguita una sessione di 30 minuti di trattamento
    • principali tecniche usate: decompressione atlo-occipitale, tecnica V-spread, tecniche craniali, bilanciamento delle tensioni legamentose, bilanciamento delle tensioni membranose, compressione del quarto ventricolo, rilascio dello stretto toracico superiore, sollevamento delle costole, rilascio della cupola del diaframma
  • intervento educazionale: discussione dove venivano presentati dei manuali del Center for Disease Control and Prevention (CDC) e dell’American Academy of Family Physicians su come comportarsi in caso di commozione cerebrale, come riconoscere i segni della commozione e la relativa prognosi
  • entrambi i gruppi hanno avuto 30 minuti di discussione con un medico
  • OMT eseguito da due medici specializzati in medicina neuromuscoloscheletrica e OMT, che si sono confrontati per standardizzare l’esecuzione delle tecniche osteopatiche

Risultati

  • Outcome primario: in entrambi i gruppi la qualità del sonno è migliorata. Rispetto all’inizio dello studio: alla seconda visita, il 36% delle persone nel gruppo con intervento educazionale è migliorato rispetto all’80% delle persone nel gruppo OMT; alla terza visita, il 46% delle persone nel gruppo con intervento educazionale è migliorato rispetto al 73% nel gruppo OMT. Tuttavia, i confronti fra i due gruppi non sono risultati statisticamente significativi.
  • Ulteriori analisi: durante tutte le visite, il punteggio complessivo dello SCAT-5 è risultato correlato in maniera moderata-forte con la domanda inerente la qualità del sonno. La correlazione è risultata sempre statisticamente significativa e maggiore rispetto alla correlazione fra il punteggio complessivo dello SCAT-5 e tutte le altre domande.

Discussione

Entrambi gli interventi hanno migliorato la qualità del sonno, con l’OMT che ha indotto un miglioramento sia di entità maggiore (il punteggio è calato maggiormente) sia in un numero maggiore di persone.
L’OMT può rivelarsi utile in caso di commozione cerebrale grazie alla potenzialità di favorire il drenaggio linfatico – considerato ormai di primaria importanza in caso di alterazioni nel funzionamento cerebrale a causa della scoperta del sistema glinfatico e del sistema linfatico cerebrale – e di ripristinare la mobilità muscoloscheletrica e fasciale, probabilmente ridotta dall’evento che ha portato alla commozione.

Futuri studi devono concentrarsi sul reclutare un numero di persone maggiore, sul somministrare altri interventi attivi (es. tocco) per valutare potenziali effetti placebo e sull’usare scale di valutazione per il sonno più elaborate, piuttosto che estrarre una singola domanda da uno strumento di valutazione più generico.
Dato che il ciclo sonno-veglia può essere influenzato da numerosi fattori (es. consumo di caffeina), è bene che futuri studi valutino anche questi fattori in modo da evidenziare la loro possibile influenza nel confondere i dati.
Allo stesso modo, servono studi che valutino l’OMT in condizioni importanti di alterazione del sonno (eg,. insonnia vera e propria).

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: buona discussione dello stato attuale della letteratura in merito a OMT e sonno e, soprattutto, dei limiti dello studio e, pertanto, di cosa devono fare futuri studi per migliorare la ricerca.

Limiti: per meglio valutare l’efficacia dell’OMT sul sonno, i criteri di inclusione avrebbero potuto essere più rigidi (es. ammettere solo coloro che alla domanda in questione davano più di un certo punteggio). Vi è infatti il dubbio che i risultati non significativi siano dovuti anche al fatto che la qualità del sonno non fosse così negativa.

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