Marco Chiera
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09/08/2022 - Ultimo aggiornamento 10/04/2024

Vittorio Racca, Bruno Bordoni, Paolo Castiglioni, Maddalena Modica, Maurizio Ferratini | Anno 2017

Il trattamento manipolativo osteopatico migliora i risultati della cardiochirurgia: uno studio controllato randomizzato

Ambito:

Riabilitazione post-intervento chirurgico

Tipo di studio:

Trial controllato non randomizzato (come studio pilota)

Data di pubblicazione della ricerca:

01-07-2017

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: valutare l’efficacia dell’OMT nel ridurre il dolore e migliorare la mobilità della gabbia toracica a seguito di un intervento cardiaco con sternotomia
  • Outcome misurati:
    • Primario: dolore percepito tramite Visual Analog Scale (VAS) da 0 a 10
    • Secondari: funzionalità respiratoria tramite test respiratorio standardizzato, recupero funzionale, giorni di ospedalizzazione, ansia e depressione percepite durante la riabilitazione

Partecipanti

  • Numero: 80 persone (34 donne e 46 uomini)
  • Criteri di inclusione: adulti (età ≥ 18 anni), ricoverati consecutivamente presso l’unità di riabilitazione cardiaca dopo un intervento di bypass aorto-coronarico (CABG), sostituzione o riparazione valvolare, chirurgia all’aorta ascendente con sternotomia, capaci di firmare il consenso informato
  • Criteri di esclusione: chirurgia cardiaca tramite minitoracotomia, trapianto cardiaco o impianto di dispositivi di assistenza ventricolare (necessitano trattamenti farmacologici e riabilitativi specifici), diabete mellito (il diabete influenza la presentazione del dolore), malattie autoimmuni (necessitano di farmaci steroidei), capacità cognitive alterate
  • Gruppi di studio: due gruppi ottenuti tramite randomizzazione
    • Gruppo 1: programma di riabilitazione cardiopolmonare standard con aggiunta di OMT, 40 persone (16 donne e 24 uomini, età media 67,8 anni)
      • 2 persone hanno avuto complicazioni all’incisione sternale
    • Gruppo 2: programma di riabilitazione cardiopolmonare standard, 10 persone (18 donne e 22 uomini, età media 64,2 anni)
      • 4 persone hanno avuto complicazioni all’incisione sternale
    • Le maggiori comorbidità sono state: malattia polmonare ostruttiva cronica, ipertrofia prostatica e insufficienza renale cronica

Interventi e valutazioni

  • Valutazione cardiologica completa e alla ricerca di comorbidità al ricovero
  • Valutazione della capacità funzionale al ricovero e alla dimissione dall’ospedale
    • Valutazione della funzionalità respiratoria come volume inspirato con l’aiuto di un incentivatore respiratorio, trattenendo il fiato per almeno 5 secondi
    • Valutazione della funzionalità cardiorespiratoria sub-massimale tramite distanza percorsa in un test di camminata di 6 minuti
  • Valutazione del dolore all’inizio e alla fine dello studio tramite VAS di 10cm (range da “nessun dolore”, o 0, a “insopportabile”, o 10)
  • Valutazione dell’ansia e della depressione tramite Hospital Anxiety and Depression Scale all’inizio e alla fine dello studio
  • Valutazione dei farmaci usati come numero giornaliero di dosi equivalenti
  • 5 sessioni giornaliere di riabilitazione cardiorespiratoria
  • 5 sessioni giornaliere di OMT da 15 minuti
  • Programma di riabilitazione cardiorespiratoria: iniziato entro 24 ore dal ricovero e durato per tutta l’ospedalizzazione, cyclette al 70% della massima frequenza cardiaca fino a 50 minuti alla settimana, allenamento respiratorio assistito
  • OMT: paziente supino per facilitare l’escursione diaframmatica, schema standardizzato di trattamento in tre fasi (arco costale del diaframma, area sternale e stretto toracico) da 5 minuti l’una
  • OMT eseguito da un fisioterapista osteopata esperto
  • Ai pazienti potevano essere prescritti analgesici, anti-infiammatori e altri farmaci al bisogno da medici ciechi alla loro allocazione nei due gruppi
    • Fra i vari farmaci sono stati usati: analgesici, anti-infiammatori non steroidei (FANS), benzodiazepine

