Marco Chiera
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12/09/2022 - Ultimo aggiornamento 10/04/2024

Julio Zago, Fellipe Amatuzzi, Tatiana Rondinel, João Paulo Matheus | Anno 2020

Trattamento manipolativo osteopatico versus programma di esercizi in corridori con sindrome da dolore patello-femorale

Patologia:

Dolore patello-femorale

Tipo di studio:

Trial randomizzato controllato

Data di pubblicazione della ricerca:

17-12-2020

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Scopo dello studio

 

  • Obiettivo: valutare l’efficacia dell’OMT, rispetto ad un programma di esercizi, in corridori con sindrome da dolore patello-femorale
  • Outcome misurati:
    • Primario: dolore al ginocchio tramite Visual Analog Scale (VAS)
    • Secondari: funzionalità tramite Lysholm Knee Scoring Scale, valgismo dinamico di ginocchio tramite step-down test, pressione plantare nel mezzo del piede tramite baropodometria statica, flessibilità della coscia posteriore tramite sit and reach test, range of motion (ROM) in estensione dell’anca tramite flessimetria

Partecipanti

  • Numero: 82 persone (48 donne e 34 uomini)
  • Criteri di inclusione: corridori (correre almeno 3 volte a settimana), età 18-35 anni, con diagnosi di sindrome da dolore patello-femorale (dolore ricorrente nella parte anteriore del ginocchio per almeno 3 mesi e in 2 o più attività che normalmente causano la sindrome) condotta da un ricercatore dello studio; ipomobilità articolare in almeno una delle seguenti articolazioni: curva lombare, sacroiliaca, anche, ginocchia e caviglie; dolore nella regione anteriore di una o entrambe le ginocchia con un’intensità di almeno 5 sulla VAS
  • Criteri di esclusione: diagnosi di patologie diverse dalla sindrome da dolore patello-femorale
  • Gruppi di studio: 3 gruppi ottenuti tramite randomizzazione
    • Gruppo 1: OMT, 30 persone (18 donne e 12 uomini, età media 31,36 anni)
      • 3 persone sono state perse al follow-up
    • Gruppo 2: programma di esercizi, 28 persone (17 donne e 11 uomini, età media 34,88 anni)
      • 2 persone sono state perse al follow-up
    • Gruppo 3: lista d’attesa, 24 persone (13 donne e 11 uomini, età media 32,94 anni)

Interventi e valutazioni

Per l’inclusione o l’esclusione dallo studio:

  • valutazione dell’ipomobilità articolare: curva lombare tramite Mitchel Test e test di sensitività palpatoria; articolazione sacroiliaca tramite Distraction, Thigh Thrust, Compression, Sacrum Thrust and Gillet Tests; anca tramite Gaenslen Test e Patrick & Faber Test; ginocchia tramite i test di mobilità della fibula e della rotazione tibiale; caviglia tramite test della mobilità fibulare distale, dell’osso navicolare e dell’astragalo
    • diagnosi differenziale effettuata da un medico osteopata per altri disturbi muscoloscheletrici
  • valutazione all’inizio dello studio, dopo ognuno dei 6 interventi e dopo 30 giorni dalla fine dello studio di: dolore al ginocchio tramite VAS, valgismo dinamico di ginocchio tramite step-down test e flessibilità della coscia posteriore tramite sit and reach test
  • valutazione al primo e sesto intervento e dopo 30 giorni dalla fine dello studio di: funzionalità tramite LKSS, valgismo dinamico di ginocchio tramite step-down test, pressione plantare nel mezzo del piede tramite baropodometria statica e ROM in estensione dell’anca tramite flessimetria
  • 6 sessioni di OMT o di esercizi fisici da 40 minuti, due volte a settimana distanziate da almeno 48 ore
  • OMT: tecniche ad alta velocità bassa ampiezza dirette a curva lombare, anche, articolazioni sacroiliache, ginocchia, caviglie e, quando necessario, tecniche di rilascio miofasciale dirette verso muscoli della regione lombare, tensori della fascia lata, ileopsoas, piriformi, quadricipite e gastrocnemi
  • programma di esercizi: esercizi specifici diretti a quadricipiti e muscoli ischiocrurali, flessione, abduzione, adduzione, rotazione esterna ed estensione dell’anca, estensione delle ginocchia, squat, step laterale, stretching passivo di muscoli ischiocrurali, tratto ileotibiale e flessori plantari
  • lista d’attesa: alla fine dello studio, fisioterapia
  • OMT eseguito da un osteopata con 8 anni di esperienza
  • alle persone reclutate è stato indicato di non seguire altri trattamenti di fisioterapia, di non usare farmaci e di non correre durante lo studio
    • in caso contrario, avrebbero dovuto avvisare i ricercatori

