Redazione
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20/08/2025 - Ultimo aggiornamento 20/08/2025

Marieta Karadjova, Teodor Angelov, Julia Petrova, Fabio Antonaci | Anno 2025

Strategia terapeutica con manipolazione spinale indiretta nei segmenti C2-C3 per il trattamento a lungo termine della cefalea cervicogenica

Ambito:

Cefalea cervicogenica

Tipo di studio:

Studio clinico

Data di pubblicazione della ricerca:

17-07-2025

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: valutare gli effetti della manipolazione ad alta velocità bassa ampiezza nella cefalea cervicogenica.
  • Outcome misurati:
    • Outcome primari: valutazione del dolore tramite Visual Analog Scale (VAS), del range of motion attivo (AROM), della plica cutanea (pinch-roll test) nella regione sovraorbitale e sottomandibolare tramite calibro e dei sintomi locali.

Partecipanti

  • Numero: 29 persone (19 donne e 10 uomini, età media 49,8 anni).
  • Criteri di inclusione: adulti; cefalea cervicogenica.
  • Criteri di esclusione: non indicati.
  • Gruppi di studio: 1 gruppo
    • Gruppo 1: manipolazione spinale, 29 persone.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione del dolore tramite VAS all’inizio dello studio e, una volta fatto il trattamento, dopo 6-9 ore, 24 ore, 48 ore e ogni 24 ore successive fino alla seconda visita, e dopo la seconda visita.
  • Valutazione del ROM attivo, della plica cutanea (pinch-roll test) nella regione sovraorbitale e nella regione sottomandibolare tramite calibro e dei sintomi locali prima e dopo il trattamento.
  • 2 visite.
  • Manipolazione spinale:
    • tecniche indirette ad alta velocità bassa ampiezza sui segmenti C2-C3.
  • I partecipanti non hanno ricevuto farmaci, ad eccezione di 3 partecipanti che hanno assunto 500 mg di Paracetamolo per reazioni transitorie.

Risultati

  • Outcome primari:
    • è emersa una riduzione statisticamente significativa del dolore, dei sintomi locali, della plica cutanea in entrambi le regioni (sovraorbitale e sottomandibolare), sia dopo la prima manipolazione sia alla fine del trattamento;
    • non sono emersi effetti avversi se non rigidità transitoria e dolore al collo in 3 pazienti tra 12 e 24 ore dopo la prima manipolazione.

Discussione

La cefalea cervicogenica è legata ad intrappolamenti dei nervi dei rami C2 e C3, i quali convergono a livello sensoriale nel nucleo spinale trigeminale, nucleo centrale nella patofisiologia della cefalea. La riduzione immediata della dimensione della plica cutanea dopo la manipolazione spinale C2-C3 è un’ulteriore prova di questa connessione tra i segmenti cervicali superiori e l’area sensoriale del nervo trigemino. Inoltre, l’applicazione di un test quale il pinch test per la ricerca di cellulalgia deve spingere a diagnosticare la cefalea cervicogenica come categoria di cefalea a sé stante rispetto alla cefalea tensiva e all’emicrania.

Tuttavia, dato che 22 pazienti del gruppo di studio soddisfacevano i criteri per la cefalea tensiva, bisogna considerare l’esistenza di una sovrapposizione clinica fra diversi tipi di cefalee. A tal proposito, diventa essenziale avere strumenti per eseguire correttamente diagnosi differenziali: ad esempio, la presenza di lattato nel sangue può indicare un’emicrania o una cefalea da fibromialgia, mentre la presenza di bruxismo una cefalea legata all’articolazione temporomandibolare. Una corretta diagnosi è fondamentale per la terapia, in quanto non sempre una terapia manuale può essere efficace per la cefalea.

Gli outcome misurati in questo studio, sia soggettivi sia oggettivi, sono cambiati dopo il trattamento manuale, confermando l’origine cervicogenica della cefalea dei partecipanti e l’efficacia delle manipolazioni spinali indirette come trattamento per la cefalea cervicogenica.

Limiti di questo studio riguardano le poche persone reclutate, il breve periodo di follow-up e la mancanza di un gruppo di controllo. Futuri studi dovranno seguire i partecipanti per almeno 12 mesi, dividerli in un gruppo di trattamento e uno sham e usare diversi questionari, oltre che un diario dei sintomi.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: buona descrizione dei pazienti; analisi dei limiti dello studio; buona discussione sui meccanismi delle cefalee; valutazione degli effetti avversi; presenza di un follow-up a breve termine.

Limiti: oltre ai limiti indicati dagli autori (campione piccolo e mancanza di un gruppi di controllo), non sono chiari criteri di inclusione e di esclusione, né l’intera metodologia dello studio (es. quante sessione di terapia sono state eseguite).

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