Redazione
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15/10/2025 - Ultimo aggiornamento 15/10/2025

Paras Savla, James Brazdzionis, Maxwell Marino, Imran Siddiqi, Raed Sweiss, Christopher King, Dan E. Miulli | Anno 2025

Cambiamenti nell’Attività Elettromagnetica a Seguito di Trattamento Manipolativo Osteopatico: Una Nuova Valutazione Usando Sensori a Induzione

Ambito:

Funzione neurale

Tipo di studio:

Studio pilota

Data di pubblicazione della ricerca:

26-07-2025

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: esaminare se l’OMT possa indurre cambiamenti nel campo elettromagnetico (EMF) cerebrale.
  • Outcome misurati:
    • Outcome primario: valutazione del campo EMF cerebrale tramite sensori a induzione e casco schermato.

Partecipanti

  • Numero: 35 persone (25 donne e 10 uomini, età 18-65 anni).
  • Criteri di inclusione: età pari o superiore a 18 anni.
  • Criteri di esclusione: precedenti interventi chirurgici al collo; controindicazioni assolute all’OMT.
  • Gruppi di studio:
    • Gruppo 1: OMT, 35 persone

Interventi e valutazioni

  • Valutazione del campo EMF cerebrale tramite sensori a induzione e casco schermato prima e dopo l’intervento.
    • Valutazione quantitativa e qualitativa della morfologia dell’onda con focus sull’identificazione di cambiamenti nella posizione e ampiezza di picchi, valli e variazioni di pendenza nel tracciato EMF.
  • 1 sessione di 5-10 minuti.
  • OMT:
    • rilascio suboccipitale (compressione del quarto ventricolo).
  • OMT condotto da un singolo dottore in osteopatia.
  • Per fare un paragone con l’OMT, sono stati presi tracciati dell’attività EMF dopo una sessione di meditazione.

Risultati

  • Outcome primario:
    • dopo l’OMT è stato osservato un aumento della sincronicità nelle onde cerebrali in entrambi gli emisferi, come indicato nel tracciato tramite picchi e valli più pronunciati e onde con ampiezza più vicina. L’ampiezza complessiva è aumentata, con più aree cerebrali che si attivavano simultaneamente alla stessa frequenza. È stata notata una transizione (flipping) da forme d’onda a basse frequenze (es. 1.8-2.5 Hz) a forme d’onda a frequenze medie (3 e 5 Hz), con una maggiore sincronizzazione della ree cerebrali e ampiezza delle onde di queste aree.
  • Ulteriori analisi:
    • la meditazione ha mostrato una riduzione dell’ampiezza delle onde a 10 Hz, con una riduzione dei picchi d’onda.

Discussione

Lo studio ha mostrato che i sensori a induzione integrati in un casco schermato sono stati in grado di rilevare differenze nell’attività EMF a seguito di una singola sessione di compressione del quarto ventricolo. Questi risultati supportano l’idea che l’OMT possa influenzare le dinamiche EMF corticali, fornendo un potenziale razionale per l’uso dei sensori ad induzione come un biomarcatore neurofisiologico oggettivo per i risultati ottenibili tramite OMT.

I cambiamenti osservati (aumento della sincronicità e diminuzione della variabilità della pendenza) suggeriscono una modulazione della comunicazione neurale. I cambiamenti nelle frequenze, inclusa l’inversione di polarità, sono stati simili a quelli riscontrati in un modello suino post-stimolazione EMF, suggerendo che l’OMT potrebbe promuovere uno stato di omeostasi neurologica e di riorganizzazione dell’attività corticale (in particolare di aree cognitive e affettive). Questi risultati sono quindi in scia con i precedenti studi su OMT e sistema nervoso autonomo, il cui controllo è comunque centrale tramite diverse aree corticali. Inoltre, a differenza degli studi su animali, l’OMT risulta un trattamento sicuro e non invasivo.

Lo studio ha poi fatto emergere che l’OMT non solo induce uno stato di rilassamento, ma ha effetti unici sul cervello, diversi da quelli osservati dopo la meditazione, la quale ha livellato le onde e a diminuito la loro ampiezza, in particolare a 10 Hz.

I limiti di questo studio sono il piccolo campione preso da un solo centro, la misurazione breve dell’attività EMF, una misurazione non globale in ogni area del cervello, ma solo di alcune zone corticali e la valutazione di una sola tecnica e non dell’OMT nella sua globalità.

Studi futuri dovranno valutare la durata degli effetti rilevati, il loro legami con i sintomi dei pazienti e la loro utilità come biomarcatori utili ad indirizzare il percorso terapeutico.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: innovazione tecnologica con un nuovo strumento per misurare variazioni che possono essere a monte di molti effetti dell’OMT (es. modulazione autonomica); buona presentazione dei risultati tramite grafici e tabelle; interessante la comparazione con la meditazione; analisi dei limiti dello studio.

Limiti: oltre ai limiti descritti dagli autori, manca una descrizione della meditazione usata come comparativo (quali partecipanti? Che tipo di meditazione? Per quanto tempo?) e un gruppo con trattamento sham (fittizio) così da valutare l’effetto del tocco e del placebo. Manca una valutazione degli effetti avversi.

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