Risultati

  • Outcome primario: sia l’OMT sia il programma di esercizi hanno indotto una riduzione del dolore statisticamente significativa rispetto al gruppo di controllo già a partire dalla prima sessione. La significatività si è mantenuta durante tutto lo studio, follow-up di 30 giorni compreso.
  • Outcome secondari: sia l’OMT sia il programma di esercizi hanno indotto un miglioramento della funzionalità misurata tramite LKSS e della flessibilità della coscia posteriore rispetto al gruppo di controllo in maniera statisticamente significativa.
    Nel test di valgismo dinamico di ginocchio, l’OMT ha invece indotto una riduzione statisticamente significativa sia rispetto al programma di esercizi sia rispetto al controllo. Allo stesso modo, la pressione plantare è risultata ridotta, in maniera statisticamente significativa, nel gruppo OMT rispetto ad entrambi gli altri gruppi.
    In merito al ROM, invece, il programma di esercizi ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo rispetto sia all’OMT sia al controllo.
    Ad eccezione del ROM, tutti i risultati si sono mantenuti statisticamente significativi al follow-up.

Discussione

Nonostante alcuni limiti intrinseci allo studio (es. l’impossibilità di controllare se le persone abbiano seguito le raccomandazioni), sia l’OMT sia il programma di esercizi, con qualche differenza, hanno indotto importanti miglioramenti nei corridori affetti da sindrome da dolore patello-femorale. Questi risultati, riguardanti in particolare minor dolore e maggior funzionalità, sono stati non solo statisticamente significativi, ma anche clinicamente significativi.

Mentre gli esercizi possono aver rafforzato la muscolatura (benché non sia stata eseguita alcuna misurazione per valutare concretamente questo cambiamento), l’OMT può aver migliorato la funzionalità articolare, favorendo una miglior redistribuzione dei carichi sul ginocchio quando sotto sforzo. Questa ipotesi potrebbe trovare conferma nel cambiamento della pressione plantare avvenuto nel gruppo con OMT.

Gli altri risultati ottenuti non hanno avuto un impatto clinico importante: tuttavia, possono favorire una riduzione del rischio di infortuni e, pertanto, sono da tenere in considerazione. A tal proposito, la maggior flessibilità della coscia posteriore nel gruppo con OMT può essere derivata dalla riduzione della tensione di muscoli e fascia indotta dalle tecniche di rilascio miofasciale.
Di conseguenza, nella terapia della sindrome da dolore patello-femorale, sia l’OMT sia un programma di esercizi sono considerabili interventi particolarmente validi.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: descrizione molto accurata dei criteri di inclusione, dei test strumentali usati e degli interventi; calcolo della numerosità campionaria (quante persone reclutare); diversi risultati ottenuti (es. dolore e funzionalità) sono stati anche clinicamente significativi, ossia hanno indicato un effettivo miglioramento nella condizione clinica; valutazione con un follow-up di 30 giorni; calcolo degli effect size (la rilevanza dell’effetto di un intervento), utili per futuri studi.

Limiti: nel calcolo della numerosità campionaria, non essendo indicati i valori di media e deviazione standard del dolore, è difficile riprodurre il calcolo; come riportato dagli autori, la mancanza di esami radiografici per diagnosticare la sindrome da dolore patello-femorale potrebbe aver impedito di scoprire la causa del dolore in altre lesioni presenti; non sembra sia stata fatta una valutazione di eventuali effetti avversi.
Inoltre, si spiega l’effetto dell’esercizio solo tramite un semplice rafforzamento della muscolatura, senza considerare evidenze che slegano il dolore dalla forza muscolare e l’importanza di miglioramenti propriocettivi ed interocettivi, ossia nell’organizzazione sensomotoria. Allo stesso modo, in merito al rilascio miofasciale si parla genericamente di riduzione di tensioni muscolari e fasciali.

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