
Redazione
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20/08/2025 - Ultimo aggiornamento 20/08/2025
Ali Z. Ansari, Nicholas A. Mokodanski, Fizza Ahmed, Atqiya Fairooz, Sahar Hafeez | Anno 2025
Miglioramento Significativo dei Sintomi della Fibromialgia con il Trattamento Manipolativo Osteopatico: Un Case Report
Patologia:
Fibromialgia
Tipo di studio:
Case Report
Data di pubblicazione della ricerca:
06-06-2025

Scopo dello studio
- Obiettivo: riportare gli effetti dell’OMT sui sintomi di una paziente con fibromialgia.
- Outcome misurati: valutazione dei sintomi della fibromialgia tramite Revised Fibromyalgia Impact Questionnaire (FIQR), in particolare del dolore e della fatica, del sonno e della lucidità cognitiva tramite scale numeriche da o a 10.
Partecipanti
- Numero: 1
- Descrizione: donna, 41 anni. Fibromialgia da sette anni, con dolore muscoloscheletrico diffuso persistente e affaticamento debilitante peggiorato negli ultimi tre anni. Il dolore era profondo, sordo e costante, principalmente nella colonna cervicale, toracica e lombare, e nelle cinture scapolari, anche e regione pelvica bilaterali. Il suo dolore quotidiano medio era di 7 su 10 sulla Visual Analog Scale (VAS).
Oltre al dolore cronico, la paziente riportava sonno non ristoratore, rigidità mattutina (della durata di 60-90 minuti), cefalee tensionali, parestesie intermittenti agli arti superiori e disfunzione cognitiva soggettiva (“nebbia cerebrale”). Il suo punteggio FIQR era di 68 su 100, indicando una significativa compromissione funzionale e un carico di sintomi elevato. Presentava anche sintomi gastrointestinali coerenti con la sindrome dell’intestino irritabile. Tutti questi sintomi impattavano sulla sua vita limitando lavoro, faccende domestiche, attività fisica e cura dei famigliari. Non aveva avuto traumi, febbri, perdita di peso o deficit neurologici, ma stava vivendo un forte stress emotivo per la sua situazione cronica.
Aveva provato molteplici agenti farmacologici (duloxetina, amitriptilina, gabapentin, ciclonenzaprina) che offrivano solo un sollievo marginale o erano stati interrotti a causa di effetti avversi. Aveva provato anche trattamenti non farmacologici come fisioterapia, agopuntura, meditazione guidata, riduzione dello stress basata sulla consapevolezza e cambiamenti dietetici, che avevano fornito solo un aiuto a breve termine ma nessun miglioramento duraturo o significativo. Al momento della presentazione, non assumeva farmaci prescritti per la fibromialgia, ma solo classici antinfiammatori non steroidei.
Non faceva consumo di alcool, tabacco, droghe, oppioidi e non aveva alcuna storia famigliari di malattie connettivali, infiammatorie o autoimmuni.
L’esame neurologico, cardiopolmonare e addominale è risultato nella norma, mentre la postura era anomala, con ipercifosi toracica e ipolordosi lombare. Il movimento e la distribuzione del peso sono risultati alterati durante la deambulazione. Oltre alla dolorabilità dei “punti dolenti” tipici della fibromialgia, sono state notare rigidità e tensione muscolare lungo la colonna vertebrale.
L’esame osteopatico ha rilevato diverse disfunzioni somatiche in varie aree: vertebre C2-C4, vertebre T3-T7, costole, vertebre T12-L3, osso iliaco, sacro, spalle, muscoli piriformi e testa del femore.
Interventi e valutazioni
- Valutazione dei sintomi della fibromialgia tramite FIQR, in particolare del dolore e della fatica, del sonno e della lucidità cognitiva tramite scale numeriche da o a 10 all’inizio della prima sessione, dopo ogni sessione di trattamento e dopo 8 settimane dall’inizio dei trattamenti.
- 6 sessioni settimanali, poi sessioni quindicinali
- OMT:
- tecniche dirette: ad alta velocità bassa ampiezza su vertebre toraciche (T3-T5) e lombari (L2-L3) e articolazione sacroiliaca; ad energia muscolare su C2-C4, osso iliaco anteriore sinistro, torsione sacrale e tensione bilaterale del piriforme; articolatorie su articolazioni gleno-omerali e teste femorali;
- tecniche di supporto: sui tessuti molli per muscoli paravertebrali cervicali, toracici, lombari, glutei e piriforme; rilascio miofasciale diretto su stretto toracico superiore, regione suboccipitale e diaframma; sollevamento delle costole da T2 a T7 per bilanciare l’ortosimpatico; doming del diaframma per migliorare il ritorno linfatico; di inibizione (rilascio suboccipitale, inibizione sacrale e rilascio del ganglio celiaco) per supportare l’attività parasimpatica; di pompa linfatica.
