Redazione
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15/07/2025 - Ultimo aggiornamento 15/07/2025

Joshua Prall, James Dunning, Ian Young, Michael Ross, James Escaloni, Paul Bliton | Anno 2025

Riduzione del Dolore e della Disabilità Dopo Una Manipolazione Costale in una Paziente in Recupero dall’Osteomielite della Colonna Toracica

Ambito:

Osteomielite

Tipo di studio:

Case Report

Data di pubblicazione della ricerca:

06-06-2025

Image

Scopo dello studio

  • Obiettivo: mostrare gli effetti della manipolazione ad alta velocità bassa ampiezza alle articolazioni costotrasversarie ai livelli T2-T9 in una paziente con osteomielite.
  • Outcome misurati: valutazione del dolore tramite la Numeric Pain Rating Scale (NPRS), del livello di disabilità tramite il Neck Disability Index (NDI), del livello funzionale tramite la Patient-Specific Functional Scale (PSFS), del range of motion ROM attivo e passivo della colonna vertebrale cervicale e toracica e della forza muscolare.

Partecipanti

  • Numero: 1
  • Descrizione: donna, 49 anni. Diagnosi di dolore toracico secondario ad un’osteomielite della colonna vertebrale toracica insorta 4 mesi prima. L’infezione aveva portato a un’interazione osso-su-osso tra T7 e T9, causando un significativo dolore alla colonna vertebrale toracica. Presentava severe restrizioni nel ROM attivo in estensione e nelle rotazioni destra e sinistra.
    L’infezione da osteomielite era stata trattata con 5 settimane di terapia antibiotica endovenosa e si era risolta (confermata da esami del sangue e imaging) prima dell’inizio della terapia fisica. La storia medica della paziente includeva ipertensione, iperlipidemia, ansia, osteoartrite e dolore all’articolazione sacroiliaca. Aveva una storia chirurgica di molteplici canali radicolari. I farmaci assunti includevano OxyContin (al bisogno per il dolore), Norvasc, Ceftriaxone e Daptomicina.
    L’esame neurologico ha mostrato risultati normali, escludendo lesioni nervose o del midollo spinale come causa del dolore. La colonna cervicale presentava mobilità e forza nella norma. Tuttavia, la colonna toracica mostrava grave limitazione di movimento, specialmente in estensione, con ridotta forza (2 su 5) e la riproduzione dei sintomi a T7-T9 durante i movimenti e i test di compressione e mobilizzazione. Questi risultati, inclusa la significativa ipomobilità, sono coerenti con una osteomielite a T7-T9.
    Al momento della valutazione iniziale, il suo punteggio di intensità del dolore è risultato 8 su 10 secondo l’NPRS, il punteggio di disabilità 46 su 50 secondo l’NDI e il punteggio funzionale 3 su 10 secondo la PSFS.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione del dolore tramite NPRS, del livello di disabilità tramite NDI, del livello funzionale tramite PSFS, del ROM attivo e passivo della colonna vertebrale cervicale e toracica e della forza muscolare all’inizio dello studio, dopo 8 sessioni e dopo 16 sessioni.
  • 16 sessioni da 20 minuti con cadenza ogni 2 settimane.
  • Trattamento:
    • combinazione di esercizi di mobilità, esercizi per il controllo motorio e terapia manuale
    • visite 1-8: mobilizzazioni postero-anteriori a livello T2-T9, mobilizzazioni con movimento per l’estensione e la rotazione toracica, mobilizzazioni dei tessuti molli ai paraspinali toracici e al pettorale minore e manipolazioni toraciche a livello T5-T7;
    • visite 9-12: a causa di un miglioramento minimo nelle prime 8 sedute, introduzione di una manipolazione ad alta velocità bassa ampiezza mirata specificamente alle articolazioni costotrasversarie a livello T2-T9.

Risultati

  • Outcome misurati:
    • dopo le prime 8 sessioni, sono emersi dei miglioramenti, tuttavia minimi. Nello specifico, il dolore è passato da 8 a 6 su 10, la disabilità da 46 a 34 su 50, il livello funzionale da 3 a 9 su 30;
    • dopo l’aggiunta della manipolazione ad alta velocità bassa ampiezza, quindi alla fine dei trattamenti, il dolore è diminuito fino a 1 su 10, la disabilità è scesa a 22 su 50 e il livello funzionale è salito fino a 21 su 30. Il ROM attivo e la forza della colonna vertebrale toracica sono migliorate notevolmente, con la paziente che è stata in grado di tornare a lavorare a tempo pieno come insegnante senza dolore toracico o restrizioni di movimento;
    • i risultati si sono mantenuti al follow-up di 6 mesi dopo.

Discussione

Questo è il primo studio a descrivere l’uso di una manipolazione ad alta velocità bassa ampiezza mirata alle articolazioni costotrasversarie in una paziente che non aveva risposto alla mobilizzazione non thrust della colonna toracica. I risultati sono stati tali da superare la significatività clinica.

La manipolazione thrust è stata usata solo dopo la risoluzione dell’osteomielite e, quindi, in condizione di sicurezza: infatti le manipolazioni thrust devono essere eseguite con cautela nei pazienti con storia di osteomielite a causa del rischio di indebolimento osseo e fratture. Serve quindi una valutazione approfondita prima della loro applicazione.

I miglioramenti osservati suggeriscono che l’aggiunta della manipolazione articolare costotrasversaria possa essere un intervento importante per i pazienti non responsivi alle mobilizzazioni non-thrust. I miglioramenti possono essere stati dovuti a specifiche risposte neurofisiologiche indotte dalla mobilizzazione della colonna toracica nella riabilitazione, così come a effetti indotti dai thrust sulla riduzione delle aderenze articolari, sul miglioramento del movimento, sulla modulazione del dolore, sulla riduzione degli spasmi muscolari e dell’ipertonicità. Manipolazioni e mobilizzazioni a parte, la stabilizzazione scapolare è risultata un intervento cruciale per la riuscita del trattamento grazie al rafforzamento della regione toracica.

Bisogna comunque evidenziare che mancano delle linee guida di pratica clinica specifiche per il dolore alla colonna toracica. A tal proposito, è fondamentale una forte alleanza terapeutica tra paziente e terapista per migliorare l’aderenza al programma di riabilitazione.

Servono ovviamente studi futuri che siano randomizzati controllati e su un gran numero di pazienti per confermare quanto emerso in questo caso.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: descrizione e rappresentazione dettagliata sia della paziente, sia delle misurazioni effettuate, sia del piano di trattamento; uso di questionari validati; valutazione della significatività clinica; presenza di follow-up a 6 mesi; analisi dei limiti dello studio.

Limiti: come tutti i case report, è difficilmente generalizzabile; i miglioramenti osservati potrebbero non dipendere necessariamente dalla manipolazione costotrasversaria introdotta a metà percorso terapeutico.

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