Marco Chiera
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08/08/2022 - Ultimo aggiornamento 10/04/2024

Hugo Pasin Neto, Rodolfo A. Borges | Anno 2020

Mobilitazione viscerale e costipazione funzionale nei sopravvissuti all’ictus: uno studio clinico randomizzato, controllato, in doppio cieco

Patologia:

Stipsi

Tipo di studio:

Trial controllato randomizzato

Data di pubblicazione della ricerca:

11-05-2020

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: valutare gli effetti dell’OMT viscerale sui sintomi della stipsi funzionale cronica e sull’equilibrio statico in sopravvissuti ad ictus
  • Outcome misurati:
    • Primario: sintomi intestinali legati alla stipsi valutati secondo una scala numerica da 0 a 4
    • Secondari: equilibrio statico

Partecipanti

  • Numero: 30 persone (6 donne e 24 uomini)
  • Criteri di inclusione: età 40-70 anni, con ictus da più di 1 anno con emiparesi secondaria ad un singolo evento unilaterale, capacità di camminare in maniera indipendente (ossia, almeno 20 metri senza assistenza), problemi di stipsi cronica da almeno 6 mesi secondo la Consensus conference di Roma III
  • Criteri di esclusione: incisione o tumore nella regione addominale, fratture, malattie reumatiche, processi infettivi in fase acuta, incapacità di comprendere le valutazioni proposte e incapacità di camminare o di mantenere l’equilibrio in maniera indipendente
  • Gruppi di studio: due gruppi ottenuti tramite randomizzazione
    • Gruppo 1: fisioterapia di gruppo con aggiunta di OMT viscerale, 15 persone (2 donne e 13 uomini, età media 63 anni) con ictus da 21 mesi e problemi di stipsi da 20 mesi in media
      • 13 persone hanno completato lo studio con la valutazione finale
    • Gruppo 2: fisioterapia di gruppo con aggiunta di trattamento sham (fittizio), 15 persone (4 donne e 11 uomini, età media 68 anni) con ictus da 26 mesi e problemi di stipsi da 23 mesi in media
      • 13 persone hanno completato lo studio con la valutazione finale

Interventi e valutazioni

  • Somministrazione di una scala per valutare i sintomi intestinali all’inizio dello studio e 1 settimana dopo l’ultima sessione, oltre che di domande relative alla frequenza di evacuazione intestinale e alla sintomatologia qualitativa della stipsi;
  • valutazione computerizzata tramite pressione plantare dell’equilibrio statico effettuata prima degli interventi, dopo la prima sessione e 1 settimana dopo l’ultima sessione;
  • 5 sessioni di terapia nel giro di 2 settimane;
  • tutti i pazienti hanno continuato i trattamenti farmacologici in corso (es. FANS e/o antibiotici);
  • fisioterapia di gruppo: kinesiterapia mirata a rafforzare i muscoli, favorirne lo stretching e migliorare la propriocezione;
  • OMT viscerale: tecniche di mobilizzazione viscerale dirette a colon ascendente, discendente, sigmoide e sfinteri (cardiaco, pilorico, di Oddi, flessura duodeno-digiunale e ileocecale), con i pazienti supini e aventi le ginocchia piegate;
  • sham: tocco superficiale dell’addome (sopra gli intestini) senza alcuna pressione nelle zone legate all’intestino crasso.

