
Redazione
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12/05/2025 - Ultimo aggiornamento 12/05/2025
Ayça Aklar, Burcu Bal, Neslihan Taşdelen, H. Serap İnal, Gökhan Ertaş | Anno 2025
L’Effetto del Trattamento Manipolativo Osteopatico in Aggiunta al Trattamento di Stabilizzazione con Bite in caso di Disordine da Spostamento Anteriore del Disco dell’Articolazione con Riduzione: Uno Studio Pilota con Analisi Quantitativa
Patologia:
Disturbi temporo mandibolari
Tipo di studio:
Studio pilota
Data di pubblicazione della ricerca:
08-04-2025

Scopo dello studio
- Obiettivo: valutare l’efficacia dell’OMT come coadiuvante al trattamento con bite di stabilizzazione per il disturbo di spostamento anteriore del disco temporo-mandibolare con riduzione.
- Outcome misurati:
- Outcome primario: valutazione della qualità della vita tramite il questionario SF-36, del dolore tramite Visual Analog Scale (VAS), della qualità del sonno tramite il questionario Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI), dei movimenti mandibolari (elevazione, depressione, escursione laterale, protrusione, retrusione), delle differenze nella posizione condilo-disco tramite risonanza magnetica e dei risultati clinici come clicking, occlusione e bruxismo.
Partecipanti
- Numero: 19 persone (16 donne e 3 uomini, età media 26,95 anni).
- Criteri di inclusione: età ≥ 18 anni; volontari; dolore e clicking all’articolazione temporo-mandibolare; diagnosi con spostamento del disco senza artrite degenerativa.
- Criteri di esclusione: trattamento ortodontico o farmaci antidepressivi; malattie sistemiche; dolore dovuto a patologie orali o dentali; posizionamento di impianti dentali o estrazioni negli ultimi sei mesi; patologie craniche e cervicali; traumi o interventi chirurgici; controindicazioni alla risonanza magnetica; presenza di cambiamenti degenerativi e sublussazione; trattamento con Botox al massetere; problemi nell’uso del bite occlusale.
- Gruppi di studio: due gruppi ottenuti tramite randomizzazione
- Gruppo 1: OMT + bite, 10 persone (9 donne e 1 uomini, età media 26,00 anni).
- Gruppo 2: bite, 9 persone (7 donne e 2 uomini, età media 28,00 anni).
- il gruppo OMT + bite ha mostrato un numero maggiore di persone con malattie digestive e ormonali e una peggiore qualità del sonno all’inizio dello studio.
Interventi e valutazioni
- Valutazione del dolore all’articolazione temporo-mandibolare, al collo, al torace, alla schiena, alla pelvi e alla testa tramite VAS all’inizio e alla fine dello studio.
- Valutazione della qualità della vita tramite SF-36 all’inizio e alla fine dello studio.
- Valutazione del sonno tramite PSQI all’inizio e alla fine dello studio.
- Valutazione clinica e radiologica tramite risonanza magnetica per la posizione condilo-disco all’inizio e alla fine dello studio.
- OMT:
- tecniche di rilascio su restrizioni fasciali e di mobilizzazione articolare (Grado I o II) dirette alla mandibola e a tutto il corpo, in particolare aree regioni craniali, cervicali, toraciche e sacrali;
- tecniche sui collegamenti neurali fra nervo frenico, nervo trigemino, diaframma e organi addominali superiori;
- tecniche di sollevamento delle costole, di pompa linfatica, di mobilizzazione viscerale;
- tecnica di Farrar per il riposizionamento del disco spostato anteriormente;
- 2 sessioni da 30-40 minuti a settimana per 6 settimane.
- Bite (SST):
- utilizzo di un bite di stabilizzazione occlusale personalizzato durante il sonno;
- sei settimane.
- OMT eseguito da un fisioterapista specializzato in osteopatia.
