Marco Chiera
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09/08/2022 - Ultimo aggiornamento 03/04/2024

Liria Papa, Alfonso Mandara, Michele Bottali, Vincenzo Gulisano, Stefano Orfei | Anno 2012

RCT sull’efficacia del trattamento manipolativo osteopatico nella riduzione del dolore e nel miglioramento della qualità della vita nei pazienti anziani affetti da osteoporosi

Patologia:

Osteoporosi

Tipo di studio:

Trial randomizzato controllato

Data di pubblicazione della ricerca:

09-09-2012

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: valutare gli effetti dell’OMT sul dolore e sulla qualità della vita in persone anziane affette da osteoporosi
  • Outcome misurati:
    • Primari: qualità della vita misurata secondo il questionario Quality of Life Questionnaire of the European Foundation for Osteoporosis (QUALEFFO -41) e dolore corporeo tramite Visual Analog Scale (VAS) da 1 a 10

Partecipanti

  • Numero: 72 persone (51 donne e 21 uomini)
  • Criteri di inclusione: età compresa fra i 60 e i 90 anni, presenza di osteopenia o osteoporosi
  • Criteri di esclusione: perdita di densità ossea eccessiva (T-score -7), presenza di fratture
  • Gruppi di studio: due gruppi ottenuti tramite randomizzazione
    • Gruppo 1: OMT, 37 persone (26 donne e 11 uomini, età media 77,2 anni)
    • Gruppo 2: trattamento sham (fittizio), 35 persone (25 donne e 10 uomini, età media 76,6 anni)

Interventi e valutazioni

  • Valutazione del dolore tramite VAS all’inizio della prima e dell’ultima sessione di intervento
  • Valutazione della qualità della vita tramite questionario QUALEFFO -41 all’inizio della prima e dell’ultima sessione di intervento
    • Il questionario QUALEFFO -41 valuta aspetti quali dolore, percezione della salute, umore, attività quotidiane, faccende domestiche, piacere e mobilità
  • 6 sessioni di OMT o trattamento sham, ciascuna della durata di 30 minuti
  • OMT: trattamento a black-box secondo 3 criteri, ossia rispetto del paziente e del suo dolore, esecuzione di una valutazione posturale per scoprire la causa del dolore e delle limitazioni funzionali, e l’uso di diverse tecniche scelte sulla base della valutazione e personalizzate sulla persona trattata
  • Trattamento sham: valutazione posturale e palpazione di parti del corpo non specifiche in posizioni supine variabili

Risultati

Outcome primari: né l’OMT né il trattamento sham hanno mostrato effetti sul dolore misurato tramite VAS. Per quanto riguarda la qualità della vita, rispetto al trattamento sham (che non ha mostrato effetti), l’OMT ha favorito una riduzione statisticamente significativa del punteggio totale ottenuto con il questionario QUALEFFO -41 nel periodo intercorso fra l’inizio e la fine dello studio. Fra le sottoscale analizzate, l’OMT ha favorito, in maniera statisticamente significativa, una riduzione del dolore, un miglioramento della percezione della propria salute e una migliore mobilità. Anche l’umore ha mostrato un miglioramento, seppur non statisticamente significativo (p-value=0,06).

Discussione

Rispetto al trattamento sham, l’OMT ha comportato un miglioramento, quantomeno nel breve termine, nella qualità della vita di persone anziane affette da osteoporosi.

Questo miglioramento sembra dovuto sia ad una migliore percezione della propria salute sia ad una diminuzione del dolore, diminuzione probabilmente più qualitativa che quantitativa (la VAS, che misura solo l’intensità del dolore, non ha infatti mostrato cambiamenti. Comunque, può anche essere che la VAS non sia stata lo strumento migliore da usare in questo studio, soprattutto in quanto alcune persone hanno faticato a comprenderne l’uso). Il dolore sembra poi stato particolarmente ridotto a livello della colonna vertebrale, a conferma di altri studi che vedono l’OMT utile nel trattamento, ad esempio, della lombalgia.

Non è possibile sapere se gli effetti perdureranno ma, data la natura pilota dello studio, questi risultati devono essere il punto di partenza per studi futuri più grandi, rigorosi e duraturi nel tempo.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: valutazione dell’OMT come black-box, e quindi simile alla pratica clinica quotidiana; “semplice”, nel senso che sono stati misurati pochi e precisi outcome validati; il dolore è stato valutato non solo quantitativamente ma anche qualitativamente; sono state spiegate le motivazioni del perché un certo numero di persone (ulteriori rispetto alle 72 indicate) non hanno completato lo studio.

Limiti: ci sono alcuni refusi (una figura, con relativa didascalia, è errata) che impediscono di comprendere appieno alcuni passaggi dello studio; non essendoci una minima differenza clinica importante (MCID) per il questionario QUALEFFO -41, non è chiaro se i risultati ottenuti abbiano ripercussioni cliniche effettive sulla salute e la qualità della vita delle persone.

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