Risultati

  • Outcome primario: mentre nel gruppo con sola fisioterapia i sintomi legati alla stipsi funzionale cronica sono rimasti simili (2,3 ± 1,1 all’inizio dello studio e 2,4 ± 2,3 una settimana dopo l’ultima sessione), nel gruppo con l’aggiunta di OMT viscerale i sintomi sono diminuiti in maniera statisticamente significativa (2,8 ± 1,08 all’inizio dello studio e 1,5 ± 0,74 una settimana dopo l’ultima sessione)
  • Outcome secondari: non ci sono state differenze statisticamente significative fra i due gruppi. Nel gruppo con l’aggiunta di OMT viscerale, l’oscillazione antero-posteriore, la velocità di oscillazione antero-posteriore e la velocità di oscillazione medio-laterale sembrano migliorate 1 settimana dopo l’ultima sessione (minor oscillazione e maggior velocità) in maniera statisticamente significativa.
  • Analisi ulteriori: per quanto riguarda la frequenza di evacuazione, 1 settimana dopo l’ultima sessione il gruppo con l’aggiunta di OMT viscerale ha avuto, in maniera statisticamente significativa, una percentuale maggiore di persone che riuscivano a scaricarsi tutti i giorni o a giorni alterni.
    A conferma di ciò, nel gruppo con l’aggiunta di OMT viscerale, rispetto all’inizio dello studio, una settimana dopo l’ultima sessione è sceso in maniera statisticamente significativa il numero di persone che si scaricavano una volta ogni 3 giorni o meno, evento che non si è verificato nel gruppo con sola fisioterapia.
    Allo stesso modo, solo nel gruppo con l’aggiunta di OMT viscerale, rispetto all’inizio dello studio, una settimana dopo l’ultima sessione sono diminuiti vari sintomi legati alla stipsi, quali fastidio o dolore addominale, feci molto dure, fatica nell’evacuare, eccessiva aerofagia, sensazione di non essersi scaricati a sufficienza, dolore anale

Discussione

Rispetto alla sola fisioterapia di gruppo, l’aggiunta di OMT viscerale ha favorito una riduzione dei sintomi legati alla costipazione, sia a livello quantitativo sia a livello qualitativo. Pertanto, benché si tratti di una valutazione molto a breve termine, si può iniziare a dire che, in caso di ictus, l’OMT viscerale sembra risultare utile nel migliorare la stipsi cronica, la quale spesso necessita di molteplici cure, anche costose o invasive.

I risultati ottenuti concordano con altri studi passati dove l’OMT si è dimostrato efficace nel ripristinare la funzionalità intestinale in caso di sindrome dell’intestino irritabile o di stipsi, sia in adulti sia in bambini.
Molto probabilmente, l’utilità dell’OMT deriva dalla sua capacità di agire sul sistema nervoso autonomico ed enterico, ripristinandone un equilibrio funzionale e diminuendo i segnali nocicettivi che dai visceri arrivano al midollo, favorendo il fenomeno dell’infiammazione neurogena che, di ritorno, altera la motilità gastrointestinale.

L’effetto positivo sul sistema nervoso autonomico potrebbe spiegare anche gli effetti positivi sull’equilibrio. Ma non solo: l’equilibrio potrebbe essere migliorato grazie all’aver agito sulla fascia viscerale che, venendo “rilasciata”, ha favorito un miglior movimento del resto del sistema fasciale, il quale forma un’unità in tutto il corpo.

Servono studi che approfondiscano la comparazione fra OMT e trattamento sham in quanto quest’ultimo: da un lato, potrebbe essere stato riconosciuto dai pazienti come fittizio e, pertanto, potrebbe aver indotto un effetto nocebo (avendo capito che il trattamento non era un trattamento, non si sarebbero aspettati miglioramenti); dall’altro lato, anche se costituito da “semplice” tocco, potrebbe aver indotto degli effetti superiori al semplice placebo

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: è il primo trial randomizzato controllato che valuta l’efficacia dell’OMT viscerale per la stipsi funzionale cronica in persone affette da ictus; la valutazione della stipsi è stata sia quantitativa sia qualitativa.

Limiti: manca una discussione approfondita dei risultati relativi all’equilibrio statico, i quali, se letti, lasciano dei dubbi sul fatto che ci sia stato un effettivo miglioramento.
La mancanza del calcolo della numerosità campionaria per l’outcome primario rende difficile interpretare al meglio i risultati. Da un lato, essendo lo studio sotto-potenziato, gli autori possono non aver visto risultati che l’OMT può invece aver avuto. Dall’altro lato, i risultati ottenuti non sono generalizzabili perché il campione è troppo piccolo.

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