Risultati
- Outcome primari:
- qualità della vita: il gruppo di controllo ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo solo nel dolore corporeo, mentre il gruppo con OMT ha mostrato miglioramenti statisticamente significativi nella funzionalità fisica, nella percezione generale della salute e nella transizione di salute riferita. Il gruppo con OMT ha mostrato risultati statisticamente migliori per la funzionalità fisica e per la transizione di salute riferita rispetto al gruppo controllo;
- dolore: il gruppo di controllo ha mostrato una riduzione del dolore statisticamente significativa solo per l’articolazione temporo-mandibolare, mentre il gruppo con OMT ha mostrato riduzioni statisticamente significative per l’articolazione temporo-mandibolare, il collo, la schiena, la regione lombare e la testa. A confronto, post-trattamento il gruppo con OMT ha mostrato livelli di dolore alla testa e all’articolazione temporo-mandibolari inferiori, mentre è stata osservata una differenza significativa nel cambiamento del dolore toracico tra i gruppi a favore dell’OMT;
- qualità del sonno: solo il gruppo con OMT ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo della qualità del sonno;
- movimenti mandibolari e cervicali: solo il gruppo con OMT ha mostrato miglioramenti statisticamente significativi nel massimo grado di apertura della bocca, nella retrusione mandibolare, nell’escursione laterale sinistra, nella rotazione cervicale sinistra, nelle flessioni laterali cervicali destra e sinistra. Il gruppo con OMT ha quindi mostrato maggiori cambiamenti per la retrusione mandibolare, la rotazione del collo sinistra e la flessione laterale del collo destra-sinistra rispetto al gruppo di controllo;
- posizione condilo-disco: il gruppo con OMT ha mostrato uno spostamento del disco delle articolazioni disfunzionali nell’asse X all’indietro – con effect size (portata dell’effetto) alto – e uno spostamento del disco delle articolazioni normali nell’asse Y verso il basso.
Discussione
I risultati di questo studio suggeriscono che l’OMT in aggiunta alla stabilizzazione con bite possa aumentare la qualità del sonno, la funzione fisica e la salute generale, riducendo il dolore correlato ai disturbi temporo-mandibolari. L’OMT sembra anche in grado di migliorare il movimento cervicale e mandibolare.
A tal proposito, i disturbi temporo-mandibolari sono collegati alle regioni cervicali e toraciche tramite connessioni neurologiche e biomeccaniche, e l’OMT applicato al sistema craniocervicale e alle sue connessioni strutturali potrebbe spiegare i miglioramenti osservati nei movimenti cervicali. L’OMT ha infatti incluso mobilizzazioni mandibolari e tecniche di rilassamento muscolare. I miglioramenti emersi nell’apertura della bocca sono risultati anche clinicamente significativi risultando superiori di 3 mm.
L’OMT in aggiunta al bite ha ridotto il dolore e migliorato la qualità del sonno in modo più significativo rispetto al solo bite, mostrando risultati anche clinicamente significativi. Risultati simili sono emersi sulla qualità della vita, in particolare in merito alla limitazione del ruolo dovuta a problemi emotivi. La risonanza magnetica, inoltre, ha suggerito che l’OMT in aggiunta al bite possa favorire un movimento all’indietro del disco nelle articolazioni disfunzionali.
Lo studio presenta diversi limiti: il campione è stato di piccole dimensioni, sia per il numero di pazienti che per le articolazioni valutate; i bite sono stati usati solo durante il sonno, a fronte del fatto che un uso prolungato potrebbe aumentare i benefici sulla posizione del condilo; l’uso di protocolli di risonanza magnetica e dispositivi di fissaggio della mascella diversi potrebbe mostrare altri risultati; la misurazione manuale per l’applicazione del bite potrebbe aver influenzato l’effetto terapeutico; sono emerse delle differenze all’inizio dello studio fra i gruppi.
Sono quindi necessari studi futuri con un numero maggiore di pazienti per chiarire i potenziali benefici dell’OMT.
La recensione di Osteopedia
A cura di Marco Chiera
Punti di forza: calcolo della numerosità campionaria (quante persone reclutare); buona descrizione dei materiali e metodi; buona presentazione dei risultati, anche tramite tabelle; buona discussione sui possibili effetti dell’OMT, a fronte della letteratura in ambito di disturbi temporo-mandibolari; valutazione della significatività clinica dei risultati; analisi dei limiti dello studio.
Limiti: a causa del Covid, non tutte le persone previste sono state reclutate; come indicato dagli autori, bassa numerosità campionaria e differenze fra i gruppi di studio; non è chiaro quali parametri abbiano usato per calcolare la numerosità campionaria; non sono stati analizzati gli effetti avversi.

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