Risultati
La paziente ha risposto positivamente alla prima sessione, riportando un sollievo immediato dalla tensione cervicale e toracica superiore, con una sensazione soggettiva di leggerezza e miglioramento della postura.
Durante le sei sessioni settimanali i punteggi soggettivi dei sintomi della paziente sono migliorati significativamente: il dolore è passato da 7 a 2 su 10; la qualità del sonno da 3 a 8 su 10; la fatica da 8 a 3 su 10; la lucidità cognitiva da 4 a 8 su 10.
Inoltre, la paziente ha notato una riduzione della rigidità mattutina, una migliore tolleranza per le attività quotidiane, una maggiore energia, una postura migliorata e una maggiore capacità di svolgere le faccende domestiche con meno fatica. L’esame post-trattamento ha rivelato una diminuzione della dolorabilità muscolare e un miglioramento della mobilità segmentale.
Questi miglioramenti si sono mantenuti stabili al follow-up di otto settimane.
Discussione
Il caso ha mostrato una risposta clinica significativa e sostenuta all’OMT in una paziente con fibromialgia cronica che non aveva risposto alle gestioni convenzionali. Il rapido e progressivo miglioramento della paziente, nonostante il fallimento di precedenti terapie farmacologiche e non farmacologiche, è stato clinicamente rilevante.
Il piano terapeutico si è concentrato su un approccio multimodale di OMT, con particolare enfasi sulle tecniche dirette. Queste tecniche, coinvolgendo attivamente la barriera restrittiva, sembrano aver avuto l’effetto clinico più immediato e riproducibile. Questo suggerisce una rapida modulazione dell’input nocicettivo, probabilmente attraverso il riallineamento biomeccanico, il ripristino del movimento articolare e l’attenuazione della sensibilizzazione afferente a livello spinale e sopraspinale.
Le tecniche ad energia muscolare, in particolare, potrebbero aver facilitato l’inibizione reciproca, ridotto l’ipertonicità muscolare e ripristinato la simmetria del movimento articolare e dei tessuti molli, contribuendo a una riduzione della sensibilizzazione centrale, caratteristica della fibromialgia. Le tecniche ad alta velocità bassa ampiezza dirette alle vertebre toraciche e lombari potrebbero aver migliorato la mobilità segmentale e la regolazione simpatica. I miglioramenti auto-riferiti dalla paziente nella qualità del sonno, nell’umore e nella lucidità cognitiva potrebbero essere parzialmente attribuibili a questi effetti sull’equilibrio autonomo.
Le tecniche complementari come il rilascio miofasciale, la manipolazione dei tessuti molli, il sollevamento delle costole e il drenaggio linfatico hanno supportato gli interventi strutturali, contribuendo alla riduzione della congestione tissutale, al miglioramento del ritorno linfatico e alla normalizzazione delle dinamiche circolatorie regionali. Sebbene tutte le tecniche abbiano contribuito, le tecniche dirette hanno costantemente coinciso con il sollievo sintomatico più pronunciato, specialmente in termini di riduzione del dolore e funzione muscoloscheletrica. Questo supporta l’ipotesi che le modalità OMT dirette possano svolgere un ruolo centrale nel rompere i circuiti di feedback meccanici e neurofisiologici che perpetuano i sintomi della fibromialgia.
Naturalmente, servono studi più rigorosi, più grandi, con test più oggettivi per confermare questi risultati. Il caso presentato non può essere generalizzato a causa dell’assenza di un gruppo di controllo, del potenziale effetto placebo e della variabilità naturale dei sintomi della fibromialgia.
La recensione di Osteopedia
A cura di Marco Chiera
Punti di forza: descrizione dettagliata del caso e del trattamento; buona presentazione dei risultati, anche tramite tabelle; buona discussione, con evidenza del potenziale razionale d’azione dell’OMT; analisi dei limiti dello studio.
Limiti: come tutti i case report, è difficilmente generalizzabile; alcuni outcome (es. sonno e lucidità cognitiva) sono stati auto-riportati dalla paziente; servirebbe il riferimento alla MCID (minima differenza clinicamente importante) per definire con certezza la presenza di cambiamenti clinicamente significativi; alcuni aspetti della valutazione potevano essere meglio spiegati (nello specifico, quali outcome sono stati presi dal FIQR e quali no).

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