Risultati

  • Outcome primari: benché il dolore sia sceso in entrambi i gruppi, l’OMT ha favorito una riduzione statisticamente significativa del dolore misurato tramite VAS (VAS mediana di 1 nel gruppo con OMT rispetto a VAS mediana di 3 nel gruppo di controllo)
  • Outcome secondari: per quanta riguarda la capacità funzionale, benché migliorata in entrambi i gruppi, nel gruppo con l’OMT è aumentata maggiormente. In particolare, il volume respiratorio è risultato in maniera statisticamente significativa maggiore nel gruppo con OMT rispetto al gruppo con sola riabilitazione cardiorespiratoria. La capacità cardiorespiratoria (test di camminata) è aumentata in entrambi i gruppi, ma non in maniera differente. Lo stesso risultato si è verificato per l’ansia e la depressione: diminuite in entrambi i gruppi, ma non in maniera differente.L’ospedalizzazione è risultata inferiore nel gruppo con OMT (19,1±4,8 giorni) rispetto al gruppo con sola riabilitazione (21,7±6,3) in maniera statisticamente significativa.
    L’uso di farmaci non è risultato differente fra i due gruppi. Sono stati rilevati effetti avversi (nausea, vomito, dizziness, difficoltà a concentrarsi, sonnolenza, capogiri, fastidi addominali, stipsi, secchezza del cavo orale, prurito, rash, visione annebbiata) in 9 pazienti per ogni gruppo.

Discussione

L’OMT come trattamento aggiuntivo rispetto alla riabilitazione cardiorespiratoria ha mostrato di poter ridurre in maniera rilevante il dolore e l’ospedalizzazione (di circa 2 giorni) in maniera statisticamente significativa, oltre che di migliorare la capacità respiratoria.

Potenzialmente, la minor ospedalizzazione può essere proprio dovuta al miglioramento della capacità respiratoria e alla riduzione del dolore sternale, conseguenza tipica di vari interventi chirurgici al cuore, tenuto conto che la stessa capacità respiratoria è influenzata dal dolore sternale – un minor dolore comporta una migliore respirazione: addirittura, pazienti con minor dolore post-chirurgico hanno anche minori infezioni polmonari.

La riduzione del dolore può essere stata dovuta ad un’azione delle tecniche osteopatiche sui nocicettori, azione che potrebbe aver portato a meno spasmi muscolari.
Riducendo il dolore, l’OMT potrebbe forse ridurre anche l’uso di analgesici, benché lo studio non abbia mostrato risultati in tal senso.

Infine, benché il campione fosse troppo piccolo per poter eseguire sottoanalisi specifiche sui diversi tipi di intervento a cui sono stati sottoposti i pazienti reclutati, non sembra che complicazioni all’incisione sternale dipendenti dagli interventi ricevuti abbiano influenzato gli outcome: togliendo infatti dall’analisi i 6 pazienti che hanno mostrato questo problema, gli effetti dell’OMT su dolore, funzionalità respiratoria e ospedalizzazione sono rimasti comunque statisticamente significativi.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: primo RCT su OMT e dolore post-chirurgico; randomizzazione adeguata per assicurarsi che non ci fossero differenze fra i gruppi; calcolo della numerosità campionaria (persone da reclutare) sulla base di studi passati inerenti la misurazione della diminuzione del dolore tramite VAS; descrizione dettagliata dell’OMT; la valutazione dei farmaci usati e degli effetti avversi rende i risultati maggiormente affidabili (benché un’azione dei farmaci non possa essere esclusa, come riportato dagli autori).

Limiti: servono studi più grandi per valutare differenze relative ai diversi tipi di intervento al cuore e alle comorbidità rilevate.

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